Il deputato Roberto Fico: "Dal primo maggio 2016, grazie al lavoro in commissione vigilanza gli spot su Rai Yoyo saranno completamente vietati ed è un grande passo avanti. Allora ci siamo spinti avanti con questo ddl”
Stop alla pubblicità nei programmi per bambini. E’ questa la proposta di legge dei deputati M5s Roberto Fico, Dalila Nesci e Mirella Liuzzi. Il ddl composto da due articoli, che andrebbe a sostituire le parti relative nel testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, vuole vietare “a tutte le emittenti televisive, pubbliche e private, di inserire qualunque pubblicità durante le funzioni religiose e all’inizio, durante o al termine di programmi contenitori rivolti ai bambini fino a 10 anni, e fare divieto di trasmettere spot in cui siano presenti minori fino a 13 anni“.
“La tv può dare grandi opportunità nello sviluppare il senso critico dei bambini”, ha spiegato il deputato grillino Fico e membro della commissione di Vigilanza Rai, “trasferire opportunità d’apprendimento culturale, ma bisogna essere attenti a normare il rapporto fra tv e minori. Un bambino non può assolutamente essere considerato un consumatore, dev’essere osservata la sua integrità fisica, psichica e morale”. Dal primo maggio 2016, “grazie al lavoro in commissione vigilanza la pubblicità su Rai Yoyo sarà completamente vietata ed è un grande passo avanti. Allora ci siamo spinti avanti con questa proposta di legge”. Vista l’unanimità con cui in commissione di vigilanza è stata votata la norma su Rai YoYo per il contratto di servizio “speriamo di trovare nei gruppi parlamentari lo stesso consenso anche nell’allargare il provvedimento alle televisioni private”.
Provvedimenti simili esistono già in altri Paesi: ad esempio in Norvegia non c’è nessuna pubblicità nei programmi per bambini fino a 12 anni; in Belgio gli spot sono vietati non solo durante il programma per bambini ma anche fino a cinque minuti prima e dopo la messa in onda, mentre in Irlanda e Australia, c’è il divieto di pubblicità in programmi rivolti a bambini in età prescolare.
In Italia, ha continuato Fico, “ci sono leggi ma possono essere aggirate. Secondo noi la libertà d’impresa non deve ‘cozzare’ con l’utilità sociale”. Anche perché stando a molti studi “fino all’età di 8 anni i bambini non riescono a percepire la differenza tra messaggio pubblicitario e prodotto editoriale. Non coglie la forza persuasiva del messaggio ma lo considera una verità e questo può portare a comportamenti consumistici anche compulsivi”. E’ nato infatti tra i bambini ”un bullismo da marche: chi compra certi prodotti acquista anche uno status mentre chi non ha le marche viene escluso socialmente”.
A margine della conferenza stampa, Fico ha anche accennato all’emendamento del governo alla legge di Stabilità che vieta le pubblicità per il gioco d’azzardo sulle emittenti generaliste: “Si poteva fare di più, il divieto a queste pubblicità dev’essere sacrosanto, in tutte le televisioni. Io non solo farei delle fasce ristrette ma vorrei un divieto assoluto perché il gioco d’azzardo può rovinare la vita delle persone”.