Pronti, orologio alla mano e via. Dal primo marzo alle 12 gli under 29 potranno presentare a Invitalia la domanda per richiedere un prestito fino a 50mila euro senza interessi e alcuna garanzia reale per mettersi in proprio o avviare un’attività imprenditoriale. Si tratta del Selfiemployment, l’incentivazione all’autoimpiego, che può contare su un fondo rotativo di 114.660.000 milioni di euro istituito dal ministero del Lavoro e destinato agli iscritti a Garanzia Giovani. Cioè il programma europeo per favorire l’inserimento lavorativo dei Neet (neither in employment nor in education or training), vale a dire il 42% dei ragazzi italiani fuori da qualsiasi circuito scolastico e lavorativo, su cui Bruxelles ha investito 6 miliardi di euro: 1,5 miliardi dei quali solo per l’Italia.

Chiara, tuttavia la sorte di Garanzia Giovani (in diverse Regioni i pagamenti sono bloccati da mesi, non c’è un’efficace struttura di coordinamento e, dopo un anno di attività, il programma si è concretizzato solo in tirocini – oltre il 60% delle opportunità erogate – che hanno prodotto zero posti di lavoro e decine di forme di sfruttamento già denunciate), c’è ora da chiedersi cosa ne sarà di questo tesoretto e se concretamente riuscirà a scalfire il problema della disoccupazione giovanile.

L’iniziativa è stata presentata il 18 novembre 2015 dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che ne ha comunicato il varo per metà gennaio 2016. Ma da allora se ne sono perse le tracce. Fino a lunedì 22 febbraio, quando è stata predisposta sul sito di Invitalia una sezione ad hoc con i dettagli, la normativa e le indicazione per presentare la domanda con il relativo business plan che possono essere inviati esclusivamente online.

In dettaglio i giovani residenti in Italia, che abbiano un’età compresa tra i 15 e i 29 anni e non siano impegnati in un’attività lavorativa né inseriti in un corso scolastico o formativo, possono presentare domanda di finanziamento al Fondo per la concessione di prestiti, finalizzati all’avvio di nuove iniziative di lavoro autonomo o attività di impresa o microimpresa o franchising, comprese le associazioni e società di professionisti. I prestiti fino a 7 anni saranno concessi a tasso zero, l’importo varia da un minimo di 5.000 a un massimo di 50.000 euro e, soprattutto, saranno erogati senza garanzie personali.

I fondi in Italia sono stati distribuiti in base al tasso di disoccupazione delle diverse aree geografiche. Così, la Sicilia che vanta il triste primato della disoccupazione giovanile, può contare sulla metà del fondo: oltre 58 milioni di euro, mentre alla Calabria andranno 15 milioni, alla Campania 14, al Lazio e al Veneto 4 milioni, all’Emilia Romagna 2,6, alla Lombardia 1,5 e le altre Regioni si divideranno i restanti spiccioli. “Un importo stanziato davvero irrisorio”, denuncia Pietro Vivone, presidente Federazione Artigiani e Piccolo Imprenditori che spiega: “Tenendo presente che da agosto 2015 non è possibile inoltrare nuove richieste di finanziamento ad Invitalia, questo fondo permetterà di finanziare meno di 4.000 pratiche a livello nazionale in media il 20% per Regione, contro 857.429 giovani registrati al Programma Garanzia Giovani”. Chi ottiene le agevolazioni deve poi impegnarsi a realizzare gli investimenti entro 18 mesi dal perfezionamento del provvedimento di ammissione. Invitalia quindi valuta le domande, concede gli incentivi e verifica l’effettiva realizzazione dei progetti finanziati.

“Iniziativa apprezzabile anche se – commenta Francesco Seghezzi di Adapt (il centro studi sul lavoro fondato nel 2000 da Marco Biagi) – resta una misura marginale che non combatterà la disoccupazione con la leva dell’autoimprenditorialità. Non basterà, infatti, trasformare i giovani disoccupati in lavoratori autonomi per risolvere questo dramma sociale”. Peccato, inoltre, che sul sito non venga spiegato chiaramente che non basta solo l’iscrizione a Garanzia Giovani per accedere al fondo. Solo leggendo l’Avviso Pubblico all’articolo 3, comma f) si scopre che “per inoltrare la domanda bisogna aver aderito e concluso il percorso di accompagnamento della misura 7.1 del PON IOG”.

Cosa significa? Il finanziamento è vincolato alla tenuta di un corso formativo specifico che si deve aver già seguito su consiglio dei Centri per l’impiego. “Nella fase di iscrizione al Programma Garanzia Giovani – spiega Andrea Brunetti, responsabile politiche giovanili della Cgil – i Centri dovrebbero infatti profilare i ragazzi e, accorgendosi di una maggiore predisposizione all’autoimprenditorialità, direzionarli verso questa formazione specialistica. Così, se si è stati mal consigliati, visto che i 7.500 addetti ai Centri per l’impiego gestiscono in media 300 ragazzi, oltre agli altri disoccupati over 29, bisogna chiedere di effettuare il percorso formativo”. Ma non c’è molto tempo. La richiesta di finanziamento è una cosiddetta procedura a sportello: le domande sono registrate e valutate in base all’ordine cronologico di presentazione e il fondo è disponibile fino ad esaurimento.

Un’ultima accortezza. “La valutazione della pratica – sottolinea Vivone – non prevede un colloquio con Invitalia. E una pratica scritta bene, magari da un professionista, anche se relativa a un’attività di profilo inferiore, viene valutata meglio di un’idea esposta da un ragazzo che provvederà da solo a elaborare un progetto”. Invitalia offre un servizio di tutoraggio per accrescere le competenze imprenditoriali dei giovani e favorire lo sviluppo dell’attività. Ma telefonando (848 886 886) si ottiene un appuntamento ben oltre il primo marzo, data del click day.

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