Nella rilevazione di Euromedia Research realizzata per Il Mattino, il primo cittadino uscente è di gran lunga in testa nelle intenzioni di voto. I grillini, nonostante non abbiano ancora scelto il candidato per Palazzo di città, precedono sia il centrodestra che il centrosinistra, in cui poco cambierebbe se le primarie fossero vinte da Bassolino o dalla Valente
A Napoli il sindaco Luigi De Magistris stacca tutti. E a seguirlo non ci sono i partiti tradizionali. Non c’è il centrosinistra, né il centrodestra, ma ci sono i grillini, a prescindere dal candidato che presenteranno. È un ‘caso Napoli’ quello che emerge dal sondaggio che Euromedia Research ha realizzato per il quotidiano Il Mattino sulle intenzioni di voto a quattro mesi dalle elezioni comunali. Al ballottaggio potrebbero quindi andare l’attuale primo cittadino e il candidato del Movimento 5 Stelle, nonostante ad oggi non ci sia ancora un nome. È vero che mancano diversi mesi al voto e un’alta quota di indecisi rende ancora più decisiva la preferenza dei moderati, ma i dati descrivono una tendenza che impone una riflessione. Soprattutto se in una città come Napoli gli elettori non credono più ai partiti di centrodestra e di centrosinistra e cercano delle alternative. Tanto che il sindaco sarebbe al 40 per cento delle preferenze, seguito dal candidato grillino (sconosciuto), fermo intorno al 20. Una tendenza che potrebbe non fermarsi al ‘caso Napoli’.
DE MAGISTRIS STRAVINCE – Se oggi si votasse per eleggere il nuovo consiglio comunale di Napoli, secondo il sondaggio di Euromedia Research, la coalizione di De Magistris porterebbe a casa il 20,8 per cento dei voti. Al suo interno è lista del sindaco uscente (con il 16,8 %) a dominare. Un dato significativo se si pensa che il Pd è il primo partito a Napoli con il 23,9 per cento e al secondo posto c’è il Movimento 5 Stelle con il 23,7. Nonostante le critiche alla gestione amministrativa di De Magistris, il risultato non è del tutto negativo se il 43,8 per cento si ritiene soddisfatto dei risultati ottenuti dalla sua giunta. Agli intervistati è stato anche chiesto chi tra i candidati potrà dare una svolta positiva a Napoli. Anche in questo caso il primo cittadino è al primo posto con il 32,9 per cento. Molti punti percentuali in più rispetto a Lettieri (11,4), Valente (9,7) e Bassolino (4,9).
LE PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA – Il quadro delle candidature è ancora tutto da definire. Non solo per il M5s, ma anche per il centrosinistra che dovrà aspettare i risultati delle primarie del 6 marzo. Secondo il sondaggio l’affluenza stimata si attesta tra il 4,5 e il 6,5 per cento, ossia tra i 35mila e i 50mila elettori. Da questo dato dipenderanno le sorti di tutti i candidati. La deputata Valeria Valente (47,3 per cento) e l’ex governatore Antonio Bassolino (45,6) sarebbero impegnati in un testa a testa che per ora vede la prima in vantaggio. Meno conosciuta di Bassolino, sembra riscuotere più fiducia. Una partita aperta perché quei due punti percentuali rappresentano una forbice che va dai mille ai 2mila voti e perché non è detta l’ultima parola per gli altri due candidati, Marco Sarracino del Pd e Antonio Marfella del Psi.
PARTITI TRADIZIONALI, CAMBIO DI ROTTA – Ma chi sfida de Magistris? Stando ai sondaggi, chiunque dovesse essere il vincitore delle primarie, il centrosinistra resta tagliato fuori dal ballottaggio. In entrambe le ipotesi (Valente o Bassolino) siamo tra il 15,3 e il 17,6 per cento. D’altro canto non arriverebbe al secondo turno neanche il centrodestra (il 19,3 per cento). Neppure sommando le preferenze dei candidati delle due coalizioni si raggiungono i numeri di De Magistris. Che sfiderebbe il candidato grillino. Al terzo posto ci sarebbe Gianni Lettieri (centrodestra), seguito da Valeria Valente e Antonio Bassolino. Magari i sondaggi non rispecchiano ciò che accadrà alle elezioni, ma di certo registrano una tendenza significativa in una città complessa come Napoli, in cui sembrerebbe sfondare il distacco dalla vecchia politica. Si spiegherebbe così quell’oltre 20 per cento conquistato nel sondaggio da un candidato di cui ancora non si conosce neppure il nome, ma che raccoglie gli effetti del consenso al partito. Nonostante il caso di Quarto, che bene non ha fatto.