Un po’ di riflessioni sparse. Dunque, l’altro giorno sono andata all’incontro che è stato fatto all’Auditorium, in occasione dell’annuncio sulla scoperta delle onde gravitazionali da parte delle collaborazioni internazionali Ligo e Virgo, con l’Infn presente, vivace e sempre più reattiva, giovane sui temi che il grande pubblico vuole conoscere meglio. Il titolo era “Einstein aveva ragione – di che cosa parliamo quando parliamo di onde gravitazionali: il racconto di una scoperta“.
La serata è stata moderata da Marco Cattaneo, direttore di “Le Scienze”, e una delle cose che mi ha colpito sono state le scenografiche animazioni sulle onde gravitazionali e i filmati sui grandi interferometri Virgo, in Italia (coordinato dall’Infn e dal francese Cnrs), e Ligo, negli Stati Uniti: tutti così hanno capito al volo lo straordinario potenziale dell’astronomia gravitazionale e il livello tecnologico dei nuovi strumenti per l’esplorazione del cosmo profondo. Nel dialogo con gli scienziati presenti, gli interventi di Fernando Ferroni (presidente Infn) sono stati molto suggestivi, curiosi, e nel suo modo di porsi delle domande mi ci sono identificata subito. In apertura Fulvio Ricci, coordinatore Virgo, ha raccontato le affascinanti prospettive di scoperta del prossimo futuro, e con lui dopo, nel dibattito (insieme a loro c’erano anche Viviana Fafone e Antonio Masiero), si è fatta luce sui recenti risultati che aprono una nuova finestra sull’universo, consentendoci di indagare a fondo sulla sua struttura, sulla sua origine e la sua evoluzione.
Le onde gravitazionali sono piccole increspature nello spazio-tempo prodotte da oggetti astronomici con grandi masse che subiscono accelerazioni, queste increspature si propagano nell’Universo e raggiungono i rilevatori sulla Terra, gli interferometri. La portata eccezionale dell’annuncio dato lo scorso 11 febbraio dall’Ego (Osservatorio Gravitazionale Europeo) di Pisa, non è dovuta solo alla scoperta delle onde gravitazionali, ma anche alla natura dell’evento astronomico che ha permesso di registrarle: la collisione di due buchi neri, oggetti finora teorizzati dagli scienziati ma mai osservati, poiché “sino ad oggi nessuna evidenza sperimentale aveva potuto provare la loro esistenza”. L’esistenza dei buchi neri danno accesso a eventi che fino ad oggi era impossibile misurare. Si apre l’era dell’astronomia gravitazionale. E con lei tutte le teste più rapide sono pronte a viaggiare avanti e indietro nel tempo. Il primo ad aver fatto un ulteriore passaggio è stato Stephen Hawking a Stoccolma: ha parlato di informazioni che si polverizzano quando un buco nero scompare, ma con l’orizzonte degli eventi sempre pronto a tenerle con sé, è da qui che parte il suo nuovo ragionamento, con gli ologrammi che fanno vedere tutto quello che non si può più recuperare.
Prima dell’11 febbraio, la nostra immaginazione sull’Universo aveva già prodotto molte teorie, ma ora quella che ne esce rafforzata è la teoria della Relatività, come già raccontato, e come dopo ogni scoperta, anche questa da adesso in poi apre la via a nuovi e imprevedibili sviluppi. A partire da adesso sarà possibile legare la meccanica quantistica con la gravitazione, con il curioso risultato che lo spazio ed il tempo potrebbero essere quantizzati. Le implicazioni di tutto ciò sono materia di studio attuale. E’ bello mettersi a pensare da soli a tutto questo, è bello poter inventare nuovi collegamenti e nuove realtà. L’altra sera, è stato proprio questo che è stato invogliato nella testa di tutti i presenti.
E una delle cose che rincuora tantissimo è stata la sala piena di gente, ma la sala non è stata sufficiente a tenere dentro la grande richiesta di persone che volevano assistere al dibattito. Una volta di più mi sono sentita circondata da persone come me, che vogliono capire, che vogliono sapere, che inaspettatamente amano la fisica. La stessa sensazione la sto provando andando in giro con il mio “monologo quantistico” (tutte le informazioni sono qui). L’evento di questi giorni è la dimostrazione che è il momento di stare tutti vicini, stiamo insieme, facciamoci domande, non fermiamoci, la fisica è la materia più bella della galassia, continuiamo a volerle bene.