Finalissima di Sanremo 2016, il Sanremo dei nastri arcobaleno, della bellezza della Ghenea e del talento di Virginia Raffaele. E di Gabriel Garko, ahinoi. Si comincia con Francesco Gabbani, vincitore venerdì sera delle Nuove Proposte. La sua Amen fa ballare la Sala Stampa, ed è già una notizia. Ma la vita è fatta di alti e bassi, e arriva il temuto collegamento da New York con i tre ragazzotti de Il Volo, vincitori lo scorso anno (che evidentemente era il 1955). Ritardo causato dal satellite che peggiora l’effetto pessimo di una presenza inutile. Per fortuna si torna alla gara, con il big ripescato che è, a sorpresa, Irene Fornaciari. Fuori Bluvertigo, Neffa, Dear Jack e Zero Assoluto. Mah.
Si rientra dalla pausa pubblicitaria e non ci siamo ancora ripresi dal ripescaggio di Irene Fornaciari. Per la gioia di donne e pubblico arcobaleno (stasera protagonista anzicheno), ecco arrivare il fisico scultoreo di Roberto Bolle, che danza sulle note dei Queen a petto nudo. Parte la gara, e la montagna partorisce il topolino: la presenza di Fiorello, infatti, è solo in video per introdurre la prima big Francesca Michielin. Outfit elegante, esibizione convincente. Ci piacerebbe vederla nelle prime posizioni. Secondo campione: Alessio Bernabei. Dopo la scelta di lasciare i Dear Jack, i rischi erano tanti. Ebbene: lui è in finale, i Dear Jack sono stati eliminati. That’s all. Momento Raffaele, che stasera è semplicemente Virginia Raffaele. E scusate se è poco. L’attrice comica romana è la vera trionfatrice di questa edizione del Festival. E almeno su questo siamo d’accordo tutti. A presentare Clementino arriva il video di Salvatore Esposito, il Genny Savastano di Gomorra. Il rapper napoletano canta la sua “Quando sono lontano” con la solita intensità interpretativa. Momento Garko, stasera vestito da cameriere di un affollato e ricco matrimonio calabrese. Fortunatamente arriva la regina Patty Pravo, con trasparenze che non lasciano nulla al caso, presentata da Loredana Bertè dalle cascate del Niagara. Patty Pravo magnetica. E l’età la diciamo, anche se si tratta di una signora: sono 67 primavere, portate con un’eleganza conturbante.
Torna Roberto Bolle, stavolta in completo elegantissimo, a raccontare la sua esperienza di stella della danza mondiale e poi balla addirittura La Notte Vola di Lorella Cuccarini in compagnia di Virginia Raffaele. Ma c’è una gara da mandare avanti, e arriva Lorenzo Fragola, introdotto da Ficarra & Picone. L’ex vincitore di X Factor canta la sua Infinite volte e continua a essere un’incognita in vista della vittoria finale. Noemi arriva con la presentazione di J Ax e si esibisce nella sua bella “La borsa di una donna”: quest’anno la rossa cantante romana ha anche azzeccato gli outfit. E in passato non è sempre successo.
Il primo superospite è Cristina D’Avena, arrivata all’Ariston a furor di popolo. In Sala Stampa si canta come pazzi, in platea cantano tutti, dalla Maggioni alla Parodi: Occhi di gatto, I Puffi, Kiss me Licia. Ed è subito delirio anni ’80.
Elio e le Storie Tese arrivano vestiti da Kiss (trucco incluso) e vengono lanciati da un video di Mal. Contraddizione deliziosa. E partono i sette ritornelli di “Vincere l’odio”, da San Paolo a Topinambur, passando per Canzone Brutta. Un gioiello, applauditissimo in Sala Stampa.
Ma che sorpresa! Al Sanremo contiano arrivano Pieraccioni e Panariello. Ceccherini, purtroppo, no. Ovviamente mettono il povero Conti in mezzo: “Ormai non lo vediamo più. Per trovarlo si deve andare al solarium o a Sanremo!”. Siete amici? Ok, buon per voi: vedetevi a casa Conti. Grazie. Soprattutto se poi Panariello se ne esce con battute del genere: “Ho visto Elton John in formissima. Ha fatto un figlio e sembra che manco sia stato lui!”.
Si parla della reunion all’Arena di Verona del 5 settembre e i due dicono: “Se non vieni tu ci portiamo Matteo Renzi”. E Conti: “Lo avete interpellato?”. E Panariello: “E lui ci ha interpellati per diventare presidente del Consiglio?”. Che coraggio, che satira corrosiva. Poca roba, tanta noia.
Grazie al cielo si torna alla gara, con Arisa introdotta da Giusy Ferreri. Guardando il cielo è una canzone discreta, la sua voce splendida fa il resto. Qualcuno la vede ben piazzata, ma per le prime posizioni dovrà battere la concorrenza di tanti agguerriti colleghi.
Tocca agli Stadio (presentati da Carlo Verdone) con la loro emozionante Un giorno mi dirai. Se vincono la sfida “over” con Patty Pravo possono arrivare molto molto in alto. Decimo campione (abbiamo scollinato, siamo oltre la metà) è Annalisa, presentata da Francesco Renga. Al televoto potrebbe andare molto bene, ma per vincere forse non basta.
È il momento di Renato Zero, con un medley da sogno (La favola mia, Più su, Amico, Nei giardini che nessuno sa, Cercami, Il cielo, I migliori anni della nostra vita). Cantano tutti, all’Ariston e in Sala Stampa. E alla fine scatta, inevitabile, l’ovazione. Un’icona vivente della musica italiana. Poi arrivano Il Triangolo e Mi vendo, e il delirio è totale. In Sala Stampa si canta e si balla, e c’è chi fa partire anche il trenino.
Rocco Hunt (presentato da Vincenzo Salemme) continua il momento-delirio con la sua canzone (favoritissima per la vittoria finale) che fa ballare tutti. Poi tocca a Dolcenera, introdotta dai prossimi colleghi di The Voice Raffaella Carrà, Emis Killa e Max Pezzali. Mancano ancora quattro Campioni, poi verrà dato lo stop al televoto e si decideranno i tre che conquisteranno il podio (le cui posizioni verrano decise da un altro televoto). Enrico Ruggeri graffia in un giubbotto rosso di pelle che farebbe la sua figura anche su un ventenne alla moda. Il suo pezzo avrà successo nelle radio, perché funziona assai. Caccamo e Iurato, introdotti da Giuliano Sangiorgi, cantano il loro duetto dalla duplice faccia (prima parte elegante, poi molto sanremese). C’è chi li vede sul podio. Fabrizio Moro introduce Valerio Scanu, che canta Finalmente piove. E il vincitore di qualche Sanremo fa con “tutti i luoghi e tutti i laghi” prova a bissare. Sul web è amatissimo. Basterà? Ultima canzone in gara, la ripescata Blu di Irene Fornaciari, presentata da Serena Dandini. Testo toccante sul dramma dei migranti, ma non convince.
Televoto chiuso. I giochi sono fatti. Almeno per decidere chi salirà sul podio, visto che i tre più votati da giuria demoscopica, giuria di esperti e televoto si sfideranno in una finalissima a tre.
Arriva una classifica sorpredente: 4 Enrico Ruggeri 5 Lorenzo Fragola 6 Patty Pravo 7 Clementino 8 Noemi 9 Rocco Hunt 10 Arisa 11 Annalisa 12 Elio e le Storie Tese 13 Valerio Scanu 14 Alessio Bernabei 15 Dolcenera 16 Irene Fornaciari Sul podio, dunque, Stadio, Francesca Michielin e Giovanni Caccamo & Deborah Iurato. Nuovo televoto, poi il vincitore.
Cominciano le premiazioni. Premio “Sergio Bardotti” per il miglior testo: Amen di Francesco Gabbani. Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior musica: Un giorno mi dirai degli Stadio Premio Sala Stampa radio-tv “Lucio Dalla”: Un giorno mi dirai degli Stadio Premio della Critica “Mia Martini” della Sala Stampa Roof Ariston: Cieli immensi di Patty Pravo. Ma le chiacchiere, le polemiche, le dirette-fiume sono arrivati al capolinea. C’è da annunciare il podio del 66° Festival della canzone italiana di Sanremo: terzo posto per Giovanni Caccamo & Deborah Iurato, secondo posto per Francesca Michielin, vincono gli Stadio con “Un giorno mi dirai”. A sorpresa, ma meritatamente.