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Firenze, i figli del renziano Andrea Bacci nell’affare del Teatro comunale. Fuori Lorenzo Rosi, ex presidente Etruria

Esce dall'operazione anche la Castelnuovese, storica cooperativa rossa finita nel mirino dei pm che indagano sul dissesto dell'istituto aretino. Dentro la potente famiglia Moretti-Lebole

Il capofamiglia è in corsa per dirigere la Telecom Sparkle, i figli entrano in affari con i partner del padre nel business degli outlet dell’alta moda partito da Leccio Reggello. Sullo sfondo Firenze, dove si muove la cerchia dei fedelissimi renziani. In cui Andrea Bacci da Scandicci occupa una posizione di primo piano. Amico d’infanzia del premier, ex socio di suo padre, finanziatore dell’ex rottamatore e plurinominato nelle partecipate fiorentine all’epoca della giunta renziana e oggi candidato del presidente del Consiglio per la guida della società controllata da Telecom Italia. Nel frattempo, però, anche i Bacci junior si fanno strada nel mondo degli affari insieme agli ex soci di Tiziano Renzi, mentre l’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi, fa un passo indietro.

All’inizio di febbraio Tommaso e Laura Bacci hanno fatto il loro ingresso nella Corso Italia Firenze, la società controllata dalla Nikila Invest dell’ex socia di Tiziano Renzi, Ilaria Niccolai, che la scorsa estate ha acquistato dalla Cassa depositi e prestiti lo storico Teatro comunale del capoluogo toscano per 25 milioni di euro per farne degli appartamenti extra lusso. Tommaso ha acquisito il 6% dalla Societé Generale Focardi di Jacopo Focardi, anche lui ex socio di Renzi senior nella Party srl in liquidazione. Laura, invece, è diventata proprietaria del 5% comprando direttamente dalla Castelnuovese, storica cooperativa rossa finita nel mirino della Procura di Arezzo che sta indagando sul dissesto di Banca Etruria e guidata a lungo dall’ultimo presidente dell’istituto di credito, Lorenzo Rosi.

Insieme ai due Bacci junior, nella società candidata a ristrutturare la vecchia sede del Maggio Fiorentino, è entrata con il 20% anche la Uk Development and Investments di stanza a Londra. Quest’ultima è riconducibile ai potenti Moretti-Lebole di Arezzo, anch’essi tra i protagonisti del piano di sviluppo degli outlet The Mall partiti da Leccio Reggello nelle direzioni di Sanremo e Fasano (Brindisi). A vendere invece è stata Syntagma, società nell’orbita delle famiglie Rosi e Niccolai.

Un giro vorticoso di operazioni tutte concluse a distanza di poche ore dal notaio di fiducia dei costruttori del The Mall, Rita Abbate di Reggello. Lo stesso che in quelle ore si era occupato anche dell’atto che ha sancito il trasferimento da Firenze a Fasano della Egnazia Shopping Mall, la società con cui gli stessi attori vorrebbero realizzare in Puglia un outlet gemello di quello della Valdarno per replicarne le fortune. E che, per probabili ragioni di opportunità vista la piega presa ad Arezzo dall’inchiesta su Banca Etruria, avranno accolto con sollievo i passi indietro fatti dalla Castelnuovese e da Rosi, che ha lasciato il timone di Corso Italia passandolo nelle mani di Ilaria Niccolai.

Restando all’entrata dei figli di Andrea Bacci nella Corso Italia Firenze, è da registrare la nuova presa di posizione del coordinatore dell’esecutivo nazionale e capogruppo in Toscana di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli: “Si tratta di un’operazione sempre più a scopo familistico e mirata a favorire gli interessi privati rispetto a quello pubblico: i familiari e finanziatori del Presidente del Consiglio fanno affari grazie al loro grande amico Matteo. E’ il tripudio della cricca. Non accettiamo che le istituzioni e la ‘cosa pubblica’ vengano gestite per affari privati anziché nell’interesse degli italiani”.