Botta e risposta tra il consigliere del cda in quota 5 Stelle e il componente della commissione di Vigilanza su Viale Mazzini. Dall'ex direttore di Rai 4 accuse violentissime verso la gestione della tv pubblica, a cui ha risposto con altrettanta forza il deputato del Pd
Un attacco su tutta la linea a Renzi, una difesa d’ufficio del premier. Tradotto: Carlo Feccero parla, Michele Anzaldi risponde. Minimo comun denominatore: entrambi hanno usato parole fortissime. A cominciare dal consigliere Rai in quota 5 Stelle, secondo cui Renzi è “una persona che non accetta alcuna intermediazione” e per questo ha messo “un uomo solo al comando in Rai”, il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto. Concetto espresso dall’ex direttore di Rai 4 in un’intervista a tutto campo su Radio Onda Rossa. Freccero ha criticato anche Rai3, pur ammettendo che è l’unica rete che sa opporsi “qualche volta al pensiero unico renziano”. A Linea notte – è stato il ragionamento del consigliere d’amministrazione – ci sono molti momenti “di conformismo” e vengono invitati “solo quelli del Foglio“, mentre sono bandite persone della sinistra estrema.
L’ex direttore di Italia1 e Rai2 ha quindi attaccato il Tg1 per aver chiamato Vittorio Sgarbi a ricordare Umberto Eco. “Sgarbi non c’entra niente con lui, non ha studiato e non sa chi è stato Eco”, ha detto. Quindi Freccero non ha risparmiato Giovanna Botteri, “la nostra corrispondente da New York che è troppo obamiana”, senza capire che Obama “ha fatto una politica estera disgustosa”. Fabio Fazio è invece – ha aggiunto – “una specie di Pippo Baudo che dà voce a chi ha successo”. Secondo Freccero il problema della Rai è che punta sull’informazione glamour. “Hanno nominato Carlo Verdelli direttore editoriale per l’offerta informativa – ha spiegato – È un professionista che alla Gazzetta dello Sport e a Vanity Fair ha fatto bene. Ma si tratta appunto di infotainment, di informazione glamour: niente inchieste e ricerca del vero”. Freccero ha contestato infine i programmi che la Rai manda in onda. “Sky trasmette Fargo dei fratelli Cohen – ha sottolineato -. La Rai, invece, ha Don Matteo. Negli ultimi dieci anni – ha proseguito – la televisione generalista ha perso molto pubblico competente, quel pubblico borghese, culturalmente preparato ed economicamente benestante, che vuole contenuti di spessore“.
Immediata la replica di Michele Anzaldi, che ha risposto alle parole di Freccero con gli stessi toni incendiari. “Il consigliere Carlo Freccero, senza freni, dalle frequenze di una radio privata denigra il lavoro dei giornalisti del servizio pubblico – ha detto – attaccando questa o quella trasmissione o tg, questo o quel cronista, persino usando terminologie offensive a proposito di un capo di Stato straniero come Barack Obama“. “É accettabile un atteggiamento del genere?” si è chiesto Anzaldi, secondo cui potrebbe anche prefigurarsi un danno per viale Mazzini. “Il Cda, a partire dalla presidente che proviene proprio dai giornalisti della tv pubblica, si esprima” ha chiesto il deputato del Pd e segretario della commissione di Vigilanza Rai. Che poi ha continuato: “Da un esperto di televisione come Freccero, che per anni ha lavorato nel servizio pubblico e conosce bene i meccanismi dell’azienda – ha detto – ci si attendono contributi costruttivi per rilanciare l’azienda oppure critiche nel merito, magari fondate su dati ed elementi concreti. Invece – ha aggiunto Anzaldi – siamo all’insulto, alla denigrazione, alle pagelle delle trasmissioni. Un atteggiamento vergognoso, inaccettabile innanzitutto per le migliaia di lavoratori che ogni giorno mandano avanti le reti del servizio pubblico. Il Movimento 5 stelle, a partire dal presidente della commissione di Vigilanza Fico, elettori di Freccero per la sua nomina in Cda, cosa dicono?”.