Diritti

‘Fuocoammare’: Lampedusa, l’Italia (e l’Europa) migliore

Occorrerà senz’altro andare a vedere il film di Gianfranco Rosi Fuocoammare, insignito dell’Orso d’oro a Berlino, che costituisce un tributo della migliore intellettualità europea a un tema epocale come quello dei profughi e a un comportamento esemplare come quello dei cittadini di Lampedusa, rappresentanti dal medico Pietro Bartolo, un eroe dei nostri tempi. A fronte di tanti, troppi, indegni personaggi, cretini prima ancora che razzisti, che si indignano e si spaventano di fronte alle migrazioni, votando per i partiti di destra o ponendo in atto azioni criminali come il recente assalto a un pullman di rifugiati in Germania, i cittadini di Lampedusa testimoniano la migliore delle tradizioni europee e mediterranee, quella dell’ospitalità e dell’accoglienza.

Non si tratta peraltro solo di principi di civiltà che abbiano rilevanza esclusivamente sul piano etico, ma di principi di preciso rilievo giuridico. Sul piano italiano basti ricordare al riguardo l’art. 2 della nostra Costituzione, il quale, nell’affermare che “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo” richiede a ciascun cittadino l’adempimento dei “doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. Si tratta a ben vedere di doveri la cui portata va ben oltre i confini nazionali e non potrebbe non essere così in un mondo sempre più globalizzato.

L’elementare idea che occorre far entrare nelle teste di tutti è che impensabile salvare il pianeta e garantire all’umanità un futuro dignitoso se non si prendono in considerazione diritti e interessi di tutti gli abitanti del pianeta, ovvero di tutti i membri dell’umanità, nessuna e nessuno esclusa/o. Idea ben difficile da digerire per certe menti limitate, ma assolutamente ineludibile. Vero è, peraltro, che l’attitudine solidale vale o viene meno per tutti e infatti molte volte coloro che recalcitrano maggiormente al riguardo nei confronti dei rifugiati e dei migranti lo fanno anche nei confronti dei concittadini, come testimoniato ad esempio dall’abnorme diffusione dei fenomeni di evasione fiscale e contributiva.

Tornando ai migranti, come ho avuto occasione di scrivere su questo blog, le migrazioni cesseranno, con grande e generalizzata soddisfazione, quando ne saranno eliminate le cause di fondo e cioè i conflitti, la povertà, la mancanza di occasioni, il degrado ambientale, lo sfruttamento selvaggio delle risorse dei Paesi del Sud da parte delle multinazionali. Finché durano, peraltro, esse costituiscono un’occasione importante di incontro e di scambio.

Non è vero, come dimostrato dal libro recentemente pubblicato da un funzionario di polizia tedesco, che richiedenti asilo e migranti abbiano una propensione a delinquere maggiore dei cittadini indigeni, anche se la grancassa mediatica tende ad ingigantire episodi senza dubbio deteriori come le violenze e le molestie che si sono registrate a Colonia la notte di Capodanno. Ci sono beninteso anche migranti criminali, così come ce ne sono di italiani (e non abbiamo certo nulla da imparare al riguardo). Che vengano colpiti senza pietà utilizzando a pieno i potenziali delle forze di polizia oggi distolti e impiegati in compiti di gestione delle migrazioni, come l’attribuzione dei permessi di soggiorno, che potrebbero essere tranquillamente attribuiti ad altri settori della pubblica amministrazione, ma non si criminalizzino i migranti e i richiedenti asilo in quanto tali.

Se le migrazioni oggi hanno aspetti tragici ciò avviene in buona misura per la criminale miopia politica di tanta parte delle istituzioni europee e degli Stati europei, ben esemplificata dalla decisione dell’Austria di reintrodurre i controlli frontalieri anche per il nostro Paese. Operazioni demagogiche che vedono fra l’altro oggi  in prima i meschini governanti di vari staterelli dell’Europa orientale che hanno tratto indubbi benefici di ogni genere dal loro ingresso nell’Unione europea ma che oggi non vogliono sobbarcarsi i relativi oneri di solidarietà sia nei confronti degli altri Stati europei che della massa di diseredati e disperati che fuggono dalle guerre e dalla fame.

Vergogna eterna su di essi, che passeranno alla storia per l’ignobile indifferenza e meschinità dimostrate nei confronti di questa povera gente che ha lasciato nei soli primi due mesi, non ancora passati del tutto, del presente anno, già 413 cadaveri nel mare Mediterraneo. Un’Europa con gente del genere non ha nessun futuro e lo si vede con maggior chiarezza ogni giorno che passa. Onore invece alla gente di Lampedusa, oggi testimonianza vivente dell’Italia e dell’Europa migliori.