Ma perché Matteo Renzi si ostina a voler piazzare il suo amico Marco Carrai su una poltrona nell’ambito della sicurezza o dei servizi segreti? Piuttosto dovrebbe affidargli il ministero dell’Economia.
Uno dei più grossi problemi dell’Italia è l’enorme macigno del debito pubblico, fardello che incomincia a esserle di nuovo rinfacciato. Strano che il presidente del Consiglio si sia dimenticato di cosa deve fare. Nell’interesse della Nazione, gli ricordiamo noi qual è la soluzione.
La svela proprio Carrai il 15 luglio 2014, presentandosi come presidente del Cambridge Management Consulting Labs. Si tratta di costituire un’entità denominata Fondo Patrimonio Italia, mettendovi “gli asset morti dello Stato per estrarvi valore”, prelevati dall'”immenso patrimonio immobiliare pubblico”. Se ne piazzano poi le quote “a investitori istituzionali, fondi sovrani e al c.d. Bot-People” e ciò “permetterebbe di abbattere di circa 2-300 miliardi il debito pubblico dello Stato”.
Si potrebbe cavillare che l’idea di creare una scatola finanziaria, riempirla con immobili pubblici e poi venderla è vecchia e frusta. Che i risparmiatori non sono così fessi, scottati dai disastri dei fondi immobiliari. Che in un tale contenitore finirebbe quanto c’è di più invendibile, anziché gli immobili di valore, monetizzati prima senza tale marchingegno.
Ma perché fare sempre i pignoli? Prendiamo piuttosto umilmente lezione dal novello Maynard Keynes. A conclusione della sua proposta Carrai ci svela infatti il segreto: “la differenza fra svendere e valorizzare sta in tre parole: efficienza, fantasia e volontà”. Che idea originale! Che pensiero profondo!