Nella migliore delle ipotesi la Regione Calabria sarà costretta a pagare 685mila euro di penali. Nella peggiore andranno in fumo 47 milioni di euro di fondi comunitari. Quelle di Fincalabra, società in house della Regione Calabria, il neo presidente Carmelo Salvino le definisce “operazioni borderline”. Soldi pubblici spariti dai conti correnti affidati alla società partecipata di Palazzo Alemanni per la gestione del Fondo di Ingegneria finanziaria. Dovevano servire a finanziare lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
In origine il Fondo era di circa 76 milioni di euro e per riequilibrare i conti l’ex presidente di Fincalabra Luca Mannarino ha investito i 47 milioni dei Por 2007-2013 rimasti in obbligazioni vincolate fino a settembre 2016. Ammesso che i titoli non siano in perdita, per quella data non ci sarà più il tempo di finanziare le imprese calabresi alle quali erano stati destinati i fondi comunitari che dovranno, perciò, essere restituiti all’Unione europea. Le obbligazioni, però, possono essere svincolate prima ma, in questo caso, la commissione d’uscita che la Regione Calabria dovrebbe pagare è di 685mila euro.
Fincalabra è già finita al centro di un’inchiesta sulle assunzioni di parenti, amici e compari politici vari. Al momento lo scandalo è solo sul piano politico ma, con ogni probabilità, tutto potrebbe finire all’attenzione della Procura di Catanzaro e della Corte dei conti. Protagonista della vicenda è Luca Mannarino che, da tesoriere di Forza Italia, era stato nominato dalla precedente giunta regionale di centrodestra alla guida di Fincalabra e lasciato al suo posto per oltre un anno, fino al dicembre scorso, dal governatore Mario Oliverio (Pd).
Consigli di amministrazioni in piena notte e senza revisori dei conti, banche che accettano la sottoscrizione di titoli “a rischio” nonostante sappiano che si tratta di Fondi Por, cottimi fiduciari senza autorizzazione del cda e strani estratti conto di carte di credito. C’è di tutto nell’indagine interna che il neo presidente di Fincalabra Carmelo Salvino ha avviato dopo il suo insediamento. Un dossier che il 22 gennaio è stato consegnato alla Commissione speciale di vigilanza del Consiglio regionale. “Nella nostra vita – ha affermato Salvino – di pratiche ne abbiamo viste, però credo che ci sia un limite a tutto”. Rispondendo alle domande del presidente della commissione Giuseppe Morrone, l’attuale presidente di Fincalabra è stato chiaro sui 47 milioni di euro investiti da Mannarino: “Questa tipologia di investimenti contrastava con la convenzione sottoscritta con la Regione Calabria. Sono titoli ad alto rischio”.
Ma come sono andate le cose? “Il presidente Mannarino fa quattro lettere d’invito a quattro distinte banche per chiedere un piano di investimenti a scadenza progressiva”. Ad agosto vengono aperti dei conti online su WidiBa del gruppo Monte dei Paschi dove confluiscono 47 milioni di euro provenienti dal Fondo di Ingegneria finanziaria gestito da Banca Nuova.
Su quei conti online, Mannarino “inizia a sottoscrivere quattro contratti di titoli” che non possono essere svincolati se non pagando delle penalità. “Penalità di uscita – spiega Salvino – abbastanza consistenti. Su un titolo abbiamo una penalità di uscita di 40mila euro, su un altro di circa 90mila euro, su un altro 540mila euro, su un altro 15mila euro”. Il conto finale è di 685mila euro con cui Fincalabra – è scritto sul sito della società – doveva invece supportare “finanziariamente le imprese nella realizzazione di programmi di investimento finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti produttivi, all’ampliamento o all’ammodernamento di unità produttive esistenti”.
Da Il Fatto Quotidiano del 10 febbraio 2016