Politica

Elezioni 2016, in Puglia la responsabile regionale della comunicazione Pd scende in campo contro il Pd

Succede a Fasano, in provincia di Brindisi, dove Loredana Legrottaglie - della segreteria regionale del partito - è la coordinatrice politica delle liste civiche che sfideranno i democratici alle amministrative di primavera. Lei: "Non mi spaventa sospendermi dalle cariche e intraprendere un percorso civico in attesa di capire cosa accadrà a destra e a sinistra del Pd"

Succede che il Partito democratico rifiuta le primarie in un comune della provincia di Brindisi perché all’interno delle liste che sostengono uno dei candidati, ci sono persone nate nel centrodestra. Succede a quello stesso Pd che, oggi, accetta tra i tesserati il sindaco di Bisceglie che con il centrodestra si è fatto eleggere persino alla Provincia. Siamo a Fasano, città che segna il confine tra le province di Bari e Brindisi. Paese che ha dato i natali a democratici del calibro di Nicola Latorre. Qui vive e ha sempre operato anche Loredana Legrottaglie, responsabile del settore Comunicazione del Pd pugliese. Un compito non da poco conto che, però, adesso deve sommarsi all’incarico di guidare la coalizione di liste civiche che sfiderà proprio il Partito Democratico alle prossime comunali. Le amministrative riservano sempre colpi di scena, ma qui a Fasano c’è da farsi venire un capogiro se solo si prova a riprendere il mano il bandolo della matassa. Ricapitolando: un esponente del Pd – la Legrottaglie, appunto -, si impegna politicamente contro il Pd perché i democratici – che a Bisceglie accettano tra i tesserati un sindaco e 22 tra assessori e consiglieri di centrodestra – rifiutano le primarie visto che nell’altra formazione ci sono alcune persone che provengono dalla destra.

I due additati come “impuri” sono coloro che, insieme ad altri 11 consiglieri comunali di maggioranza (era di centrodestra) e opposizione, misero in discussione l’operato dell’amministrazione tanto da indurre l’ex sindaco Lello Di Bari (Forza Italia) alle dimissioni. Quell’episodio ha portato, mesi dopo, alla nascita di un polo di liste civiche che sosterrà la candidatura a sindaco di Giacomo Rosato, ex consigliere di minoranza. Il punto è che quest’ultimo è un renziano della primissima ora, fu fondatore del primo gruppo che a Fasano sostenne la scalata del giovanissimo Matteo Renzi. “Ho provato a parlarne con il mio partito – spiega Loredana Legrottaglie – ho provato a chiedere di sostenere noi la sua candidatura o quantomeno di organizzare le primarie ma mi fu risposto che non era possibile per la presenza dei due consiglieri di centrodestra in una delle liste a sostegno”. Un “no” che ha spinto la responsabile della Comunicazione a sbattere la porta – ma non del tutto – e cercare rifugio nella coalizione che sarà all’opposizione del suo Pd.

Il partito non l’ha ufficialmente lasciato, un piede dentro ancora ce l’ha. Non la trova singolare come situazione? “Mah, dire che ricopro ancora un ruolo nel Partito è una frase con diverse sfumature. La segreteria regionale non si riunisce da oltre un anno. Io prendo atto che c’è uno sgretolamento dei valori del Pd e non soltanto in Puglia. Non mi spaventa sospendermi dalle cariche e intraprendere un percorso civico in attesa di capire cosa accadrà a destra e a sinistra del Partito Democratico”. Nel caso Spina, fa notare la Legrottaglie, il Pd è già all’opposizione, mentre in questo caso tutti i consiglieri democratici uscenti saranno candidati nelle civiche di Rosato, snobbando le primarie che, comunque, il centrosinistra organizzerà per scegliere il candidato tra 4 aspiranti sindaci. Primarie “senza regole, senza pagare l’euro, mirate a buttare dentro chiunque” secondo la Legrottaglie. Insomma, dice, “primariette”. “Quando il Pd ha verificato il deserto attorno a sé, ci hanno chiesto di partecipare”, ma come nella più classica delle storie d’amore la risposta è stata “no grazie”.

“Il tesseramento di Spina, un congresso regionale poco chiaro, una gestione schiacciata sulla rappresentanza istituzionale, un congresso dei giovani democratici fatto sulla carta senza voto vero e dove c’è stato un voto vero è finito in rissa”, non si può certo dire che per la democratica fasanese i problemi in casa dem siano pochi. Ma Emiliano, in tutto ciò, l’ha sentito? “La colpa non è solo sua. Ma parte dalla scelta di indicare un segretario premier. Non c’è un vero tesseramento, ognuno fa quel che vuole, non c’è da dar conto a nessuno e i cacicchi di ogni zona fanno a modo loro. Emiliano non ho avuto modo di sentirlo, ha molti impegni. Forse gli scriverò una lettera”.

Riceviamo e pubblichiamo dal Partito democratico le seguenti precisazioni

Francesco Zaccaria, candidato PD alle primarie: “Le motivazioni lanciate dal candidato della coalizione guidata da Giacomo Rosato (e dalla sua coordinatrice Loredana Legrottaglie), ci sembrano pretestuose e strumentali a nascondere il disaccordo dei loro alleati a partecipare alle elezioni primarie. Lo diciamo con convinzione e senza retropensieri. Qualche settimana fa il candidato Rosato è stato chiamato dai referenti del Pd alla presenza di un suo parente sindacalista (convinto sostenitore dell’accordo da raggiungere attraverso le Primarie). In quella telefonata Rosato ha affermato la sua disponibilità a partecipare alle elezioni primarie. Nel giro di qualche giorno, c’è stato un ripensamento motivato con il presunto ritardo. Noi siamo certi che il  ripensamento sia il frutto dell’imposizione che i nuovi alleati di centro destra (Circoli Nuova Fasano e La casa del cittadino) hanno manifestato sull’uso di uno strumento che, evidentemente, non gli appartiene culturalmente e che, quindi, sentono lontano dal loro modo di gestire momenti come questi. Guardate, il bello delle primarie, di questo rito, anche duro, di partecipazione democratica e di selezione dal basso dei ruoli di guida, è che il più forte candidato non lo decretano i suoi amici all’interno di qualche riunione riservata a pochi. La decisione è nei numeri, e questo è il fuoco della libertà e della partecipazione. Chi si sottrae dalle primarie potrà accampare innumerevoli argomenti ammantati di politica, o di politichese, ma non può sfuggire alla verità più profonda: ha paura del confronto, e, quindi, di perdere! Dunque, è uno che ha paura. Ma con la paura non puoi guidare alcuna idea, né alcuno”.

Pierfrancesco Palmariggi, segretario cittadino del PD: “Non c’è nessun ritardo, le primarie sono fissate, come sempre accade, nel periodo primaverile. Dopodiché ci saranno tre mesi intensi di campagna elettorale. Quello che può sembrare “perdita di tempo” è solo un percorso complesso e allo stesso tempo naturale e senza forzature. Perché, per essere credibili, è necessario lavorare con pazienza per mettere insieme idee e forze politiche e sentirsi solidi e motivati nel voler cambiare le cose. Le primarie sono una festa della democrazia, e non un ring, e per noi rappresentano una grande ricchezza che da sempre fa parte del nostro bagaglio culturale. A sostegno del fatto che non si è in ritardo, basta guardare cosa accade a Ruvo di Puglia, dove il Partito Democratico ha ufficializzato ieri (25 febbraio) Pasquale Chieco come suo candidato alle primarie o a città importanti come Napoli e Roma, dove le primarie si svolgeranno il 6 marzo. Se consideriamo le precedenti due tornate elettorali fasanesi, i tempi sono quelli giusti. Siamo rammaricati per quanto accaduto perché in questo modo si stanno vanificando 13 anni di opposizione e un certo modo di intendere la politica. Fa specie dover constatare che un sostenitore di Renzi possa rinunciare, per qualche giorno di ritardo (presunto), a raggiungere un risultato politico importantissimo quale l’unità delle forze politiche e civiche che negli ultimi 13 anni hanno condiviso tutto. Rinunciando, inoltre, allo strumento che ha leggittimato politicamente Renzi, le primarie appunto. Il centrosinistra fasanese era pronto ad affrontare a viso aperto chi, nonostante la lunga militanza nel centro destra, ci chiedeva di far parte del progetto Fasano 2016. Non abbiamo la presunzione di essere portatori di verità assolute. A Fasano, invece, abbiamo dovuto constatare che gli ultimi arrivati (parliamo di due liste e non semplicemente dei quattro ex consiglieri di maggioranza dimissionari) dovessero spiegarci la nuova rotta da seguire per riparare ai danni da loro stessi causati. Sostenuti per giunta da chi (Loredana Legrottaglie) da dirigente regionale del partito negli anni si è battuta per il richiamo alla coerenza degli altri. Infine, non è vero che tutti i consiglieri del centrosinistra sono passati nella coalizione di Giacomo Rosato. Al momento si parla solo tramite comunicati stampa e la conta finale si avrà solo quando saranno ufficializzate le liste”.