Un buco di 2,5 milioni di euro dovuto dalla mancata riscossione di ticket da ‘codice bianco’ nei pronto soccorsi di 9 ospedali della provincia. E 38 dirigenti segnalati alla Corte dei conti della Lombardia perché non avrebbero agito tempestivamente per la riscossione del credito. L’indagine della Guardia di finanza di Varese ha preso in esame tutte le prestazioni erogate dai reparti d’urgenza tra il 2003 e il 2014: undici anni nei quali sono stati 200mila gli accessi in codice bianco (il più lieve nella scala di priorità), assegnato a pazienti le cui condizioni di salute “non richiedono un’assistenza indifferibile o urgente”, per cui è previsto il pagamento di un ticket da 25 euro, fatta eccezione per pazienti con specifiche patologie o per quelli di età inferiore ai 14 anni o superiore ai 65.
L’indagine ha permesso di appurare, da un lato, che solo 1 cittadino su 3 (di quelli tenuti al pagamento) ha effettivamente provveduto a versare la somma dovuta, dall’altro, di rilevare la mancata riscossione dei crediti da parte della pubblica amministrazione. In sostanza, gli ospedali avrebbero violato le disposizioni previste per i “codici bianchi” che – in orario di apertura cassa – prevedono che il referto della prestazione venga consegnato solo e soltanto dopo il pagamento del ticket.
I controlli delle fiamme gialle hanno inoltre messo in luce che molti utenti, non solo si sono rivolti ai pronto soccorsi senza pagare il ticket ospedaliero da 25 euro, ma lo hanno fatto per aggirare il normale percorso di accesso ai servizi ambulatoriali, accorciando i tempi d’attesa ed effettuando così gratuitamente esami per i quali sarebbe previsto il pagamento anticipato di un ticket più costoso.
Così facendo hanno intasato le strutture, senza rispettare il principio di partecipazione alla spesa sanitaria. Secondo quanto sottolineato dalla guardia di finanza, il ricorso indiscriminato alle cure del pronto soccorso, dettato da una chiara scelta di convenienza economica, ha contribuito ad aggravare le difficoltà delle strutture ospedaliere nell’erogazione dei diversi servizi sanitari. Al termine dell’indagine la procura regionale della Corte dei conti ha aperto una vertenza che dovrà chiarire le ipotesi di danno erariale segnalate dalla guardia di finanza.