Politica

Ddl Cirinnà, il M5S come si muove si muove male

Che è successo ieri in Senato? La solita mestizia, tra congiuntivi disattesi, sfoghi rancidi e un caleidoscopio di umanità avariata che mette depressione anche solo a guardarla.

Quasi tutti i giornali e tivù hanno così riassunto: “I 5 Stelle bloccano le unioni civili”. E’ vero? No. E’ la narrazione che Renzi sta provando a imporre. Ieri non è saltata la legge ma il canguro, che era e resta un artificio bieco perché nega la discussione parlamentare. Fu schifoso quando il Pd lo usò vilmente per il ddl Boschi e resta concettualmente irricevibile anche se si cerca di applicarlo per velocizzare una legge “buona”.

Se il ddl Cirinnà è a rischio, è perché il Pd – che lo ha proposto – ci crede così poco da dare la libertà di coscienza. Avete mai visto un partito proporre una legge e poi sperare intimamente che non passi? Io sì: il Pd. Non tutto, ovvio, ma una buona parte sì. Se il Pd ci credesse, imporrebbe il “sì” senza tanti sofismi. Altro che libertà di coscienza. E’ una legge che tutti a “sinistra” (va be’) dicono di volere, ma che effettivamente vogliono in pochi. A partire dal Pd, che infatti è sempre più diviso. Ancor più dopo ieri. Renzi proverà a dare la colpa ai 5 Stelle se la legge non passerà e se ne attribuirà unicamente il merito se passerà: il solito film. Ma la realtà è diversa. E la sua timidezza nell’attaccare le ingerenze di Bagnasco, o il suo non mettere mai il faccione su unioni civili e stepchild adoption, la dice lunga sulla sua natura smisuratamente democristiana.

Quindi tutto bene dalle parti del M5S? No. Per almeno due motivi: il primo è che il loro essere “parlamentaristi”, cioè propensi alla discussione parlamentare (anche quella più snervante e ostruzionistica), è lecito e condivisibile, ma ieri a cosa ha condotto? A ricevere gli applausi da Calderoli e Formigoni, e io se fossi applaudito da due così qualche domanda me lo porrei. Mi si dirà che “la coerenza non è merce di scambio”, e che fa parte della vita politica votare ora come la Boschi (cioè come Verdini) e ora come Gasparri (cioè come niente). Certo. Però siam sempre lì: se persegui costantemente la “iper-coerenza” senza mai adattarti al contingente, rischi di tagliarti gli zebedei per far dispetto alla moglie. E questo è tremendo, soprattutto se la moglie è Giovanardi.

Il secondo motivo è che qui non si parla solo di coerenza “anti-canguro”, ma anche e soprattutto di mera tattica. Dietro il paravento del canguro, i 5 Stelle hanno (tardivamente) agito così per non urtare il loro elettorato di centro-destra e per mettere in difficoltà Renzi. Sono passati dal “la votiamo sicuro” al “la votiamo forse”. E’ evidente come siano scivolati dalla coerenza alla tattica: lecito pure questo, e il nervosismo di Renzi è per loro una vittoria, ma i 5 Stelle dovrebbero ammetterlo chiaramente. Dovrebbero dire: “Lo stiamo facendo per impantanare il Pd”. E nel dire questo, dovrebbero forse anche valutare se alla lunga questa mossa possa trasformarsi in boomerang.

Di fatto, per i 5 Stelle, il ddl Cirinnà è un cul de sac: come si muovono, si muovono male. Se votavano il canguro, facevano un favore a Renzi (ma anche alle unioni civili). Se votavano contro il canguro, come poi è accaduto, non sporcavano la loro coerenza (ma regalavano un orgasmino ad Adinolfi). E adesso? Idem come sopra. Se votano il ddl Cirinnà urtano metà del loro elettorato, se non la votano fanno perdere al paese una grande possibilità per essere meno bigotto. Per loro una pessima situazione e per il paese una brutta sensazione: quella di vedere un Movimento giocare allo “scacchista” su un tema che dovrebbe vedere unita tutta la “buona politica” (ammesso che ne esista una “buona”). Con tutte le volte che potevate essere tattici e cinici, cari M5S, dovete farlo proprio sulla ddl Cirinnà?

P.S. Per sgombrare il campo da qualsivoglia equivoco: io, se fossi un parlamentare, voterei la Cirinnà così com’è. Senza se e senza ma.