Allegria! Il Rischiatutto di Mike Bongiorno ritorna per davvero il 21 e 22 aprile 2016 su Rai1 e in autunno ogni sera su Rai3. A condurlo sarà, of course, Fabio Fazio. L’autoproclamatosi erede di Bongiorno anela da anni alla conduzione del celebre quiz datato 1970/74, che arriva definitivamente dopo un lungo tira e molla tra annunci e rinvii che si sono intrecciati con i recenti ricambi ai vertici Rai. Chi è che non ricorda cuffie, cabine, “tabellone elettronico”, l’armamentario vintage di un programma trasmesso ogni giovedì sera per cinque anni su quello che allora si chiamava Secondo Programma Rai? Basette lunghe, cravatte corte e pantaloni a zampa di conduttori, concorrenti e pubblico, occupavano visivamente di puntata in puntata quello che fu lo studio tv dove il quiz s’impose, grazie all’aiuto di autori come Paolo Limiti e Ludovico Peregrini (il cosiddetto “Signor No”), come matrice originaria di ogni evoluzione tecnica e spettacolare a venire.
Tratto dal format statunitense Jeopardy, Rischiatutto fu per Mike l’apoteosi del gioco a premi fondato sul sapere sia specifico nella materia a piacere, con cui il concorrente mostrava la sua preparazione nerd e raddoppiava il montepremi raccolto durante la puntata; sia in quella che il personaggio della saga di Fantozzi, tal ‘Franchino’, sintetizzò in modo sublime con le domande di “cultura spicciola” rivolte all’improvvido ragioniere (le tre buste alla Rischiatutto in cui Fantozzi cercava sollievo non erano però disponibili ndr) proprio come si faceva durante la puntata del programma tv saltabeccando tra argomenti sul “tabellone elettronico” con caselle prezzate progressivamente in lire fra cui, per esempio: “arte antica”, “bandiere”, “città del mondo”, “cattivi”, o perfino “pin –up”. Vere e proprie icone popolari divennero anche i campioni del Rischiatutto. Due su tutti: la signora Giuliana Longari, quella che non è mai “caduta sull’uccello” – gaffe derubricata direttamente da Mike e dalla Longari recentemente -, vinse 13 milioni di lire in gettoni d’oro rispondendo a domande sulla storia della Repubblica Romana, o ancora il supercampione di tutti i tempi, quel Massimo Inardi che portò a casa 48 milioni e 300mila lire non sbagliando mai nel rispondere a domande sulla musica classica dal XVII al XIX secolo.
Dopo ben 42 anni il Rischiatutto ritorna grazie a Fazio senza ancora precise scelte di casting e organizzative. A nemmeno due mesi dal predebutto sono andate in onda alcune pillole del nuovo Rischiatutto su Rai3, con le “prove pulsante” che altro non sono che clip in cui si presentano pseudo concorrenti buffi e non proprio preparati sulla “cultura spicciola”, guarda caso, davanti ai banchi di scuola. Di fronte a loro, seduti, ci sono Fazio, tutto intento a suggerire risposte esatte come nelle gag d’avanspettacolo, un paio di autori del programma e il “signor No”, Peregrini, che tornerà a fungere da inflessibile notaio a 72 anni. Incerta anche la presenza di Sabina Ciuffini, splendida valletta dell’epoca, poi brillante giornalista, che già con Fazio lavorò ai tempi del revival a tutti i costi di Anima Mia. “Non ho ancora ben capito, ma dovrei esserci anch’io”, spiega al FQMagazine la Ciuffini. “C’è stata molta confusione attorno all’organizzazione di questo Rischiatutto. Ho lavorato 18 anni in Rai e conosco come “non funziona”. Del Rischiatutto ne ho risentito parlare pochi giorni fa, è stato un fulmine a ciel sereno. Probabilmente presi dal panico di una decisione improvvisa dall’organizzazione del programma mi hanno richiamato. Vediamo che succederà. Di certo questa riedizione del Rischiatutto dimostra che la tv generalista è ancora viva e vegeta. Spero e credo che questa edizione non si scolleghi dal fenomeno televisivo originario di Mike. Trasmissione che, non di certo per merito mio, non è mai morta ed è sopravvissuta grazie alla forza della memoria, o chissà, della disperazione”.
1600 gli aspiranti concorrenti già diventati 200, e che diventeranno meno di cinquanta entro l’autunno prossimo, alla nuova edizione del Rischiatutto anche il pubblico presente in studio non potrà avere con sé smartphone o tablet per evitare possibili suggerimenti in sala. Gli esperti a supporto dei testi e delle domande di Fazio sono stati scelti principalmente tra le personalità Rai. Tra queste spiccano nomi altisonanti come Corrado Augias e Massimo Giannini, ma anche per la sezione scienza Roberto Giacobbo di Voyager, e per il cinema il regista 77enne Pupi Avati e nientemeno che Luigi Marzullo, quello che apparentemente risulta il conduttore del famigerato Cinematografo. Infine chissà cosa avrebbe detto del rinnovato incrociarsi del duo Bongiorno-Fazio un signore come Umberto Eco che nel 1961, nel suo Fenomenologia di Mike Bongiorno, capitolo di Diario Minimo scrisse: “Bongiorno convince dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità”. Quando ancora l’autore de Il Nome della rosa era vivo, e non intervenne mai sul tema, ci aveva pensato a forzare il paragone nel 2014 Claudio Chianura con Fenomenologia di Fabio Fazio (edizioni Haze). Non deludendo di certo i propri esigui lettori.