“Non confondete la giustizia con il giustizialismo. Un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna”. Sono queste le parole del segretario Pd Matteo Renzi, pochi giorni dopo la notizia che il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il suo vice Filippo Bubbico (Pd) sono indagati per abuso d’ufficio per il trasferimento del prefetto di Enna Fernando Guida. Il presidente del Consiglio, parlando davanti alla scuola di formazione politica del Pd, ha ribadito la sua difesa ai politici indagati. Un ritornello già più volte ripetuto negli ultimi mesi, ad esempio per il governatore della Campania Vincenzo De Luca o per il senatore Ncd Antonio Azzollini o l’ex sottosegretaria dem Francesca Barracciu, ma che non ha niente a che vedere con le sue battaglie prima di diventare leader quando diceva “non è vero che bisogna aspettare un avviso di garanzia per dimettersi”. Il riferimento era alle mozioni di sfiducia per gli allora ministri Alfano e Cancelleri su cui Renzi disse: “Se fossi stato segretario avrei detto di votare sì”.
Oggi davanti ai giovani dem, più di due anni dopo, ha detto: “Respingo l’assunto secondo cui avviso di garanzia equivale a dimissioni”. E ha poi annunciato che il senatore Pd Salvatore Margiotta è stato assolto dalla Cassazione e da lunedì tornerà nel partito: “Noi, se ci sono le prove e i documenti e se manca il fumus persecutionis, i nostri li mandiamo in carcere. Noi siamo questa cosa qui. Ma con la stessa chiarezza, non accettate mai una certa deriva della stampa e dell’opinione pubblica che confonde la giustizia con il giustizialismo”. Secondo il segretario del Pd, il partito deve stare attento a come affronta questo tipo di argomenti: “Anche su questi temi c’è da discutere perché la stampa lo fa in modo molto superficiale, ma questi sono temi che hanno segnato per vent’anni la vita delle persone e non se n’è parlato a sufficienza. Noi dobbiamo essere dalla parte della giustizia sempre e comunque a partire dai nostri, ma se saremo dalla parte del giustizialismo avrà perso l’Italia e la Costituzione”.
Renzi ha parlato di “una stortura pazzesca” sul tema: “Ora dico una di quelle cose che non piacciono: c’è un cambiamento nella politica che abbiamo fatto, ovvero il ritorno ai principi costituzionali nel settore della giustizia. La Costituzione prevede l’innocenza finché una sentenza non passa in giudicato. Noi, certo, dobbiamo fare una grande battaglia contro i ladri, i disonesti, lottare centimetro dopo centimetro per azzerare lo spazio a chi infrange le regole”. Il segretario ha concluso parlando di un cambio “di approccio” che avrebbe portato il Partito democratico in Parlamento: “Ricordo che il nostro governo è andato in Parlamento dicendo chi ha un avviso di garanzia è innocente finché non viene condannato e tutti ci hanno dato contro. Il principio avviso di garanzia uguale dimissioni ha portato a una stortura pazzesca. Se c’è una cosa – tra le tante – che ha fatto il Pd è cambiare approccio. In Italia quando uno ha un avviso di garanzia le istituzioni devono continuare a considerarlo un cittadino con tutti i diritti e lo dico ricordando che il Pd ha votato a favore dell’arresto del proprio deputato Francantonio Genovese che, poi, una volta uscito di carcere, è tornato in Parlamento e si è iscritto a Forza Italia“.