L’ex numero uno di Volkswagen Group, Martin Winterkorn, avrebbe saputo che le autorità statunitensi stavano per compiere indagini sul software per la rivelazione delle emissioni dei motori diesel, da cui nacque lo scandalo “dieselgate”. E che il meccanismo in grado di eludere i controlli durante i test sarebbe stato così scoperto.

E’ quanto sostiene la Bild am Sonntag, specificando che quelle informazioni furono inviate a Winterkorn nel maggio 2014 in una missiva da parte di un dipendente conosciuto internamente come “il pompiere di Winterkorn”. Secondo le fonti della Reuters, costui era un alto dirigente del dipartimento qualità e sicurezza. Quelle fonti, interne all’azienda, pur essendo a conoscenza della lettera non si sono tuttavia dette certe che Winterkorn l’avesse effettivamente letta.

Fatto sta che l’ex numero uno si dimise lo scorso settembre, quando lo scandalo era scoppiato da poco, dichiarando di compiere quel gesto “nell’interesse dell’azienda, anche se non sono a conoscenza di alcun comportamento illecito da parte nostra”. Negando, dunque, qualsiasi coinvolgimento.

Nel frattempo Volkswagen, le cui vendite non hanno risentito più di tanto dell’affaire diesel, ha iniziato i richiami di due modelli come Passat e Amarok in Germania. Il colosso di Wolfsburg ha anche deciso di posticipare due eventi “tradizionali” come la presentazione dei risultati dell’anno fiscale 2015, in programma il 10 marzo, e l’assemblea degli azionisti, prevista per il 21 aprile. Forse in attesa dell’indagine sulle responsabilità interne effettuata dalla stessa Volkswagen, che dovrebbe essere resa nota nella seconda metà di aprile.

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