I pm di Milano contestano a 13 persone, tra cui alcuni manager di Deutsche Bank e Nomura, il falso in bilancio, l'ostacolo alla vigilanza, l'aggiotaggio e il falso in prospetto. L'ex presidente e l'ex direttore generale sono accusati di aver esposto nei conti "fatti materiali non rispondenti al vero", "con l’intenzione di ingannare i soci" e nascondere il buco
Nuova richiesta di rinvio a giudizio per l’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassarri, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini. La Procura di Milano ha chiesto che gli ex vertici dell’istituto senese vadano a processo insieme a sei tra dirigenti o ex dirigenti di Deutsche Bank, a due della banca giapponese Nomura e alle tre banche, per le operazioni finanziarie con cui sono state coperte le perdite legate all’acquisto di Antonveneta. La vicenda riguarda in particolare il derivato Santorini e il prestito Fresh. Mussari, Vigni e Baldassarri sono stati tutti già condannati in primo grado nel processo Alexandria a Siena, dove è scoppiato lo scandalo e da dove sono stati trasmessi gli atti che poi hanno dato vita ai filoni chiusi ora a Milano.
I reati contestati dai pm Stefano Civardi, Mauro Clerici e Giordano Baggio sono falso in bilancio, ostacolo alle attività di vigilanza di Consob e Bankitalia, aggiotaggio e falso in prospetto per fatti commessi tra il 2008 e il 2012. Tredici le persone per le quali è stato chiesto il processo. Secondo la procura, che ha chiuso le indagini a metà gennaio, attraverso le operazioni finanziarie Santorini, Alexandria, Fresh e Chianti Classico (derivati, prestiti ibridi e cartolarizzazioni) sono stati indicati centinaia di milioni di euro di utili, mai prodotti effettivamente. E allo stesso tempo ritiene che siano state occultate perdite miliardarie con dati di bilancio truccati per oltre 2 miliardi di euro. Le operazioni, stando alle indagini del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Gdf di Roma, sono servite soltanto a nascondere il buco seguito all’acquisizione di Antonveneta per circa 10 miliardi di euro.
I dipendenti ed ex dipendenti della filiale londinese di Deutsche Bank – Ivor Dunbar, Michele Faissola, Michele Foresti, Dario Schiraldi, Matteo Vaghi e Marco Veroni – sono coinvolti per aver strutturato il derivato Santorini, che sarebbe servito a occultare le perdite. Indagati anche l’ex amministratore delegato di Nomura Sadeq Sayeed e l’ex responsabile vendite per l’Europa e il Medio oriente Raffaele Ricci.
Mussari e Vigni, in particolare, in concorso con gli altri indagati, “con l’intenzione di ingannare i soci” per “conseguire per sé e per altri un ingiusto profitto” avrebbero esposto, come scrivono i pm nell’imputazione, nei “bilanci, nelle relazioni e nelle altre comunicazioni sociali” fatti “materiali non rispondenti al vero”, causando così “ad Mps un danno patrimoniale di rilevante entità”. In relazione al derivato Santorini per esempio, spiegano gli inquirenti, gli ex vertici “ideavano, organizzavano, concludevano ed eseguivano un’operazione di finanza strutturata fatta su misura, anomala e fuori mercato“.