Televisione

Baciato dal sole, la fiction di RaiUno con Guglielmo Scilla è una immonda porcheria

Se l'intento era quello di raccontare gli inconfessabili segreti del mondo dorato della televisione, il fallimento è totale. Il televoto di un talent truccato, un ragazzo di talento sacrificato in nome di chissà cosa, direttori generali senza scrupoli, autori opportunisti e arrivisti, tutta roba vista e rivista, che ormai non scandalizzerebbe nemmeno la buonanima di padre Mariano

La polemica di Domenico Naso

Più che “baciato dal sole”, chi ha ideato, prodotto e mandato in onda la fiction di RaiUno con Guglielmo Scilla, dal sole deve essere stato letteralmente cotto. Sì, perché se non dovessimo giustificare il denaro che ci verrà corrisposto per questo articolo, la recensione potrebbe cominciare e finire con una sola frase: una immonda porcheria. “Baciato dal sole” è totalmente priva di un’idea originale che sia una, così come manca qualsiasi traccia di talento recitativo, persino in chi, come Barbara Bobulova, solitamente offre prove decisamente più dignitose.

E la colpa di una fiction così brutta da diventare, a tratti, sublime, è proprio della sceneggiatura, dei dialoghi, dell’idea stessa alla base di tutto. Se l’intento era quello di raccontare gli inconfessabili segreti del mondo dorato della televisione, il fallimento è totale. Il televoto di un talent truccato, un ragazzo di talento sacrificato in nome di chissà cosa, direttori generali senza scrupoli, autori opportunisti e arrivisti, tutta roba vista e rivista, che ormai non scandalizzerebbe nemmeno la buonanima di padre Mariano. Ok, l’idea è pessima, la sceneggiatura ridicola, ma almeno la fiction sarà girata bene? “Ma magara!”, esclamerebbero all’interno del Grande Raccordo Anulare. “Baciato del sole” è un prodotto televisivo di bassa qualità, raffazzonato in ogni suo aspetto tecnico e artistico. È robetta da televisione locale, non da prima serata di RaiUno. È così scadente che trasforma gli altri prodotti della serialità televisiva italiana in piccoli capolavori. E abbiamo davvero detto tutto.

Non pretendiamo Vinyl sulla tv generalista italiana, nossignore. Non abbiamo scritto “Jo Condor” in fronte e sappiamo fare i conti con la triste realtà locale. Ma un minimo di cura e perizia nelle cose che vengono propinate ai telespettatori, quello sì. La storia di tale Elio Sorrentino, talento clamoroso massacrato da un talent e che poi, piano piano, si prende la sua rivincita grazie allo scrupolo di coscienza di un autore tv, è così inverosimile che persino l’accento sabaudo-siciliano di Gabriel Garko nelle varie fictionacce di Canale5 diventa una prova d’attore degna del miglior Marlon Brando.

Intanto, un talent show presentato da Laura Barriales e con Emanuela Aureli in giuria non sarebbe andato in onda neppure su Agon Channel, tanto per intenderci. E poi cos’è quello scimmiottare (malissimo) le coreografie stile Peparini o Tommassini, quel logo imbarazzante di tale fantomatica Idra Tv che sarebbe inaccettabile persino per TeleScasazza? “Baciato dal sole” è un continuo vorrei ma non posso, un tentativo goffo di mettere su una critica alla televisione dall’interno che è naufragato nel peggiore dei modi. Non c’è originalità nella trama, non c’è cura dei dettagli, non c’è nulla che possa anche solo lontanamente provare la bontà artistica e tecnica del progetto. E del casting, poi, chi se ne è occupato? La mitologica Corinna de “Gli occhi del cuore”? Persino la solitamente liberatoria citazione borisiana “Cagna maledetta!” ieri sera non ci dava soddisfazione. Roba da rivalutare persino Tea Falco e il suo confuso bofonchiare. Che dire, infine, di Guglielmo Scilla, meglio noto come Willwoosh? Nulla, davvero nulla di nulla. Un detto popolare calabrese recita: “A megghiu parola è chira chi non si dici”. A voi la traduzione, a noi lo sconforto.

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