Dopo aver avuto un primo assaggio di Lapponia svedese con Abisko siamo pronti a scoprire di più su questi luoghi. Saliamo sul treno e contempliamo le bellezze che scorrono dal finestrino; è circa mezzogiorno, ma il colore del cielo potrebbe far pensare ancora all’alba. Le montagne innevate colorate di rosa dal sole che sale timidamente sono di una bellezza indescrivibile.
Dopo poco più di un’ora, quando il contachilometri dello ScandiRail16 ha già superato la soglia dei tremila, il capotreno annuncia che stiamo arrivando a Kiruna, uno dei posti più a nord del nostro Interrail, nel cuore della Lapponia svedese e 200 km a nord del circolo polare artico.
A Jukkasjärvi, a circa 20 minuti di strada, ci aspetta quello che avevamo letto essere “il primo, vero e unico IceHotel”
Qui dal 1989 ogni anno a Novembre accorrono artisti e ingegneri da tutto il mondo per partecipare alla costruzione di quest’hotel effimero e sui-generis creato con trentamila metri cubi di “snice” (miscela di neve e ghiaccio) e mille tonnellate di ghiaccio provenienti dal fiume Torne, dove tutto ritorna quando, con l’arrivo della primavera, l’intera opera si scioglie.
Arriviamo quando la luce del giorno sta già lentamente andando affievolendosi, ne approfittiamo per girare velocemente all’esterno dei diversi “Igloo” per scoprire l’area e prendere familiarità con il luogo. Oltre all’Ice Hotel c’è infatti l’Ice Bar, dove persino i bicchieri sono di ghiaccio e l’Ice Church dove ogni anno un centinaio di coppie da tutto il mondo vengono a pronunciare il fatidico “sì” in un’atmosfera sottozero.
Quando stiamo per rientrare notiamo un piccolo assembramento di persone che aspettano il “corso di sopravvivenza” per la notte a -5°C. Incuriositi aspettiamo anche noi l’esperto che in una visita guidata all’interno dell’hotel di ghiaccio e delle sue camere, da consigli su come vestirsi, dormire una notte tranquilla, e non essere sorpresi quando al mattino qualcuno dell’hotel entrerà in camera per darvi il buongiorno con una tazza di succo di mirtillo caldo.
Restiamo impressionati davanti a vere e proprie opere d’arte di ghiaccio presenti in alcune camere come il pavone o l’imponente elefante, tutte effimere come castelli di sabbia.
Dopo esserci rilassati al caldo del caminetto nell’area relax dell’Hotel, quando il termometro segna -28°C, infiliamo gli stivali, la tuta da neve, il passamontagna, il casco e prendiamo la motoslitta verso la landa selvaggia ed incontaminata. Giunti in mezzo alla foresta, la nostra guida si ferma e ci invita a raggiungere la “cabina”, incrocio tra un capanno e baita, molto presenti nei boschi scandinavi.
All’interno ci aspetta il caldo del fuoco ed una cena a base di zuppa e prodotti locali preparata dal nostro cicerone. Al ritorno, le condizioni meteo non sono ottimali per avvistare l’aurora boreale, in compenso, una volta posata la motoslitta, vediamo due piccoli occhi comparire nel buio dietro gli alberi che si riveleranno essere quelli di una piccola volpe che non smetterà di girarci attorno.
L’indomani, dopo una sostanziosa colazione per affrontare il freddo polare incontriamo Stéphanie, francese che ha lasciato il suo lavoro d’ufficio per venire a vivere nel cuore della Lapponia svedese. Arrivati alla sua “base” facciamo conoscenza con i suoi compagni di lavoro e di vita, i bellissimi husky che, per nulla intimoriti dai -30°C, scalpitano e non vedono l’ora di correre.
Sin dai primi istanti abbiamo l’impressione di vivere qualcosa di magico ed emozionante come mai prima d’ora. I cani che corrono nel bianco della neve, le foreste di abeti innevati, il cielo con mille sfumature di rosa-arancio, il sole che sembra giocare a nascondino all’altezza dell’orizzonte e, come unico rumore, quello della neve che scivola sotto lo slittino.
Dopo circa due ore tra foreste che sembrano incantate arriviamo su un lago interamente ghiacciato sul quale fa capolino una piccola capanna di legno sotto uno scorcio di luna. Mentre Stéphanie entra ad accendere il fuoco, in questa “cabina”, noi ne approfittiamo per immortalare questo meraviglioso paesaggio.
Quando il fuoco è acceso, ci accomodiamo al caldo della cabina dopo aver tolto tutto l’equipaggiamento e ci rifocilliamo con una zuppa calda e dei deliziosi panini.
Dopo un’ora attorno alla legna ardente siamo di nuovo riscaldati e ricaricati a dovere e pronti ad un’altra corsa con i meravigliosi cani con cui abbiamo già familiarizzato. Quando stiamo per ripartire la nostra guida accompagnatrice ci informa che la temperatura è scesa ulteriormente rispetto a qualche ora prima e si attesta ora sui -35°C. Mai in vita nostra avremmo immaginato di affrontare delle temperature così estreme senza soffrire il freddo.
Risaliamo in slitta, ri-attraversando paesaggi fiabeschi, salutiamo Stéphanie e ci prepariamo già a metterci in viaggio, pieni dell’atmosfera magica che questo posto ci ha trasmesso. Prossima tappa: Rovaniemi.