Un sistema in grado di programmare e definire il numero di entrate e uscite dal percorso universitario può solamente giovare alle realtà lobbistiche che traggono “profitto” dall’attuale sistema universitario (Cit. Cepus Dei – Massimo Citro e Michele Bonetti)

Il Cineca (Consorzio interuniversitario) costituitosi nel ‘69 come centro di supercalcolo, negli anni 80 comincia a sviluppare sistemi gestionali e amministrativi per le università; il Cineca è oggi una struttura pubblica che si comporta come una società privata, è “il cuore tecnologico del sistema di comunicazione tra università e Ministero (Miur)”.

Cepu (Centro di Preparazione Universitaria), fondata nel 1995 da Francesco Polidori con sede legale a San Marino, nota per essere un’oasi fiscale, nel 1998 inizia il processo di certificazione di qualità Iso9001, trova ulteriore ampliamento nell’offerta formativa a partire dagl’anni 2000 (anno di entrata in vigore della legge sui test a numero chiuso) e inaugura il nuovo marchio Cepuweb specializzandosi maggiormente nella formazione.

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Il meccanismo è semplice: da una parte lo Stato ostacola gli studenti allontanandoli dagli atenei, dall’altra centri privati sembra che vogliano laureare e far diplomare studenti a tutti i costi “Lavori e vuoi laurearti? Vieni da noi”; il nostro sistema sta lasciando fuori studenti ben preparati, desiderosi di apprendere e fa laureare persone che già lavorano purché paghino. Quando le cose seguono la mera logica del profitto c’è il rischio che si deteriorino riducendosi in qualità.

Realtà associativa che trae benefici dall’attuale sistema di formazione è anche una società che dal 1993 opera nell’editoria, nella formazione e nell’orientamento, Alphatest, tramite la pubblicazione di volumi di preparazione non solo per testi universitari ma anche per concorsi pubblici, selezioni aziendali, esami per iscrizioni agl’albi professionali. A partire dagl’anni 2000, viene ulteriormente ampliata la loro offerta formativa e conseguentemente anche il loro fatturato. Incomincia a delinearsi la dimensione del Business rappresentato da questo meccanismo?

Altre strutture lobbistiche, traenti “profitto” dall’attuale sistema universitario sono l’Opus Dei e la Chiesa Cattolica. “Attualmente l’Opus Dei con 85.000 iscritti nel mondo è la più potente multinazionale dell’educazione religiosa, e ha influenza in molte Università, controlla moltissimi quotidiani e riviste” (da Cepus Dei di Massimo Citro e Michele Bonetti). La riduzione progressiva e costante di sovvenzioni pubbliche agli atenei, parallela all’aumento di finanziamenti statali alle Università private (in maggior parte cattoliche, pontificie o loro collegate) favorisce la crescita delle strutture universitarie private dal 2000 in poi.

È stato un governo di centrosinistra a volere l’introduzione del numero chiuso, introducendo anche la modifica che prevedeva la possibilità di finanziamenti alle Università private, ma è stato successivamente un governo di centrodestra guidato da Berlusconi ad aumentare progressivamente il finanziamento per le private a discapito delle università pubbliche e ritoccando con la riforma Gelmini al ribasso i requisiti minimi costringendo tutti i corsi di laurea a diventare a numero chiuso.

Il numero chiuso dunque limita anche gli introiti economici per le strutture universitarie pubbliche. Un corso di pochi studenti, avrebbe comportato un costo enorme e pochissime entrate. In un paese normale si sarebbe liberalizzata l’entrata ma in Italia è stato introdotto il sistema dei requisiti minimi per cui il Ministero stabilisce la necessità del rapporto di congruità tra Aule/Docenti/Studenti/Ricercatori/Laboratori rapporti che si sono sempre maggiormente ridotti per via del progressivo finanziamento dell’università private a discapito di quelle pubbliche.

Il meccanismo è semplice: meno studenti vi sono, più il rapporto si riduce. Le università per continuare a ricevere finanziamenti devono ridurre il valore di tale rapporto. Più il numero si riduce e più si viene pagati.

All’inizio i requisiti minimi erano nati con lo scopo di arginare la proliferazione di corsi, ma col tempo sono arrivati a stabilire il numero minimo di docenti, di servizi e di strutture e conseguentemente di studenti. Questi requisiti sono volti progressivamente a far ridurre il numero degli studenti nei corsi di laurea. I requisiti minimi sono sempre stati stabiliti per dm e non per legge.

Si riscontra un decadimento da un punto di vista qualitativo e quantitativo di alcune figure professionali poiché si bandiscono sempre meno posti e le università tendono a non disperdere gli studenti entrati promuovendo con molta più facilità rispetto a quindici anni fa quando la selezione risultava molto più importante (i dati infatti confermano che l’abbandono alla facoltà di medicina è negativo o comunque di gran lunga inferiore all’abbandono di altre facoltà a numero aperto, questa può rappresentare una diretta conseguenza del Dm Profumo 2013 che prevede una quota di finanziamenti premiali del Ffo per le facoltà che permettono il raggiungimento del titolo nei tempi prestabiliti).

La programmazione infatti risponde non alle esigenze di richiesta ma a quelle di mercato, ma ovviamente non si può promuovere la cultura basandosi su fredde politiche di bilanci economici. Inoltre attraverso questo meccanismo a numero chiuso si vengono a creare due imbuti: uno all’inizio del percorso universitario e l’altro all’inizio del percorso specialistico-lavorativo, imbuto che con queste premesse tende ad incentivare il sistema di nepotismo all’interno dell’università.

Altra realtà emergente che si nutre di questo secondo sistema a imbuto, creatosi sulla soglia d’ingresso nelle scuole di specializzazione in Medicina e Chirurgia, traendo “profitto” dalle difficoltà dei Medici Concorrenti è l’Accademia Italiana Medici Specializzandi (Aims).

La nuova modalità di selezione per l’accesso alle Scuole di Specializzazione in Medicina e Chirurgia ha sostituito i concorsi locali, proponendosi come garante del merito. Il Concorso, se solo si fosse svolto a rigor di legge, avrebbe avuto il merito di svincolare un elemento così importante, come l’ammissione alle Scuole di Specialità, dalle logiche di valutazione arbitraria e spesso non meritocratica legate alla precedente forma di selezione, basata spesso su un sistema clientelare e di nepotismo; nella realtà non è stato così, a causa delle molteplici irregolarità verificatesi nei primi due concorsi.

L’Aims – Accademia Italiana Medici Specializzandi è nata dall’idea di un giovane medico, il Dott. Antonio Mancini, vanta un’importante collaborazione didattica con l’Amir (Accademia Mir), Accademia per la preparazione dei concorsi in Spagna. L’Amir detiene il 60% della composizione societaria dell’Aims, il restante 40% appartiene, invece, al Dott. Mancini.

«In quest’ottica – afferma il direttore, il dott. Mancini – risulta fondamentale avere anche in Italia la possibilità di studiare in un’Accademia ed essere seguiti da docenti esperti, che impartiscono ai corsisti un metodo di studio, con l’ausilio di materiale didattico specifico e di Manuali realizzati appositamente per affrontare il concorso nazionale, senza disperdere il proprio studio su libri non idonei». I corsisti, dimentica il Dott. Mancini, hanno già conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, sono stati già valutati, nel corso dei sei anni, da docenti universitari che li hanno accompagnati alla laurea e hanno conferito loro l’abilitazione all’esercizio della professione medica.

Credo dunque che occorra attuare un nuovo bando concorsuale che si regga realmente sui principi di meritocrazia, offrendo ai medici concorrenti pari opportunità e dunque sede unica di concorso, bibliografia di riferimento, stessi controlli di sorveglianza e, non ultima, l’abolizione del curriculum vitaeAfferma un corsista Aims di Roma: “Per ottenere dei risultati in questo concorso nazionale, ritengo sia indispensabile una ampia e solida cultura medica generale, acquisita durante il corso di laurea in Medicina e Chirurgia, studiando con metodo rigoroso e con passione tutte le materie che questa bellissima facoltà ci offre”.

Ecco su cosa si basa il merito.

 

 

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