Martedì i funerali laici al Castello Sforzesco di Milano. Mattarella: "Uomo libero e di grande passione civile". Renzi: "Anticipava il futuro". Franceschini: "Un gigante". Elisabetta Sgarbi che con lui aveva fondato la nuova casa editrice La casa di Teseo: "Ha seguito la sua ultima opera fino all'ultimo". Il fratello: "Funerali di Stato". Cordoglio di Hollande, Rajoy, Schulz
Un “gigante”, una “perdita enorme”. Uno dei nomi “più venerati nel mondo”, una figura riconosciuta in tutta Europa e fino agli Stati Uniti. Un intellettuale totale e trasversale, che ha trasformato la cultura in best-seller, ha avvicinato il mondo accademico e della cultura al resto della società. La morte di Umberto Eco rimbalza sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, dal New York Times a Le Monde, passando per il Guardian o El Paìs. “Ci ha lasciato un gigante” dice il ministro della Cultura Dario Franceschini, “è una perdita enorme” aggiunge il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si definisce “particolarmente addolorato” e definisce Eco “un uomo libero e di grande passione civile”. Da Parigi Françoise Hollande parla di “un immenso umanista, saluto la morte di un grande italiano che non ha mai smesso di essere un grande amico della Francia”, da Madrid esprime cordoglio il premier Mariano Rajoy, da Strasburgo lo piange il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz. Vittorio Sgarbi dice che è stato l’intellettuale più grande dai tempi di Benedetto Croce e chiede i funerali di Stato. Roberto Saviano lo ringrazia citando l’ultima frase del Nome della Rosa, nomina nuda tenemos. “C’è stato – aggiunge – quando, sconosciuto e in difficoltà agli inizi, la mia vita stava precipitando”. E poi ancora Dacia Marini, Nicola Lagioia, Edoardo Nesi, Antonio Pennacchi. Gli intellettuali, i politici, ma anche gli studenti. E’ stato Federico Cavalleri, che frequenta Antropologia alla Bicocca di Milano e abita a Erba (Como), a lasciare una rosa bianca sotto la casa milanese di Eco, in piazza Castello. “Mi aspettavo – racconta – un sacco di gente. E’ stato un gesto così. Io e la mia ragazza, che studia Fisica e ha avuto l’idea, abbiamo avuto la notizia ieri sera e stamattina, siccome eravamo qui a Milano, abbiamo pensato di passare”.
Il libro postumo: “Parlerà di tecnologie, ma anche di Bergoglio”
Pubblicato da La Nave di Teseo su Venerdì 19 febbraio 2016
Mattarella: “Uno spirito critico che ha portato grande prestigio”
I saggi e i romanzi di Eco “hanno portato grande prestigio all’Italia e arricchito la cultura di ogni latitudine” scrive in una nota il presidente Mattarella. “Umberto Eco – continua il capo dello Stato – era un uomo libero, dotato di un profondo spirito critico e di grande passione civile. È stato un protagonista del dibattito intellettuale italiano e internazionale. Nella sua autobiografia si specchia il percorso di ricerca di identità culturale di intere generazioni del dopoguerra. Interprete, nei suoi anni giovanili, dei fermenti che animarono il mondo cattolico, seppe esprimere in modo creativo nelle sue diverse esperienze la curiosità che lo guidava, sia sul terreno della sperimentazione dei linguaggi, a partire dalla televisione, sia su quello della ricerca semiologica. La critica sociale che ha espresso nei suoi saggi e nei suoi frequenti interventi pubblicistici era figlia di questa capacità di lettura della società contemporanea. Umberto Eco ha vissuto immerso nelle contraddizioni del suo tempo, senza lasciarsene travolgere”. Il presidente ricorda ancora di Eco come fosse “osservatore acuto e disincantato, scrittore finissimo, anticipatore e sperimentatore di fenomeni e tendenze” e che “si è sempre proiettato nella dimensione internazionale, lontano da ogni chiusura dogmatica o provinciale”.
Umberto Eco était un immense humaniste. Je salue la mémoire de ce grand Italien qui n’a jamais cessé d’être un grand ami de la France.
— François Hollande (@fhollande) 20 Febbraio 2016
Renzi: “Inesauribile capacità di anticipare il futuro”
Renzi ha mandato un messaggio di cordoglio ai familiari di Eco. “Esempio straordinario di intellettuale europeo – ha sottolineato il capo del governo – univa una intelligenza unica del passato a una inesauribile capacità di anticipare il futuro”. Renzi si era intrattenuto con Eco e con il presidente della Repubblica francese François Hollande a Expo, a Milano, sui temi della identità europea, dell’innovazione scientifica, della memoria e della lotta contro l’intolleranza. “Una perdita enorme per la cultura, cui mancherà la sua scrittura e voce, il suo pensiero acuto e vivo, la sua umanità”. “Ci ha lasciato Umberto Eco – aggiunge il ministro Franceschini su twitter – Un gigante che ha portato la cultura italiana in tutto il mondo. Giovane e vulcanico fino all’ultimo giorno”. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi lo ha definito “un grande ambasciatore dell’Italia nel mondo”. La presidente della Camera Laura Boldrini ha sottolineato come “il valore della cultura, la passione con cui ha saputo trasmetterla ai giovani, l’impegno civile. La figura straordinaria e poliedrica di Umberto Eco ha lasciato molti segni profondi”. Per il presidente del Senato Piero Grasso “Eco ha dato un senso ai segni, scritto libri indimenticabili, sferzato con intelligenza e ironia ogni luogo comune sulla cultura”.
Umberto Eco. Un grande italiano, un grande europeo
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 20 Febbraio 2016
I sindaci delle “sue” città: “Ci mancherai”
In lutto i sindaci delle “sue città”, Bologna e Milano. “Ci mancherai – scrive su facebook il primo cittadino del capoluogo emiliano, Virginio Merola – Mancherai a Bologna, ci mancherà il tuo ingegno, il tuo spirito, la tua libertà di pensiero. Addio Umberto”. Un dolore espresso anche dal collega lombardo Giuliano Pisapia: “Addio maestro e amico, genio del sapere innamorato di Milano, uomo di sterminata cultura e di grande passione politica. Milano senza di te è triste e più povera. Ma Milano è orgogliosa di essere la tua amata città. Averti vicino in questi anni è stato un grande privilegio”. Infine Maria Rita Rossa, sindaco di Alessandria, dove Eco è nato, che da una parte esprime il timore per un vuoto improvviso e dall’altra ricorda che quel vuoto sarà riempito dalla lezione lasciata dallo scrittore.