Con due ibride (una plug-in) e una grande station wagon Seul lancia un segnale alla concorrenza europea e rinnova l'obiettivo di arrivare a 500.000 auto vendute all'anno nel Vecchio Continente
Se qualcuno volesse creare un marchio automobilistico “generalista” da zero, dovrebbe prendere esempio dalla Kia. In meno di 20 anni (1997-2015), le vendite in Europa sono passate da poco più di 37.000 auto all’anno a oltre 384.000. Chi è bravo con le percentuali faccia il conto, ma è ancora più impressionante l’obiettivo che i coreani si sono dati per il 2018: mezzo milione di vetture, poco meno di quanto quest’anno ha venduto Toyota, tanto per intenderci. Per raggiungere questo target, dalla Corea del Sud hanno deciso di allargare la gamma e di entrare anche in segmenti dove solo qualche anno fa una Kia avrebbe fatto ridere. La prova è nei fatti, anzi nelle automobili. Al Salone di Ginevra, infatti, vedremo tre nuovi modelli, di cui due ibridi. Accanto alla Optima Sportswagon, ammiraglia che potrà valere qualche migliaio di pezzi sul mercato europeo, ci sarà la sua versione ibrida plug-in e la Niro, cioè un crossover ibrido che ha una vaga somiglianza con la Sportage.
Come è facile capire, non si tratta di auto di volume, ma di immagine. Di quelle che dicono ai concorrenti “ci stiamo sedendo anche noi al tavolo principale della partita”. La Optima, con i suoi 4,85 metri e 533 litri di bagagliaio, è una grande station wagon, di quelle adatte a chi ha una famiglia numerosa o a chi viaggia per lavoro. La motorizzazione più interessante è il 1.7 litri CRDi da 141 CV e 340 Nm di coppia, abbinato a un cambio a 6 marce oppure al nuovo doppia frizione 7 rapporti. Caratterizzata da un allestimento quanto mai completo e da un sistema di infotainment iper-connesso, vuole attaccare un segmento storicamente dominato dalla Volkswagen Passat Variant. La sua versione plug-in hybrid, tuttavia, è tecnicamente molto più interessante. Integra, infatti, un 2.0 GDI benzina a iniezione diretta da 156 CV, con un motore elettrico da 67 CV integrato nel cambio automatico a 6 marce, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 9,8 kWh.
Con una potenza complessiva di 207 CV e 375 Nm, è omologata per 1,7 litri/100 km ed emette 37 g/km di CO2. L’autonomia “solo elettrica”, invece, è di 37 km a una velocità massima di 120 km/h. La Niro, dal canto suo, è una ibrida classica, col motore 1.6 GDI a Ciclo Atkinson (lo stesso delle Toyota) da 105 CV che lavora con un’unità elettrica da 43 CV, sempre inserita nel cambio doppia frizione a 6 marce e fornita da una batteria ai polimeri di litio da 1,5 kWh; con 141 CV e 264 Nm di coppia ha l’obiettivo di emettere solo 89 g/km di CO2. Il suo powertrain è il medesimo della Hyundai Ioniq, così come la piattaforma che è totalmente inedita e dedicata ai modelli ibridi. I coreani, insomma, fanno molto sul serio.