Fuori il Napoli contro il Villarreal (solo 1-1 in casa), fuori la Fiorentina col Tottenham (secco 0-3 in Inghilterra). Della truppa delle italiana alla conquista dell’Europa League resta solo la Lazio, la squadra sulla carta meno attrezzata per la vittoria finale. Eppure l’unica ancora in corsa, quando siamo solo agli ottavi di finale. Il turno dei sedicesimi è disgraziato per l’Italia (anche a livello di ranking Uefa, dove l’eliminazione prematura frena molto la rimonta sull’Inghilterra). Lo si era capito al momento del terribile sorteggio, e ribadito nell’andata con risultati poco favorevoli. Ieri è arrivata la conferma. Al Napoli, stanco e sfortunato, non riesce l’impresa di ribaltare lo 0-1 dell’andata. Mai in partita la Fiorentina, che a Londra perde netto e rischia il cappotto. Passa solo la Lazio, senza troppi patemi (3-1) contro un Galatasaray modesto. L’Italia del calcio in Europa si aggrappa ai biancocelesti. Con la Roma a forte rischio eliminazione in Champions e la Juve con la strada comunque in salita.
LAZIO-GALATASARAY 3-1: 59’ Parolo, 61’ Anderson, 62’ Oztekin, 73’ Klose (andata 1-1; aggregato 4-2)
Scontri e tensioni fuori dallo stadio per colpa delle scorribande dei tifosi turchi, ma sul campo fila tutto liscio. La Lazio supera con autorevolezza per 3-1 un Galatasaray abbastanza dimesso, timoroso nel primo tempo, disperato nella ripresa, e vola agli ottavi di finale. La gara all’inizio è condizionata dall’1-1 dell’andata, e si deciderà tutta nella ripresa anche grazie alle mosse di Pioli. Il risultato di Istanbul permette ai biancocelesti di giocare per non perdere. E anche i turchi all’inizio pensano soprattutto a non prenderle, sperando in un episodio. Così il primo tempo offre davvero poco. Pioli sceglie un 4-3-3 estremamente coperto, con Lulic avanzato nel tridente d’attacco e sempre pronto a raddoppiare in ripiego. Mentre gli ospiti si affidano all’esperienza di Podolski e Sneijder in attacco, i cui anni migliori sono visibilmente passati. L’unica occasione, se tale si può considerare, è un tiro di Biglia dalla distanza. Ma la quiete non può durare in eterno. I turchi, per quanto in crisi (anche domenica hanno stentato a superare il Trabzonspor ridotto in sette uomini), devono fare qualcosa per cercare la qualificazione. Ci provano subito ad inizio ripresa, esponendosi però ai contropiedi e alla velocità del neo-entrato Candreva. La Lazio prima colpisce un palo con Matri, poi mette a segno un uno-due micidiale: Parolo di testa su angolo e Felipe Anderson con un tap-in su ripartenza da manuale. Sembra fatta, e invece una disattenzione collettiva (sommata a quella individuale di Bisevac) praticamente sul calcio d’inizio permette a Yasin Oztekin di battere Marchetti e rimettere tutto in discussione. L’Olimpico trema ma la paura dura poco: Pioli azzecca un altro cambio inserendo Klose, e il tedesco si fa trovare pronto sul cross di Radu per il 3-1. I turchi non hanno nient’altro da mettere sul campo, fino al novantesimo non ci sono brividi. Anzi, Candreva divora il 4-1 in contropiede, ma non conta. La Lazio vince all’Olimpico (come sempre ha fatto quest’anno in Europa) e va agli ottavi.
NAPOLI-VILLARREAL 1-1: 17’ Hamsik, 59’ Pina (andata 0-1; aggregato 1-2) Napoli battuto dalla sfortuna e dai propri limiti. Come all’andata al Madrigal. E come in campionato contro la Juventus. Perché se è vero che la qualificazione agli ottavi di Europa League sfuma per colpa di un cross sbagliato che si trasforma in eurogol (tipo il tiro deviato di Zaza), è altrettanto indiscutibile che gli azzurri non sono più la macchina da gol e spettacolo della prima parte di stagione. La partita, ad esempio, poteva chiudersi già dopo una decina di minuti, se non fosse stato per la gran parata di Reina su Bakambu lanciato in contropiede. E non è bastata neppure la rete a freddo al quarto d’ora di Hamsik, botta al volo da fuori tanto bella quanto estemporanea, per spianare la strada alla rimonta. Di lì all’intervallo il Villarreal è sbandato e il Napoli non ha saputo piazzare il colpo del ko. Poi ci si è messa la cattiva sorte che in questo periodo sta condizionando i risultati: l’autopalo su cross di Mertens, quindi l’incredibile pareggio colto da Pina in una fase di studio del match in avvio di ripresa. Botta micidiale per il Napoli, specie per questo Napoli. Con Higuain in vistoso calo di forma (inversamente proporzionale all’aumentare del nervosismo), Insigne prevedibile e un po’ tutto il centrocampo in debito d’ossigeno. Sarri avrebbe bisogno di alternative, ma aver coinvolto così poco Gabbiadini non lo aiuta a pescare gol dalla panchina. Così l’obiettivo dell’Europa League è già sfumato.
TOTTENHAM-FIORENTINA 3-0: 25’ Mason, 63’ Lamela, 81’ aut. G. Rodriguez (andata 1-1; aggregato 4-1)
Se l’eliminazione del Napoli lascia un po’ di amaro in bocca e tanti rimpianti, quella della Fiorentina no. Hanno vinto semplicemente i più forti: il Tottenham, squadra in corsa per il titolo in Premier League, forse la migliore d’Inghilterra in questo momento, comunque di un’altra categoria rispetto alla Viola un po’ spompata di oggi. I ragazzi di Paulo Sousa tornano surclassati da Londra in tutti i fondamentali: sconfitti per 3-0, con un punteggio che sta anche stretto ai padroni di casa e sarebbe potuto diventare una disfatta nel secondo tempo. Il vantaggio di Mason e il raddoppio di Lamela sono frutto di due buchi centrali della coppia Astori-Rodriguez, davvero in pessima serata. L’autorete di Gonzalo che sigilla il punteggio è probabilmente l’errore minore del match. La Fiorentina si fa vedere in avanti solo con un paio di conclusioni in contropiede di Ilicic e Bernardeschi, ma anche sotto 1-0, con la possibilità in teoria di agguantare i supplementari, non ha mai dato l’idea di essere in partita. Anzi, nel finale Paulo Sousa deve ringraziare il portiere Tatarusanu per avergli evitato un’umiliazione più pesante. Per Fiorentina e Napoli resta solo il campionato. E molto passa proprio dallo scontro diretto di lunedì prossimo.
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