Soldi destinati a funzionari e dipendenti pubblici del Comune di Roma. Una sfilza di sigle e nomi appuntati accanto a colonne di cifre. Per gli inquirenti è il libro mastro in cui sono appuntati due anni di tangenti, un tariffario che va dai duemila ai trentamila euro. Lo hanno trovato, scrive Il Messaggero, gli uomini del Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza nella sede di una delle due società del gruppo Bonifaci perquisite giovedì 18 febbraio.
Il fronte giudiziario è quello che nel gennaio 2015 portò a scoprire un giro di tangenti tra funzionari del Campidoglio ricevute in cambio del silenzio su presunti abusi edilizi e per il rilascio di licenze. Nella prima tranche dell’indagine, ribattezzata Vitruvio, finirono in manette una quarantina di persone, tra imprenditori, funzionari pubblici e professionisti. Da quel procedimento la Procura di Roma ha avviato nuovi accertamenti che hanno portato alle perquisizioni di giovedì scorso.
A finire nel mirino dei pm di piazzale Clodio anche l’imprenditore e costruttore capitolino Domenico Bonifaci. Complessivamente sono 11 le persone indagate: un funzionario e un dipendente del dipartimento di programmazione ed attuazione urbanistica di Roma Capitale guidato da Antonello Fatello, indagato, tre professionisti e sei soggetti del gruppo Bonifaci, tra cui appunto lo stesso imprenditore. L’indagine Vitruvio porto’ tra gennaio e marzo del 2015 all’applicazione di 43 ordinanze di misure cautelari e al sequestro di circa 800mila euro.
Ora il libro mastro. Lunedì in procura a Roma i pubblici ministeri hanno sentito a lungo il titolare dell’ufficio all’interno del quale le Fiamme Gialle hanno rinvenuto il quaderno. Le tangenti riguardano un periodo compreso tra il 2013 e il 2015 e sarebbero state utilizzate per ottenere favori vari tra i quali varianti sui progetti. Quali? Il lavoro dei pm prosegue in due direzioni: da un lato il cambio di destinazione d’uso del settecentesco Palazzo Raggi, in via del Corso, convertito “dell’attuale caveau della banca (assimilabile a deposito interrato) in negozi interrati” ma anche in un centinaio di mini appartamenti, dall’altro l’accordo di programma con cui il gruppo Bonifaci avrebbe messo le basi per un megastore sulla via Flaminia.
Dall’altro, ed è il secondo fascicolo aperto dai pm, si indaga sul bosiness delle tre Torri dell’Eur. La Finanza, srcive ancora in quotidiano capitolino, indaga sull’accordo stretto tra il Campidoglio e la società Alfiere Spa, un’intesa che avrebbe consentito alla società di risparmiare tra i 40 e i 60 milioni di euro pagando oneri di concessione relativi a una qualificazione urbana e non a una ristrutturazione privata.