Ricavi e utili in diminuzione, “significative criticità” nella qualità del servizio percepita dai clienti e “sempre più reclami“. E’ il giudizio della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria e la puntualità e affidabilità delle consegne fatte da Poste italiane. La relazione dei magistrati contabili sull’esercizio 2014 del gruppo guidato da Francesco Caio evidenzia che per la capogruppo l’anno si è chiuso con un risultato positivo di 56,9 milioni di euro, in “riduzione significativa” rispetto al dato registrato nel 2013 che era stato di 708,1 milioni di euro. Il risultato “ha risentito della decisa flessione dei ricavi del settore postale, delle minori remunerazioni riconosciute dallo Stato a copertura dell’onere del Servizio universale, dell’aumento degli stanziamenti per esodo e della svalutazione della partecipazione in Alitalia“. Anche l’utile realizzato dall’intero gruppo, rileva la magistratura contabile, si è considerevolmente ridotto a 211,9 milioni, a fronte di circa 1 miliardo di euro conseguito nel 2013.
E il peggioramento dei risultati, nell’esercizio che ha preceduto lo sbarco in Borsa avvenuto a ottobre 2015, è andato a braccetto con un “aumento complessivo dei reclami presentati (+7,3%), in particolare per le prestazioni ricomprese nel servizio universale nazionale e per i servizi di riserva (+55%)”, cioè la notifica di atti giudiziari e multe. In più, rileva la Corte, “in concomitanza con l’avvio delle attività propedeutiche alla quotazione in Borsa si è registrato un consistente incremento delle collaborazioni professionali esterne, determinate dalla componente di straordinarietà legata alle suddette operazioni”.
A rinforzare l’ultima riga del bilancio hanno contribuito “il risultato conseguito dal patrimonio BancoPosta, pari a 439,7 milioni (374,0 milioni nel 2013), e l’iscrizione in bilancio dei dividendi dalle società controllate per 201,2 milioni”. I ricavi totali si sono comunque attestati “a 9,16 miliardi, in diminuzione del 2,8 per cento rispetto al precedente esercizio”. I profitti dei servizi postali in particolare risultano in flessione dell’11,3 per cento, mentre i servizi BancoPosta hanno conseguito ricavi inferiori dell’1,9 per cento rispetto all’anno precedente. I costi sono ammontati a 8,78 miliardi, in aumento del 3,2% sul 2013, per effetto dell’aumento del costo del lavoro sostanzialmente connesso agli accantonamenti per incentivi all’esodo (+3,5%), mentre risulta in calo il costo per beni e servizi (-5 per cento).
In vista della quotazione, si legge nella relazione, è stato avviato “un progetto di valutazione dell’intero sistema di controllo interno“, per allineare Poste italiane “alle best practices delle società quotate”. Nel corso del 2014 sono state poi avviate attività rivolte a dare maggiore “stabilità alla struttura delle entrate”: il rinnovo della convenzione con Cassa Depositi e Prestiti sul risparmio postale, la regolazione di partite creditorie pregresse con la pubblica amministrazione e la stipula di un nuovo contratto di programma per il servizio universale.