Sanremo è una roba per vecchi? Nì, perché se è vero che, nonostante un deciso ringiovanimento, il pubblico televisivo del Festival è decisamente over 40, sui social network la faccenda è molto diversa. E lo strumento principe dell’arrembante social tv è, da tempo, Twitter. Nessuna eccezione per Sanremo, che su Twitter è stato cinguettatissimo e commentatissimo: 2,8 milioni di tweet sul tema, con un incremento del 13% rispetto al 2015 e addirittura 237 milioni di visualizzazioni (+12% rispetto all’anno scorso).
Il 56% di chi ha twittato di Sanremo è composto da uomini (44% donne), con una “unique audience” (vale a dire persone esposte almeno a un tweet sul Festival nell’arco della giornata) media giornaliera di 416.200. Molto alto il numero di chi ha cinguettato anche un solo tweet su Sanremo: 181.700 unique author. I giorni più intensi sono stati sabato 13 febbraio e mercoledì 10 (603mila tweet), seguiti dalla prima serata di martedì 9 (568mila), giovedì 11 (517mila) e venerdì 12 (409mila).
Per quanto riguarda l’età, come dicevamo il dato è clamoroso: il 60% dell’audience su Twitter è under 34 (i cosiddetti millennials, che vanno così di moda ultimamente). Un dato che per molti dirigenti televisivi può restare soltanto un sogno irrealizzabile. Twitter, invece, ha investito molto su un evento solo apparentemente lontano dal suo target di riferimento, anche con la presenza in riviera della BlueRoom, all’interno della quale si sono susseguiti conduttori e cantanti in gara per rispondere alle domande dei fan. La sinergia tra social e televisione non è più una scelta da fare o da non fare, semplicemente perché è già realtà nei fatti. L’hanno decisa gli utenti di Twitter e i telespettatori, e i capoccia di una parte e dell’altra forse all’inizio l’hanno subita, forse, ma oggi sanno perfettamente che non possono farne a meno. Ne va del futuro della fruizione televisiva (e forse anche dell’essenza stessa di Twitter, proprio in questo periodo alla ricerca di una nuova fisionomia).