I 5,3 miliardi sono frutto di un risparmio “metodologico”: via infrastrutture, metropolitane, aeroporti e spese per il turismo. Ovvero tutto ciò che non è riconducibile alla manifestazione sportiva. Il docente universitario: "I giochi costeranno di più, anche perché alcuni interventi sono imprescindibili per la realizzazione dell'evento". E così ci si avvicinerebbe ai 13 miliardi "bocciati" dal governo tecnico per Roma 2020
Dalla candidatura di Roma 2020 bocciata dal governo Monti a quella di Roma 2024 sostenuta da Matteo Renzi non è cambiato poi molto. Non dal punto di vista dei costi, almeno. Il budget low-cost da 5,3 miliardi di euro (“uno dei più bassi nella storia delle Giochi estivi” secondo il numero uno del Coni Giovanni Malagò) è frutto di un risparmio soprattutto “metodologico”: via infrastrutture, metropolitane ed aeroporti, spese per il turismo. Dal primo conto presentato dal comitato promotore scompaiono tutti i costi accessori e non strettamente riconducibili allo svolgimento della manifestazione. “Non facciamo confusione” è il motto del presidente Luca Cordero di Montezemolo. Ma per Roberto Perotti, professore ordinario di economia politica alla Bocconi di Milano, si tratta solo di una “furbata”: “Questi dati valgono meno di zero, le Olimpiadi costeranno certamente di più, anche perché alcuni interventi sono imprescindibili per la realizzazione della manifestazione” ha detto a ilfattoquotidiano.it. Così, infatti, il progetto di Roma 2024 non è poi molto diverso da quello di Roma 2020, affossato nel 2012 da Mario Monti. Allora il totale di 13 miliardi di euro era comprensivo di tutte le spese (anche infrastrutture e sostegno al turismo). Mentre i costi “secchi” di organizzazione e impianti sportivi ammontavano a 5,3 miliardi di euro. La stessa, identica cifra che ritorna oggi per Roma 2024.
NIENTE METRO E AEROPORTI – Nel 2011, quando l’Italia era in corsa per l’edizione del 2020, la commissione di esperti presieduta dall’economista Marco Fortis, aveva stimato in 13 miliardi di euro il costo dei Giochi per l’Italia. In quella cifra, però, c’erano oltre 3 miliardi di sostegno al turismo e 4,4 miliardi di investimenti in infrastrutture di trasporti, mobilità e progetti urbani. Ad esempio 850 milioni per la chiusura dell’anello ferroviario di Roma nord, 400 milioni per l’allungamento della Metro A (oggi sul tavolo c’è anche l’ipotesi di prolungare la Metro C, non cambierebbe molto), altrettanti per il rafforzamento dei collegamenti con Fiumicino. Tutti lavori citati da Malagò e Montezemolo ma non inclusi in questo preventivo di Roma 2024: “Sono opere importanti, per cui esiste già una progettualità. Nel momento in cui dovessimo vincere ci sarà evidentemente una forte incentivazione per il governo a realizzarle”. Senza di esse, però, i Giochi non sarebbero sostenibili: basti pensare che il centro nevralgico sarà Tor Vergata, con il villaggio olimpico e due impianti, al momento non collegata alla metropolitana. Ma Malagò taglia corto: “L’Agenda 2020 del Cio – specifica Malagò – ci chiede di presentare un dossier esclusivamente relativo alla candidatura e ai costi dei Giochi in senso stretto. Se poi uno decide di costruire un nuovo aeroporto è un altro discorso”.
CINQUE MILIARDI DI SPESA CERTI – Il comitato organizzatore per ora calcola due macro-voci di spesa. Da una parte 2,1 miliardi di euro per ciò che rimarrà alla città: il villaggio olimpico di Tor Vergata (che si trasformerà in un campus universitario), un’arena del ciclismo, un parco naturalistico, il recupero del Flaminio (oggi in totale abbandonato) e il completamento delle famose Vele di Calatrava (per cui se ne andranno altri 400 milioni, cifra che il comitato spera di rivedere al ribasso). Dall’altra 3,2 miliardi di euro per i costi “temporanei”, lo svolgimento materiale dei Giochi e le strutture rimovibili. In totale fanno 5,3 miliardi. “Ma si tratta di una cifra senza alcuna attendibilità, perché non ha senso scorporare costi che si sa già dovranno essere sostenuti”, commenta il professor Perotti. Soprattutto, sono gli stessi soldi preventivati per Roma 2020, solo organizzati in maniera diversa: allora erano 2,5 miliardi di costi di organizzazione e 2,8 di infrastrutture sportive, il risultato non cambia. Montezemolo assicura comunque che saranno coperti in buona parte dalle entrate garantite dai contribuiti Cio, contratti di sponsor e licensing, vendita dei biglietti; e che l’esborso per le casse pubbliche sarà contenuto. Nel conto ci sono almeno le spese di sicurezza, 677 milioni. “Ci siamo voluti tenere larghi”, afferma il professor Beniamino Quintieri, che ha curato la valutazione di impatto economico della manifestazione. In realtà la stima non è poi così generosa: poco meno di quanto ha speso Londra nel 2012 (685 milioni di euro, alla fine). Ma da allora l’allarme terrorismo non è certo diminuito, e in Inghilterra i costi della sicurezza sono più che raddoppiati rispetto alle previsioni.
GIÀ IN CONTO UNO SFORAMENTO DEL 35% – A proposito di lievitazione delle spese: lo studio di impatto (leggi il documento), pur assicurando che il saldo sarà positivo in ogni caso, mette già le mani avanti, ipotizzando un possibile sforamento del budget del 35% (1,3 miliardi di euro), con cui ci si avvicina a quota 7,5 miliardi. Anche con percorso netto, i costi vengono quantificati in 6 miliardi di euro, cifra un po’ diversa dai 5,3 miliardi dichiarati da Luca Cordero di Montezemolo. “Ma noi abbiamo tenuto in considerazione pure altri fattori come i costi di congestione. C’è una certa discrepanza tra la contabilità di bilancio e il costo economico”, spiega Quinteri. “Approfondiremo tutto con maggior chiarezza in futuro, sono ragionamenti un po’ complicati”. Per il momento ci si deve accontentare di indicazioni a grandi linee.
177MILA POSTI DI LAVORO? “RIDICOLO” – Stesso discorso per i possibili benefici economici della manifestazione. Lo studio di valutazione prevede una crescita del Pil dello 0,4% all’anno nel periodo di cantiere (dal 2017 al 2024), ma circoscritto soltanto alla Regione Lazio e non a tutto il Paese. Il dato più eclatante, poi, riguarda i nuovi posti di lavoro che la manifestazione garantirebbe: addirittura 177mila fino all’anno olimpico, più altri 90mila nel decennio successivo. Una stima che l’economista Perotti ritiene irrealistica: “È ridicolo: parliamo di un budget totale, che non basterebbe neanche se fosse dedicato interamente alla forza lavoro. Dividendo i 5,3 miliardi per 177mila – spiega – otteniamo un costo di circa 30mila euro a posto di lavoro: anche prendendo in considerazione uno stipendio da 18-20mila euro, la media è di 40mila”. I conti, insomma, non sembrano tornare. “A meno che – conclude l’economista – non vengano calcolati anche i posti di lavoro creati dagli altri investimenti correlati ai Giochi. Ma in quel caso sarebbe più corretto dire il costo totale della manifestazione. Prima o poi i cittadini dovranno sapere quanti soldi servono veramente per le Olimpiadi”.