Chi indaga ha pochi dubbi: si tratta di omicidio-suicidio. Questo il motivo della morte di una donna di 32anni e di suo figlio di 8 anni (e non una bambina di 6 come si era appreso in un primo momento), avvenuta in un capannone industriale a Sambucheto di Recanati, in provincia di Macerata. Sono queste le prime indiscrezioni che trapelano da fonti investigative. La madre avrebbe sparato al bimbo con un fucile da caccia, colpendolo al volto e poi si sarebbe sparata mettendosi l’arma sotto il mento.
La sparatoria è avvenuta nell’appartamento al primo piano di in un capannone industriale. Nonostante si inizi a far chiarezza sull’accaduto, non è ancora chiaro il contesto in cui è avvenuta la morte della donna e del bambino. Sembra peraltro che lei in passato avesse presentato una denuncia per stalking e che la sua auto fosse stata data alle fiamme. Sul luogo, polizia, carabinieri e 118. Al di fuori del capannone dove tutto è accaduto, poi, ci sarebbero stati momenti di tensione tra i parenti della donna e quelli del suo compagno, che è stato ascoltato dai carabinieri per acquisire elementi utili a comprendere il contesto in cui è maturato il fatto di sangue. A dare l’allarme è stato il nonno del bambino. Secondo quanto riporta la versione online del Corriere Adriatico, sembra che la donna stesse attraversando un momento assai delicato dal punto di vista psicologico dopo la separazione dal suo compagno, padre del bambino ucciso.
A quanto si apprende, del resto, non sarebbe stata una separazione amichevole quella tra Laura Paoletti e il suo ex compagno, tanto che lei lo avrebbe denunciato tempo addietro per stalking. Davanti allo stabile – dove madre e figlio abitavano temporaneamente insieme al padre di lei in un appartamento al piano superiore di un stabilimento industriale, sono arrivati alcuni parenti e amici della donna e dell’ex compagno. Tra loro anche il legale di lei, l’avvocato Alessandra Perticarà, e l’ex sindaco di Recanati Claudio Corvatta, un amico personale della famiglia. Le trattative per la separazione tra i due sarebbero state comunque a buon punto e si stavano definendo i particolari degli incontri tra il padre e il figlioletto. La donna comunque non avrebbe avuto problemi economici: laureata in economia, era impiegata presso uno scatolificio della zona. Stava ristrutturando una casa in campagna dove andare a vivere con il bambino e per questo si era temporaneamente trasferita in casa del padre.