La nuova scommessa del distributore Teodora s’intitola Weekend. È un film del 2011, diretto da Andrew Haigh, e racconta con grazia e intensità la casuale relazione tra due ragazzi inglesi di oggi. Il film esce nelle sale di prima visione il 10 marzo 2016, lo stesso giorno d’uscita di Ave Cesare dei Fratelli Coen e Forever Young di Fausto Brizzi. Praticamente due schiacciasassi. Senza dimenticare l’effetto Oscar sui film premiati a Los Angeles la notte del 28 febbraio che ritorneranno con prepotenza al cinema. Insomma nell’intasato traffico dei primi di marzo, il ‘distributore dei miracoli’ Teodora proverà come al solito a ritagliarsi un suo spazio, ad alimentare un passaparola, ad aumentare gradualmente le sale ospitanti. Amour di Haneke, Irina Palm di Garbarski, come del resto la recente uscita di 45 anni (novembre 2015) dello stesso Haigh – con Charlotte Rampling in lizza proprio agli Oscar tra le migliori attrici – o l’exploit in piena estate 2013 di Vogliamo vivere!, il film di Lubitsch datato 1942 che registrò oltre 300mila euro d’incassi, parlano già di brillanti risultati ottenuti da un distributore totalmente indipendente.
Con Weekend però la scommessa è doppia. Perché è un film gay. Sì, di quei film di solito relegati negli oramai vetusti festival di genere che nel 2016 non vogliono dire più nulla. Giusto quindi per Teodora distribuire in mezzo alle solite manfrine eterosessuali questa tenera e dolorosissima storia d’amore tra due ragazzi di Nottingham. Mettere il film in mezzo ad altre narrazioni, ad altri scenari “normali”, contribuisce a uno sdoganamento di senso, all’allontanamento del caso pruriginoso, alla decisiva parificazione artistica della prima visione.
Il taciturno e timido Russell (Tom Cullen) incontra per caso il più estroverso Glen (Chris New) in un locale gay. Vanno a letto insieme, si risvegliano, si dicono arrivederci, poi attratti da quello strano e inqualificabile sentimento che generalmente, e senza differenze di orientamento sessuale, definiamo amore si incontrano di nuovo. Ma badate bene, non è la solita storiella da una notte e via. Perché Haigh sa amalgamare l’emozione dell’attrazione fisica tra corpi con il desiderio di accettazione sociale dei due caratteri in scena. E Weekend diventa così un ritratto dalle pennellate gentili, dai colori mai troppo forti, dalle parole che dondolano tra conformismo, rimescolamento identitario e necessità del coming out. “Volevo catturare quei momenti che due persone condividono quanto iniziano davvero a impegnarsi in una relazione – ha spiegato il regista – Russell e Glen sono due uomini che attraversano la vita in modi diversi ma entrambi cercano la stessa cosa: il loro posto nel mondo. Stanno provando a capire chi sono, cosa vogliono e come possono definire se stessi, in pubblico come in privato”. Weekend non ha quella durezza e quell’impeto antisociale che aveva lo Schlesinger di Domenica, maledetta domenica – anche se il richiamo, dichiarato e sbandierato è lapalissiano – ma possiede quella delicata bellezza sospesa dell’incanto di fronte allo scoccare di un lampo di luce negli occhi dei suoi giovani amanti. Oltretutto Cullen e New sono di una bravura mostruosa nel rendere i loro microgesti, le loro espressioni minime del viso, come qualcosa di universalmente riconoscibile e palpitante.
Il trailer in esclusiva per il Fatto.it