Gerolamo Adamo se n'è andato da Domusnovas, in provincia di Carbonia-Iglesias, a 19 anni. Oggi ne ha 46 e ha aperto a Lima "Delizie di Sardegna", piccolo ristorante italiano curato e gestito in prima persona insieme alla sua famiglia. "Mi sento un manovale della cucina. E tutto quello che so fare l’ho imparato come la maggior parte degli italiani: osservando mia mamma”
Ogni mattina in Perù Gerolamo Adamo, 46 anni, sardo, si sveglia e chiama sua mamma su Skype dall’altra parte del mondo, a Domusnovas, in provincia di Carbonia-Iglesias. “Decidiamo insieme il menù da proporre ai clienti, mi dà consigli sulla preparazione dei piatti tipici. Ascolto con attenzione i suoi segreti in cucina e le sue parole”. Dopo aver lasciato il suo piccolo paesino nella regione del Sulcis, in Sardegna, Gerolamo vive a Lima, nella capitale del Perù, dove gestisce un piccolo ristorante italiano: “Provo a diffondere la nostra cultura anche attraverso il cibo”, racconta.
La Sardegna l’ha salutata quando aveva 19 anni. Prima un’esperienza a Genova, poi a Buenos Aires, dove viene trasferito dalla ditta di trasporto merci internazionali in cui è impiegato. “A 27 anni mi sono ritrovato a vivere in Argentina”, racconta Gerolamo a ilfattoquotidiano.it. Il Perù l’ha conosciuto solo più tardi, nel 2002, quando è arrivato il trasferimento a Lima. Ed è qui, nel borgo di San Miguel, che ha deciso di tornare alle origini, lasciando tutto e dando vita a Delizie di Sardegna, piccolo ristorante italiano curato e gestito in prima persona insieme alla sua famiglia, dove le protagoniste sono proprio le specialità sarde. La taverna ha aperto da pochi mesi, la zona è molto commerciale e ricca di gente. Le persone, però, non sono abituate da queste parti alla cucina italiana. “Cerchiamo di mettere d’accordo tutti – spiega Gerolamo – inserendo nel menù sia i piatti più conosciuti sia quelli tradizionali della mia terra”. In tanti, insomma, pensano ancora che in Italia si mangi solo pizza e pasta. “Ma voglio dimostrare che siamo molto, molto di più”, continua il ristoratore. Un esempio? “Stamattina – sorride – proponiamo Mazzamurru, pane Carasau, burrida, tagliolini con l’astice e seadas”.
Gerolamo si definisce un ‘manovale della cucina’. “Tutto quello che so fare – sorride – l’ho imparato come la maggior parte degli italiani: osservando mia mamma”. Il miglior complimento ricevuto, comunque, è arrivato proprio dai “clienti più difficili da conquistare: gli italiani”. Sì, perché nel tempo il piccolo ristorante è anche diventato un punto di riferimento per i connazionali che risiedono a Lima. “Li aspetto con piacere, anche per fare solo due chiacchiere in dialetto sardo”, aggiunge.
L’emigrazione in Perù è diversa da quella che c’è stata negli altri Paesi sudamericani. “Qui – spiega il 46enne sardo – gli italiani sono arrivati principalmente dal settentrione, specie dalla Liguria”. Gli anziani, poi, hanno mantenute vive le tradizioni. Tant’è che i peruviani, spesso, “riescono a parlare e a capire senza problemi l’italiano”. Il Perù è un Paese unico nel suo genere. Quando Gerolamo ha visto per la prima volta il Machu Picchu si è dovuto sedere “per razionalizzare l’emozione”. “La realtà è che ci si trova di fronte a qualcosa che non si può leggere o descrivere nei libri. Il Perù è l’unico Paese con una cultura propria – continua –. Qui gli Inca erano praticamente da soli”.
La capitale, Lima, conta quasi 9 milioni di abitanti. Il Pil è in forte crescita, anche se persistono differenze economiche e sociali molto marcate. “Io vivo nel quartiere Miraflores, che non ha nulla da invidiare a quartieri di grandi città europee. Il costo della vita in zone come queste è molto elevato”. Anche l’educazione rappresenta un aspetto importante per Gerolamo, che proprio in Perù si è sposato e ha avuto due figli. “Per avere un’istruzione decente ho iscritto i miei ragazzi ad una scuola privata. Pago quasi 700 euro al mese”.
Stare lontano dalla Sardegna, però, pesa. “Mi mancano la mia terra, i suoi profumi e gli aromi”. Il sogno è quello di riuscire a tornare in Italia, un giorno, “ma le condizioni oggi non ci sono”. Il rapporto con il suo Paese d’origine, comunque, rimane molto stretto: “Quando vivi all’estero non si può che essere orgogliosi di provenire da una nazione così ricca di cultura. Per questo il mio sforzo più grande è quello di far conoscere la cucina e le tradizioni italiane qui in Perù”.
E grazie alla tecnologia il ristoratore sardo riesce a sentire i suoi genitori praticamente tutti i giorni e i suoi figli “riescono a mantenere un contatto con i nonni“. Ma, soprattutto, Gerolamo riesce a portare un po’ di Sardegna in Perù. “Per gli italiani mangiare è un rito, per questo cerco di farli sentire a casa. E come ogni buona mamma italiana, anche la mia – conclude – è la migliore cuoca che si possa conoscere nella vita”.