“Ora se sarà tolta la stepchild adoption la colpa sarà principalmente di Grillo e Casaleggio”. E’ la reazione di Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, alle dichiarazioni di Renzi in merito al ddl Cirinnà. “La nostra solidarietà – continua Marrazzo – ai parlamentari grillini che non possono mai dissentire. Spero lo facciano, hanno ancora poche ore. Se viene tolta la stepchild servirà una grande mobilitazione pro adozioni che apra ai gay ma anche ai single. Sui bambini non si scherza né con il no ai canguri né con i no alla cicogna”.
Ugualmente preoccupati in merito gli esponenti del movimento Lgbt, che si rivolgono a M5S e a Sel. “Sul tema del voto di fiducia – fanno sapere – il movimento Lgbti italiano ribadisce il proprio dissenso, difendendo la linea parlamentare della legge sulle unioni civili. Le associazioni Lgbt hanno pertanto chiesto un incontro con il direttorio M5S. Anche Sel si è resa disponibile ad incontrare nelle prossime ore le associazioni. Un accordo di governo con mediazioni al ribasso equivale a uno svuotamento della legge e quindi diciamo chiaramente no!”. Le associazioni Lgbti chiedono inoltre “alle forze politiche di mantenere gli impegni presi con gli elettori e con le persone Lgbti e di trovare le strade regolamentari per farlo. Se necessario tornando al voto degli emendamenti in aula del Senato subito. Qui le forze politiche ed i singoli senatori e senatrici si assumeranno la propria responsabilità. Non servono i proclami e giocare ad un ignobile scaricabarile; ognuno lavori per il risultato senza alibi. Avremo buona memoria”. “Pertanto – continuano le associazioni Lgbt – facciamo appello perché Pd M5S e Sel si incontrino nelle prossime ore per trovare un accordo politico che escluda il voto di fiducia. L’attuale legge è già una mediazione e non sono accettabili altre mediazioni al ribasso, a partire dalla cancellazione della stepchild adoption, per questo saremo davanti al senato dal 24 febbraio alla ripresa dei lavori d’aula e confermiamo la manifestazione del 5 marzo a Roma invitando tutte le persone che hanno a cuore i diritti umani a partecipare e la società civile a mobilitarsi in queste ore”.
Dal canto suo il Movimento 5 Stelle chiede in una nota della capogruppo Nunzia Catalfo “al presidente Pietro Grasso di convocare urgentemente una conferenza dei capigruppo al fine di definire una tempistica certa per il provvedimento sulle unioni civili ed evitare il maxiemendamento e la fiducia, con cui ancora una volta il governo vuole esautorare il Parlamento e impedire il dibattito su un tema di tale portata”.