Quello che doveva essere il giorno decisivo per le unioni civili si è trasformato in uno psicodramma in Senato, tra insulti e vaffa (video). Un tutti contro tutti tra le diverse forze politiche e anche all’interno di esse, con l’unico risultato di bloccare il ddl e rinviare di una settimana la discussione, senza avere risolto i nodi cruciali. I 5 Stelle si dicono favorevoli al ddl Cirinnà ma contrari al “supercanguro“ – o emendamento del renziano Marcucci per tagliare le oltre 5mila proposte di modifica – che, al contrario, il Pd vorrebbe fare passare in aula. Intanto i dem, pur non proponendone lo stralcio, rimangono spaccati al loro interno sulla stepchild adoption. Infine, commentando il rinvio della discussione in aula il ministro dell’Interno e leader Ncd Angelino Alfano canta vittoria: “Ora Pd riparta da maggioranza di governo”. Il disegno di legge tornerà in aula solo il 24 febbraio, dopo l’esame del milleproroghe.
Tutto è iniziato martedì 16 febbraio col rifiuto del canguro da parte dei 5 Stelle, che la relatrice del ddl Monica Cirinnà ha commentato con amarezza: “Lo so che ho sbagliato a fidarmi del Movimento 5 Stelle e pagherò per questo – ha spiegato ai cronisti a Palazzo Madama -. Mi prendo la mia responsabilità politica di essermi fidata di loro. Concluderò la mia carriera con questo scivolone. Ne prendo atto”. E in un tweet aggiunge che “se la legge sulle unioni civili diventerà una schifezza sono pronta a togliere la firma e a lasciare la politica”.
Il Pd non proporrà stralcio della stepchild adoption – La mancata approvazione del canguro – che attualmente non ha i numeri per essere approvato – determinerebbe il ritorno del ddl in commissione. In questo modo, dice Marcucci, di fatto “sarà morto“. Nel Pd, poi, le divergenze tra maggioranza e cattodem non trovano una sintesi sulle adozioni, che Renzi, scrive il Corriere della Sera, a questo punto pensa di stralciare. Così troverebbe anche l’intesa con Alfano. “Dobbiamo capire – avrebbe detto ai suoi – se andare avanti oppure se è più saggio stralciare la stepchild adoption per trovare in aula una maggioranza che faccia passare questa legge, che è e resta il nostro obiettivo principale“. Ma il Pd, secondo quanto emerge, non proporrà lo stralcio dell’articolo, chiesto da Ap ma anche dai cattoDem e da un gruppo di senatori laici Dem. L’obiettivo è far votare il provvedimento articolo per articolo, dopo di che se quello con la stepchild adoption verrà cassato o modificato con emendamenti, sarà stata l’Aula a farlo e non avverrà per iniziativa preventiva del gruppo.
Alfano: “Ora Pd riparta da maggioranza di governo” – Soddisfatto sul “time out” il ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Il rinvio lungo – ha detto – è la vittoria del buon senso, il nostro buon senso. Ed è anche la prova che tra “vaffaday”, ruspe e rottamazioni, per il buon senso c’è ancora spazio. È il buon senso che vince sulla tentazione del Pd di strafare e su chi mi diceva che l’unica strada per fermare le adozioni gay era minacciare la crisi di governo”. Per il leader Ncd “se avessimo ricattato e minacciato, il Pd non sarebbe mai arrivato a questa decisione perché, di fronte alla crisi, i cattodem avrebbero fatto prevalere la ragion di Stato”. E ritiene che “forse neanche il M5S avrebbe compiuto la scelta di ieri, proprio per il motivo opposto: per tentare di fare cadere l’esecutivo. Noi abbiamo tenuto la linea giusta. Speriamo adesso che il Pd comprenda che occorre ripartire dalla maggioranza di governo”. Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin lo stralcio delle adozioni “sarebbe una buona notizia”, opinione condivisa anche dal responsabile dell’Ambiente Gian Luca Galletti (Udc) e dal presidente dei senatori di Ap-Ncd Renato Schifani.
Zanda chiede il rinvio. Lega insiste sullo stralcio del canguro – La sospensione della seduta di oggi segue la proposta del capogruppo del Pd Luigi Zanda, che aveva chiesto al presidente del Senato Pietro Grasso la convocazione della Conferenza dei capigruppo e qualche giorno di “riflessione” spiegando che l’intenzione del partito è arrivare a “una buona legge” e che serviva tempo per riannodare dei “fili politici” rotti dopo il dietrofront dei 5 Stelle. “Pensiamo che sia un traguardo alla nostra portata, che noi fortemente vogliamo ma dobbiamo registrare che ieri si è verificato un fatto politico nuovo”, aveva detto Zanda. L’obiettivo era quello di fare passare il canguro, ipotesi a cui – oggi come ieri – la Lega oppone.
Rissa sfiorata tra Bottici e Bencini – In questo clima si è sfiorata anche la rissa tra M5S ed ex del movimento: mentre parlava la Catalfo sono volate parole grosse tra Alessandra Bencini, oggi Idv, e alcuni senatori grillini quando Laura Bottici, questore del Senato, ha cominciato a inveire contro Bencini. Un altro questore, Antonio De Poli dell’Udc, l’ha fermata facendo scudo con le braccia. “I questori dovrebbero mantenere l’ordine…”, commentava Grasso mentre alcuni senatori gli urlavano “espellile”.