Dopo un temporaneo stop nel 2014, tornano a salire le liti tra gli italiani e il fisco. Il contenzioso tributario nel 2015 registra un aumento complessivo del 6%, attestandosi su un totale di circa 34 miliardi. Il dato emerge dalla relazione che il presidente della giustizia tributaria, Mario Cavallaro, ha presentato all’inaugurazione dell’anno giudiziario alla presenza tra gli altri del viceministro dell’Economia, Luigi Casero e del direttore dell’Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi. Procedimenti per circa 22 miliardi pendono davanti alle commissioni provinciali e per poco più di 12 miliardi davanti a quelle regionali.
I nuovi ricorsi iscritti a ruolo lo scorso anno sono stati 261.186, di cui 191.244 nel grado provinciale e 69.942 in quello regionale. In totale i casi pendenti davanti alle Commissioni tributarie al 31 dicembre erano 538.191. “Permangono rare e sparse criticità – ha detto Cavallaro – ma possiamo ben dire che la giurisdizione tributaria entro poco più di tre anni di media dà una risposta definitiva”. Nel 2015 si sono decisi “affari per un totale di 302.777”.
Nel dettaglio, i tributi locali rappresentano il 30% delle liti degli italiani con il fisco. E tra le materie del contendere quasi un ricorso su 5 riguarda le tasse sulla casa. Oltre il 70% delle liti riguarda invece contenzioso sui tributi versati alle casse dello Stato. Al top dei ricorsi contro l’erario l’Irpef (35%), seguita da Irap e Iva (entrambe al 13%). Sulla quota di ricorsi sui tributi locali il 50% riguarda addizionali e balzelli locali vari, ma la seconda voce più corposa (17%) è rappresentata dai tributi sulla proprietà immobiliare, seguita dalle tasse sui rifiuti e sulle auto (entrambe al 12%).