Il 17 settembre del 2014 la Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza per il boss Francesco Tagliavia. E oggi la I sezione della corte d’Assise di appello di Firenze ha condannato, in un processo d’appello-bis, il boss all’ergastolo e all’isolamento diurno di un anno per la strage di Via dei Georgofili del 27 maggio 1993, in cui per lo scoppio di un’autobomba morirono cinque persone, fra cui due bambine, con 40 feriti e ingenti danni al patrimonio artistico.

Gli ermellini avevano annullatochiedendo di approfondire alcuni elementi di prova legati alle testimonianze dei pentiti Gaspare Spatuzza e Pietro Romeo. La conferma della condanna all’ergastolo per il boss di Corso dei Mille è il risultato che si aspettava il pg di Firenze, Alessandro Crini, che ha sostenuto l’accusa. Gli inquirenti di Firenze accusano Tagliavia di aver messo a disposizione il gruppo di fuoco per gli attentati del 1993-1994 a Firenze, Roma e Milano. Gli ermellini avevano prosciolto ha prosciolto il boss dagli attentati di Milano (via Palestro) e Roma (via Fauro, Velabro e stadio Olimpico). Per il difensore di Tagliavia, avvocato Luca Cianferoni, “non ci sono negli atti processuali elementi che sostengano questa decisione” della corte. Cianferoni ha annunciato un altro ricorso per Cassazione. Le motivazioni della sentenza saranno rese disponibili tra 90 giorni.

“Francesco Tagliavia ha perso ancora una volta la partita: è stato condannato a Firenze per la seconda volta all’ergastolo per la strage di via dei Georgofili del 27 maggio 1993. Si è occupato dell’esplosivo che ha fatto saltare in aria i nostri parenti – dichiara Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime -. Sicuramente la mafia ricorrerà nuovamente in Cassazione, perché è dura per chi sta per finire di scontare un ergastolo per omicidi, ovvero un ergastolo di fatto solo sulla carta, ritrovarsi improvvisamente sulla testa un ergastolo ostativo per strage a regime di 41 bis”.

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