Un evento per toccare con mano i vantaggi dello “Smart working”: è questo l’obiettivo della Giornata del lavoro agile, iniziativa promossa dal Comune di Milano e giunta quest’anno alla terza edizione. L’appuntamento è per mercoledì 18 febbraio: aziende private, enti pubblici e studi professionali potranno prenotare una postazione di lavoro presso uno dei 40 coworking accreditati, sperimentando un modello che valorizza la flessibilità e l’autonomia dei lavoratori e delle lavoratrici.
Il “lavoro agile” si allinea a una modalità di “lavoro decentrato” già molto diffusa all’estero: significa poter lavorare dove si vuole, senza l’obbligo della presenza fissa in ufficio. Una pratica che, secondo i sostenitori, porta a numerosi vantaggi: non solo la qualità della vita del dipendente (meno spostamenti, maggiore autonomia e tempo per la famiglia), ma anche i profitti aziendali. Il benessere del dipendente aumenta la produttività, abbatte l’assenteismo e riduce l’impatto ambientale legato agli spostamenti.
“Grazie a queste giornate il lavoro agile è diventato un tema nazionale e Milano si propone per il terzo anno come città pilota di questa formula intelligente per l’equilibrio fra vita e lavoro”, spiega l’assessore al Benessere e qualità della vita Chiara Bisconti. “I riscontri finora sono stati ottimi: come succede anche in altri settori, la realtà è un passo più avanti delle resistenze culturali. Nonostante le diffidenze, molte persone adottano già lo smart working. La speranza è che diventi una realtà sempre più diffusa, non solo in azienda, ma anche nelle pubbliche amministrazioni”. E conclude Bisconti: “Senza dimenticare i vantaggi per l’ambiente. In occasione della scorsa edizione, solo a Milano sono stati evitati 150.000 km nel 2014 e 170.000 km nel 2015, con una drastica riduzione del traffico, delle emissioni di CO2 e dei consumi energetici”.
Il progetto ha riscosso un crescente interesse in tutto il territorio nazionale e quest’anno coinvolge anche i i Comuni di Bergamo, Torino, Genova e Trento. L’edizione 2015 delle “Giornate agili” ha raccolto l’adesione di 150 aziende ed enti (+43% rispetto al 2014), offrendo un’opportunità “smart” a più di 8000 dipendenti, da Bolzano a Brindisi. Hanno aderito realtà di diverse dimensioni: da piccoli studi legali a importanti realtà del settore sanitario, universitario e bancario. Oltre a queste, si sono aggiunte aziende multinazionali. Ma la pratica è ancora sconosciuta per molte persone: l’analisi 2015 del Work Trends Study di Adecco, un report sul mercato del lavoro realizzato in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, rivela che su un campione di più di 2.700 candidati e 143 recruiter, il 67,7% dei lavoratori e il 28% dei selezionatori dichiarava di non aver mai sentito parlare di smart working.
Secondo una ricerca dell’Osservatorio smart working del Politecnico di Milano, questo nuovo modello potrebbe portare all’Italia 27 miliardi in più di produttività e 10 miliardi in meno di costi fissi. Un’analisi che ha risvegliato l’interesse anche dell’esecutivo. Lo scorso gennaio è stato approvato un disegno di legge collegato alla legge di stabilità, con l’obiettivo di favorire “l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”. Fra le misure previste, anche agevolazioni fiscali e incentivi contributivi per le aziende che incentivano lo smart working.
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