Barack Obama ha firmato una legge che estende la protezione della privacy “non solo dei cittadini americani, ma anche di quelli stranieri” dei Paesi alleati, che potranno fare causa al governo degli Stati Uniti se i loro dati saranno svelati in modo illegale. Lo rende noto la Casa Bianca. La legge, che aveva avuto un largo sostegno bipartisan al Congresso, è volta a ricostruire la fiducia tra gli alleati europei dopo le rivelazioni di Edward Snowden, l’ex talpa della Nsa. Uno scandalo che la Casa Bianca ha tentato di chiudere con lo Us Freedom Act, la legge che le toglie alla Nsa la possibilità di raccogliere indistintamente i dati telefonici di milioni di americani e di conservarli nei suoi database. Ma evidentemente non è bastato, come dimostra anche il caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti scoppiato dopo le ultime rivelazioni di Wikileaks sullo spionaggio americano ai danni di Silvio Berlusconi quando era capo del governo nel 2011, poco prima delle sue dimissioni.
Acqua passata, ha lasciato intendere la diplomazia americana. Ma ora Obama manda un ulteriore segnale, anche per rassicurare il mondo del business, forse anche in vista della firma del Ttip, l’accordo sul libero scambio tra Ue e Usa. Obama ha definito la legge, che protegge i dati dei cittadini, una misura chiave per tutelare i dati dei consumatori che contribuirà a portare affari in Usa. Per il presidente, che ha firmato anche un’altra legge per vietare la tasse sull’accesso internet, si tratta di un “altro passo” nell’epoca dell’informazione per “garantire che anche se proteggiamo la sicurezza del popolo americano, siamo pure consapevoli della privacy che amiamo così tanto”. Una battaglia che tuttavia lascia aperto il capitolo del braccio di ferro sulla privacy tra Apple e governo per lo sblocco di un iPhone nelle indagini sulla strage di San Bernardino.