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Cepu, fallito l’istituto di preparazione agli esami. Il fondatore: “Facciamo ricorso. Attività continua con un’altra società”

La sentenza è stata emessa mercoledì 17 febbraio. Il Tribunale fallimentare di Roma ha dichiarato inammissibile la richiesta di ammissione al concordato preventivo presentata nell'ottobre 2015 dall'azienda, gravata da 122 milioni di debiti di cui 38,4 verso l'Inps. Nel frattempo i figli del patron Francesco Polidori hanno creato Studium, che ha preso in affitto le attività e i marchi

Il gruppo della preparazione scolastica e universitaria Cesd, noto al pubblico per i marchi Cepu, Grandi scuole e e-Campus, è fallito. Mercoledì 17 febbraio il Tribunale fallimentare di Roma ha emesso la sentenza su richiesta della Procura, dichiarando inammissibile la richiesta di ammissione al concordato preventivo presentata dall’azienda nell’ottobre 2015 e dando 30 giorni ai creditori per presentare le domande di insinuazione al passivo. “Noi faremo ricorso“, ha annunciato il giorno dopo ai dipendenti il presidente e fondatore Francesco Polidori, che attraverso la società lussemburghese Jmd International controlla la galassia attiva nella preparazione agli esami universitari e il recupero di anni scolastici. “L’amministrazione straordinaria non è stata accettata perché i dipendenti quando abbiamo fatto la richiesta erano già passati a Studium“, nuova società creata sempre lo scorso aprile dai figli di Polidori, Pietro e Martina, alla quale sono state affitate le attività e la gestione dei marchi. Ma “Studium va avanti tranquillamente con il suo lavoro, che dai risultati che abbiamo sta andando bene, perciò buon lavoro”.

L’ultimo bilancio di Cesd, quello relativo al 2014, si era chiuso con una perdita di 58,9 milioni di euro e debiti complessivi per 122 milioni, di cui 34,3 nei confronti del fisco e 38,4 verso gli istituti di previdenza, frutto del mancato versamento dei contributi ai collaboratori. Il verbale dell’assemblea del 13 aprile 2015 attribuiva il rosso alla “crisi finanziaria delle famiglie”, al mancato incasso di 15,6 milioni di ricavi “previsti da due contratti stipulati con il ministero della Difesa libico“, all’incremento dei costi legato a una strategia commerciale mirata ad aumentare il fatturato che però “non ha generato il risultato atteso” e infine la svalutazione delle partecipazioni nelle controllate Ateneo Formass e Gc Campus. Di qui la decisione di fare “domanda di ammissione alla procedura concorsuale” per “evitare la perdita di valore e l’immediata messa in liquidazione della società”.

Il giorno dopo l’assemblea, il 14 aprile, è stata costituita la Studium, che ha preso in affitto da Cesd l’intera attività aziendale. Il 16 aprile Cesd ha chiesto l’ammissione al concordato preventivo, respinta il 2 ottobre e seguita dalla richiesta di accesso all’amministrazione straordinaria. Intanto, a luglio i poco più di 200 dipendenti diretti sono stati messi in contratto di solidarietà, mentre i più di 2mila collaboratori rimasti, che lavorano come tutor a stretto contatto con gli studenti, si sono visti congelare gli stipendi dei mesi compresi tra dicembre 2014 e aprile 2015 in attesa delle decisioni del tribunale. Poche settimane prima, invece, l’amministratore delegato di Cesd Franco Bernasconi era stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma per evasione Iva e mancato versamento di trattenute previdenziali.