Coalizione di governo senza maggioranza in Irlanda: il rischio concreto è l’ingovernabilità del Paese. I primi exit poll delle elezioni politiche tenute ieri in Irlanda confermano i timori della vigilia: un Parlamento senza una maggioranza assoluta (il cosiddetto hung parliament) oppure un’alleanza tra i tradizionali poli opposti dello scenario politico. Le rilevazioni dell’emittente nazionale Rte danno infatti il Fine Gael del premier Enda Kenny al 24,8% e gli alleati laburisti al 7,1%. Una quota, quella del 32%, ben al di sotto della maggioranza del 41-42%, totale necessario per formare il nuovo governo. I risultati di entrambi i partiti indicano un forte calo rispetto alle elezioni del 2011, quando il Fine Gael ha vinto il 36,1% e i Labour con il 19,5%. In crescita invece il centro destra di Fianna Fail che si attesta al 21,1%, più 4,5 punti rispetto alle precedenti politiche, mentre l’indipendentista Sinn Fein di Jerry Adams diventa il terzo partito con il 16%, in aumento di sei punti percentuali. Indipendenti e altri piccoli partiti sono il 31 per cento.

Se confermato, il crollo elettorale della coalizione di governo tra conservatori e laburisti nelle elezioni irlandesi di venerdì 26 febbraio apre ora uno scenario di accordi “interessanti e intriganti”, che riguarderanno anche il principale partito di opposizione, il centrista Fianna Fail. Per avere la maggioranza in Parlamento, le formazioni devono ottenere 80 seggi su 158 del Dail, la camera bassa. Mentre lo scenario attuale indica che agli schieramenti in campo non andrebbero più di 55 posti. Inoltre, lo  Sinn Fein, che ha sollevato la bandiera dell’anti-austerità, potrebbe diventare la terza forza nazionale ottenendo il 16% dei voti, quasi il 7% in più rispetto alle ultime elezioni. A causa del complesso sistema elettorale irlandese il controllo delle schede sta progredendo lentamente. In ogni caso l’annuncio ufficiale dei risultati definitivi non arriverà prima della serata di sabato 27.

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