Cara G., ho deciso di scriverti questa lettera aperta, per via di un contenuto condiviso su Facebook: la foto di quei due padri, in lacrime, con il loro bambino appena nato. Il papà che lo prende in braccio è a torso nudo, perché ai neonati piace il calore umano. Li rassicura. Nel commento che hai diffuso, egli vien descritto come un mostro che ha appena sottratto l’infante alla madre, sicuramente sfruttata nel suo essere donna, costretta ad “affittare” il suo utero per necessità. La colpa degli adulti è quella di aver “strappato” al capezzolo materno un povero ignaro, per una questione di denaro e presunto egoismo. Nel commento condiviso non hai insultato solo la vicenda umana di quei due padri, ma migliaia di persone Lgbt ed eterosessuali che si riconoscono in certe scelte. E in un certo qual modo hai ferito anche me. E cercherò di spiegarti le ragioni di quello che dico.

Una cosa vorrei ti fosse chiara: quel bambino è nato per una scelta, i due padri hanno deciso di metterlo al mondo. Hanno cercato una portatrice: una donna che, per legge, non deve avere problemi economici, che deve superare rigide valutazioni psicologiche ed essere già madre di figli suoi. Negli Stati Uniti tale pratica è a pagamento (e le cifre versate alla gestante non sono mai quei fantastiliardi millantati da chi, guarda caso, poi dichiara milioni di partecipanti ai vari festival dell’odio contro gay e lesbiche), in Canada invece è gratuita. In entrambi i casi è un atto che fa della donna la padrona del suo corpo. Che dà vita a chi altrimenti non nascerebbe mai. Che permette a un individuo di poter essere, circondato dell’amore di chi lo ha voluto davvero. Dove sta l’egoismo a voler portare al mondo qualcuno a cui donare il proprio affetto?
Poi, ti ricordo, anche tu sei madre. C’è una foto, nel tuo profilo, di tua figlia. Una bambina bellissima. Cosa diresti se io facessi affermazioni contro la sua esistenza, solo perché non condivido alcune tue scelte di vita? Perché è quello che hai fatto tu, forse senza saperlo, contro quel bimbo che ha la colpa di avere due genitori considerati, dal tuo punto di vista, fuori norma. E siccome non ti piace quella scelta, allora essa è un errore. Ma se è un errore, come consideri il frutto di quella decisione? È uno errore allo stesso modo? Quel bambino è uno sbaglio? Tu che sei cattolica, che ti sei sposata in chiesa, che sei fiera del tuo velo bianco e che, se la memoria non mi inganna, sei anche contro l’aborto, mi stai forse dicendo che quella vita non doveva essere perché il modo di averla portata al mondo non corrisponde al tuo e a quello che la massa considera come unica strada possibile? Ci sono davvero, nel tuo sistema di pensiero, vite di serie A e vite di serie B? Sarebbe interessante sapere se fossi in grado di dare questa risposta direttamente a quel bambino, un giorno.
Eravamo compagni, a scuola, io e te. In molte cose eravamo (e siamo) profondamente diversi. Eppure ho sempre cercato di vedere l’umanità di chi mi è stato vicino al di là delle differenze politiche. Hai votato, per anni, persone che hanno portato l’Italia al disastro attuale. Hai fatto in modo, attraverso le tue scelte politiche, che i figli e le figlie di tutti/e noi abbiano meno futuro e più incertezze. Certo, non lo hai fatto per male, ma qualcuno potrebbe fartelo notare. E cosa diresti se, in nome delle tue idee politiche, del tuo approccio alla vita, ti si dicesse che non hai diritto ad essere madre? Perché a ben vedere, è quello che hai fatto tu: nel tuo sistema di pensiero la genitorialità è un fatto che appartiene solo agli eterosessuali, tramite pratiche “naturali”. Se questo approccio è valido, se essere genitori ha valore politico, cosa diresti a chi ti dice che non dovevi essere madre per i tuoi errori? Cosa risponderesti, cioè, se dicessero a tua figlia che non doveva nascere solo perché, per qualcuno, sua madre può apparire una persona imbarazzante? So già la risposta, per come ti conosco. So la rabbia che monta tra le tue tempie. Ma pensa che è esattamente quello che tu hai fatto, contro quelle persone. Contro quel bambino.
Cara G., tu non lo sai, ma un giorno, forse, potrebbe accadere a te di dover rispondere ai tuoi figli di qualcosa che per ora non sei in grado di immaginare. Con ogni eventualità, loro saranno eterosessuali. Ma c’è una probabilità, che oscilla attorno al 10%, che possano essere omosessuali. Ti sembra poco? È la stessa cifra che prendeva il partito che votavi, quando esisteva ancora. Se così fosse, se i tuoi bambini da adulti dovessero fare scelte che ora non sei in grado di condividere o comprendere, cosa diresti loro? Daresti la patente di “mostro”, la stessa che hai depositato sopra una storia, su tre intere esistenze, che non conosci nemmeno ma che ti senti libera di giudicare solo perché hai avuto la “fortuna” di nascere dalla parte “giusta” di una definizione sociale?
Cara G., ti scrivo tutto questo – e con molta amarezza – perché è sfiancante vedere come certe idee vi rendano disumani. Come questa mancanza di pietà verso chi non è come noi lo vorremmo, in tutto o in parte, non tiene conto dell’amore, della sofferenza, del sangue che scorre nelle nostre vene. Perché è quello che hai fatto: non hai visto le persone e le loro storie. Hai solo usato parole orribili. Pazienza se poi possono far male. Ed è quello che hai fatto. Contro me, quelli come me e i figli e le figlie che facciamo perché li vogliamo davvero. E perché contro tale scelta c’è solo un’alternativa: il loro non essere. Il contrario della vita. Condividendo quel contenuto, hai scelto tutto questo.
Dario Accolla
Attivista e scrittore
Diritti - 15 Febbraio 2016
Utero in affitto, lettera aperta sulla gestazione per altri
Cara G., ho deciso di scriverti questa lettera aperta, per via di un contenuto condiviso su Facebook: la foto di quei due padri, in lacrime, con il loro bambino appena nato. Il papà che lo prende in braccio è a torso nudo, perché ai neonati piace il calore umano. Li rassicura. Nel commento che hai diffuso, egli vien descritto come un mostro che ha appena sottratto l’infante alla madre, sicuramente sfruttata nel suo essere donna, costretta ad “affittare” il suo utero per necessità. La colpa degli adulti è quella di aver “strappato” al capezzolo materno un povero ignaro, per una questione di denaro e presunto egoismo. Nel commento condiviso non hai insultato solo la vicenda umana di quei due padri, ma migliaia di persone Lgbt ed eterosessuali che si riconoscono in certe scelte. E in un certo qual modo hai ferito anche me. E cercherò di spiegarti le ragioni di quello che dico.
Una cosa vorrei ti fosse chiara: quel bambino è nato per una scelta, i due padri hanno deciso di metterlo al mondo. Hanno cercato una portatrice: una donna che, per legge, non deve avere problemi economici, che deve superare rigide valutazioni psicologiche ed essere già madre di figli suoi. Negli Stati Uniti tale pratica è a pagamento (e le cifre versate alla gestante non sono mai quei fantastiliardi millantati da chi, guarda caso, poi dichiara milioni di partecipanti ai vari festival dell’odio contro gay e lesbiche), in Canada invece è gratuita. In entrambi i casi è un atto che fa della donna la padrona del suo corpo. Che dà vita a chi altrimenti non nascerebbe mai. Che permette a un individuo di poter essere, circondato dell’amore di chi lo ha voluto davvero. Dove sta l’egoismo a voler portare al mondo qualcuno a cui donare il proprio affetto?
Poi, ti ricordo, anche tu sei madre. C’è una foto, nel tuo profilo, di tua figlia. Una bambina bellissima. Cosa diresti se io facessi affermazioni contro la sua esistenza, solo perché non condivido alcune tue scelte di vita? Perché è quello che hai fatto tu, forse senza saperlo, contro quel bimbo che ha la colpa di avere due genitori considerati, dal tuo punto di vista, fuori norma. E siccome non ti piace quella scelta, allora essa è un errore. Ma se è un errore, come consideri il frutto di quella decisione? È uno errore allo stesso modo? Quel bambino è uno sbaglio? Tu che sei cattolica, che ti sei sposata in chiesa, che sei fiera del tuo velo bianco e che, se la memoria non mi inganna, sei anche contro l’aborto, mi stai forse dicendo che quella vita non doveva essere perché il modo di averla portata al mondo non corrisponde al tuo e a quello che la massa considera come unica strada possibile? Ci sono davvero, nel tuo sistema di pensiero, vite di serie A e vite di serie B? Sarebbe interessante sapere se fossi in grado di dare questa risposta direttamente a quel bambino, un giorno.
Eravamo compagni, a scuola, io e te. In molte cose eravamo (e siamo) profondamente diversi. Eppure ho sempre cercato di vedere l’umanità di chi mi è stato vicino al di là delle differenze politiche. Hai votato, per anni, persone che hanno portato l’Italia al disastro attuale. Hai fatto in modo, attraverso le tue scelte politiche, che i figli e le figlie di tutti/e noi abbiano meno futuro e più incertezze. Certo, non lo hai fatto per male, ma qualcuno potrebbe fartelo notare. E cosa diresti se, in nome delle tue idee politiche, del tuo approccio alla vita, ti si dicesse che non hai diritto ad essere madre? Perché a ben vedere, è quello che hai fatto tu: nel tuo sistema di pensiero la genitorialità è un fatto che appartiene solo agli eterosessuali, tramite pratiche “naturali”. Se questo approccio è valido, se essere genitori ha valore politico, cosa diresti a chi ti dice che non dovevi essere madre per i tuoi errori? Cosa risponderesti, cioè, se dicessero a tua figlia che non doveva nascere solo perché, per qualcuno, sua madre può apparire una persona imbarazzante? So già la risposta, per come ti conosco. So la rabbia che monta tra le tue tempie. Ma pensa che è esattamente quello che tu hai fatto, contro quelle persone. Contro quel bambino.
Cara G., tu non lo sai, ma un giorno, forse, potrebbe accadere a te di dover rispondere ai tuoi figli di qualcosa che per ora non sei in grado di immaginare. Con ogni eventualità, loro saranno eterosessuali. Ma c’è una probabilità, che oscilla attorno al 10%, che possano essere omosessuali. Ti sembra poco? È la stessa cifra che prendeva il partito che votavi, quando esisteva ancora. Se così fosse, se i tuoi bambini da adulti dovessero fare scelte che ora non sei in grado di condividere o comprendere, cosa diresti loro? Daresti la patente di “mostro”, la stessa che hai depositato sopra una storia, su tre intere esistenze, che non conosci nemmeno ma che ti senti libera di giudicare solo perché hai avuto la “fortuna” di nascere dalla parte “giusta” di una definizione sociale?
Cara G., ti scrivo tutto questo – e con molta amarezza – perché è sfiancante vedere come certe idee vi rendano disumani. Come questa mancanza di pietà verso chi non è come noi lo vorremmo, in tutto o in parte, non tiene conto dell’amore, della sofferenza, del sangue che scorre nelle nostre vene. Perché è quello che hai fatto: non hai visto le persone e le loro storie. Hai solo usato parole orribili. Pazienza se poi possono far male. Ed è quello che hai fatto. Contro me, quelli come me e i figli e le figlie che facciamo perché li vogliamo davvero. E perché contro tale scelta c’è solo un’alternativa: il loro non essere. Il contrario della vita. Condividendo quel contenuto, hai scelto tutto questo.
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Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.
Beirut, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - Hamas si starebbe preparando per un nuovo raid, come quello del 7 ottobre 2023, penetrando ancora una volta in Israele. Lo sostiene l'israeliano Channel 12, in un rapporto senza fonti che sarebbe stato approvato per la pubblicazione dalla censura militare. Il rapporto afferma inoltre che Israele ha riscontrato un “forte aumento” negli sforzi di Hamas per portare a termine attacchi contro i kibbutz e le comunità al confine con Gaza e contro le truppe dell’Idf di stanza all’interno di Gaza.
Cita inoltre il ministro della Difesa Israel Katz, che ha detto di recente ai residenti delle comunità vicine a Gaza: "Hamas ha subito un duro colpo, ma non è stato sconfitto. Ci sono sforzi in corso per la sua ripresa. Hamas si sta costantemente preparando a effettuare un nuovo raid in Israele, simile al 7 ottobre". Il servizio televisivo arriva un giorno dopo che il parlamentare dell'opposizione Gadi Eisenkot, ex capo delle Idf, e altri legislatori dell'opposizione avevano lanciato l'allarme su una preoccupante recrudescenza dei gruppi terroristici di Gaza.
"Negli ultimi giorni, siamo stati informati che il potere militare di Hamas e della Jihad islamica palestinese è stato ripristinato, al punto che Hamas ha oltre 25.000 terroristi armati, mentre la Jihad ne ha oltre 5.000", hanno scritto i parlamentari, tutti membri del Comitato per gli affari esteri e la difesa.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos/Afp) - L'attacco israeliano nei pressi della città di Daraa, nel sud della Siria, ha ucciso due persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale siriana Sana.
"Due civili sono morti e altri 19 sono rimasti feriti in attacchi aerei israeliani alla periferia della città di Daraa", ha affermato l'agenzia di stampa, mentre l'esercito israeliano ha affermato di aver preso di mira "centri di comando e siti militari appartenenti al vecchio regime siriano".