Ciao. Sono un giornalista e vi scrivo da uno strano pianeta chiamato Terra, all’interno del quale pulsa – poco e male – un ancor più strano paese chiamato Italia. In questo paese governa un tizio improbabile e caricaturale. L’informazione di questo strano paese funziona perlopiù così: il tizio caricaturale ha sempre ragione, anche e soprattutto quando ha torto.
Facciamo un esempio: il tizio caricaturale, che ha la faccia di un fagioletto irrisolto e quando vuol fare il figo cita Borges (che però non è Borges), promette una legge. Solo che, lui, quella legge mica la vuole davvero. Però fa figo prometterla, perché se parli di una cosa – peraltro sacrosanta – come le “unioni civili” raccatti un sacco di voti. E allora il tizio buffo, che poi si chiama Renzi, la promette. Però dentro di sé non la vuole, come non la vuole il suo partito (che peraltro coincide con Renzi). Infatti dà liberta di coscienza, che è un po’ come qualificarsi in finale di Champions League e poi tirare a perdere.
Strano tipo, ‘sto Renzi. Però a quasi tutta l’informazione piace. E quindi, ogni volta che lui non mantiene le promesse o fa il paraculo, cioè quasi sempre, la tattica è consolidata: dare la colpa agli altri. Gli “altri” sono un movimento nuovo che è peraltro bravissimo a darsi le martellate da solo sui piedi, o peggio sugli zebedei, parte del corpo a cui gli abitanti del pianeta Terra tengono molto. Per tutti questi motivi, il movimento nuovo – chiamato M5S – è perfetto come eterno capro espiatorio.
Torniamo alla promessa sulle unioni civili. E’ una storia che, stamani, ho letto anche in un bell’articolo di una collega terrestre, Paola Zanca, sul Fatto Quotidiano. Allora: il tizio chiamato Renzi promette questa legge sulle unioni civili, insieme ad altre 1878 cose che ovviamente mai realizzerà. Poi però va al governo, peraltro “accoltellando” il collega di partito che c’era prima, e per prima cosa regala un sacco di poltrone a un partituccio bigotto e reazionario. Tale pulviscolo di partito, pur avendo meno voti della monaca di Monza, conta molto nel governo del tizio buffo. Al punto da ricattarlo su temi sensibili come le unioni civili. Temi sui quali, peraltro, lo stesso Renzi – essendo democristiano – la pensa esattamente come il partituccio bigotto. Però non può dirlo, altrimenti i voti degli omosessuali – e più in generale di tutti i terrestri italiani che vorrebbero un paese meno arretrato – se li scorda. Così il tizio fa una bella cosa: opera nell’oscurità per affossare il ddl, con l’obiettivo però di dare la colpa al M5S. E ci riesce. Con una serie di mosse.
Il tizio buffo promette le unioni civili entro l’estate 2015, ma nel febbraio di quell’anno ordina a una ministra a cui tiene molto – tal Boschi – di mettere a freno le prurigini della senatrice che ha dato il nome al disegno di legge – tal Cirinnà. “Aspetta, non partire a razzo”. Nel frattempo il Pd butta il ddl nella mischia parlamentare senza un relatore e senza un testo approvato. In gergo terrestre parlamentare, questa pratica masochistica si chiama “gettare l’agnello in mezzo ai lupi”. Ovvero disfatta sicura. Proprio come vuole il tizio strampalato. Così le manfrine vanno avanti, mentre il partituccio organizza una sagra strapaesana e divertentissima chiamata “Family Day”. Tal Cirinnà rilascia interviste in cui dice che i primi a non volere la legge sono i suoi colleghi di partito, però poi il giorno dopo smentisce. Anche lei è un tipo molto buffo, proprio come Renzi e molti esponenti del Pd. Organi di stampa teorica, chiamati bizzarramente L’Unità, ammettono che effettivamente tra i contrari ci sono non solo i “cattodem”, parola che francamente non so cosa voglia dire, ma “almeno 22 senatori duri, renziani e a sinistra”. Tal Cirinnà dice che il Movimento le aveva promesso via sms l’appoggio a prescindere, ma gli sms di qualche 5 Stelle parlano al massimo di “diversi scenari”. E tra questi “diversi scenari”, secondo il M5S, non c’è il canguro. Cos’è il canguro? Un animale divertente nel resto del mondo, una pratica dittatorial-parlamentare in Italia che sega le gambe all’opposizione. Insomma: una cosa così democratica che imbarazzava perfino Scelba e Tambroni, noti democratici del recente passato terrestre.
Il canguro politico, al buffo Renzi, piace molto perché lo fa sentire come Woody Allen nel Dittatore dello stato libero di Rignanos. Infatti lo ha usato un sacco di volte, e tutte quelle volte il M5S si è opposto. Ora però il Pd, cioè Renzi, e la stampa, cioè Renzi, vorrebbe che i 5 Stelle appoggiassero il canguro. Su quali basi? Non si sa. Però dovrebbero votarlo. Anche se il M5S è all’opposizione. Anche se il M5S odia il canguro politico. Anche se il M5S è l’unico a non avere presentato nemmeno un emendamento dei 1200 complessivi, essendo l’unica forza politica italiana – pur con 4 o 5 eccezioni e nonostante le solite cazzate comunicative – a volere a larghissima maggioranza il ddl Cirinnà. E a volerlo senza “stralci”.
Il canguro era obbligatorio? No, perché i 1200 emendamenti avrebbero richiesto un tempo lungo ma non lunghissimo: si chiama discussione parlamentare ed è alla base di una democrazia. Quindi non è alla base del buffo Renzi. Il quale, una volta affossato come desiderava il ddl Cirinnà, dice alla stampa – quasi tutta – di reinventare come sempre la realtà. Quindi? Quindi è colpa dei 5 Stelle. Ora come sempre. E il buffo Renzi ha ragione anche quando ha torto. Soprattutto quando ha torto.
Benvenuti nel paese Italia, pianeta Terra, dimensione Leggenda.