Il mercato televisivo (vedi grafico) è dominato da tre operatori che, insieme, con quote simili, raggiungono il 90% delle risorse, potrebbe apparire in equilibrio quasi perfetto, difficilmente modificabile, e invece “sotto traccia” qualcosa si muove.

fatturato operatori tv

Il sistema si compone di due segmenti: la Tv a pagamento e quella apparentemente “gratuita”. In entrambi c’è una situazione di duopolio e in entrambi i segmenti è presente Mediaset: una situazione di vantaggio per Mediaset poiché può “giocare” sui due tavoli della Tv, ma è anche di debolezza data la forza degli altri due competitor.

Nel segmento della pay, la competizione è più accentuata. Sky ha circa 4,8milioni di abbonati, mentre Mediaset Premium si avvicina a due milioni. Insieme raggiungono circa il 27% delle famiglie, e le possibilità di crescita, considerate le difficoltà dell’economia, sono piuttosto contenute. I ricavi per abbonamenti di Sky sono stimati in 2.373mni contro 541mni di Mediaset Premium.

Sui conti di Mediaset Premium pesa il consistente esborso per i diritti della Champions (239mni€ l’anno). Manifestazione che, secondo alcune fonti di stampa, ha permesso l’arrivo di circa 300mila nuovi abbonati, la metà di quelli preventivati (il fascino della Champions è legato al fatto, che non sempre si realizza, di avere più squadre italiane nelle fasi finali del torneo). I problemi della pay sono noti: per convincere il pubblico, abituato a vedere la Tv “gratuitamente”, ad abbonarsi, bisogna offrire programmi esclusivi e qualificati, come le serie e i film top e il calcio (per inciso va segnalato l’exploit del motomondiale grazie al duello Rossi-Lorenzo). Nel frattempo, proprio la loro spettacolarità rende questi eventi molto costosi.

Ad accentuare la competizione, c’è anche il dinamismo di Sky, che lo porta a “sconfinare” nella Tv free (Tv8, Cielo, SkyTG24), a produrre serie (Romanzo criminale) e talent (XFactor e Masterchef) di successo tipici della Tv generalista. In questo quadro c’è chi ipotizza, per esempio Fabrizio Patti su Linkiesta, che Mediaset Premium possa essere comprata da Sky. Gli spazi di mercato nella pay, come detto, sono ristretti e il secondo operatore è normalmente più in difficoltà. È più probabile che la “guerra” sui diritti si attenui (Antitrust permettendo), avvantaggiando così entrambi.

Secondo alcune notizie sembra che da parte del gruppo francese Vivendi vi sia un forte interesse per Mediaset Premium. Se così fosse, lo scenario cambierebbe poiché entrerebbe in gioco, indirettamente, Telecom Italia (Tim) di cui Vivendi è forte azionista e per la quale Mediaset ha sempre manifestato interesse. Poiché Mediaset ha seguito finora la logica dell’espansione (vedi le recenti acquisizioni di Mondadori-libri e di diverse radio), l’inversione di linea sorprenderebbe non poco.

Nel segmento della Tv “gratuita”, l’equilibrio basato sul trentennale duopolio Rai e Mediaset mostra qualche scricchiolio. Sono arrivati nuovi soggetti, come Discovery e Netflix, che erodono quote ai due “padroni” della Tv. Ma un “terremoto” sta arrivando: a luglio il sistema di riscossione del canone sarà ancorato alla bolletta dell’energia elettrica, metodo che ridurrà di molto l’abusivismo. Premesso che è prematuro fare previsioni (le società elettriche avanzano dubbi sulla possibilità di attuare nei tempi previsti il nuovo modello di riscossione), c’è la possibilità che la Rai possa avere un importante aumento (150-200milioni?) dei ricavi. Sarebbe un vantaggio per Rai e di riflesso una penalizzazione per gli altri, salvo che la Rai non sia ridimensionata sul fronte della pubblicità (nel qual caso Mediaset sarebbe avvantaggiata).

Anche il destino della Rai, condizionato dalla politica, marcherà i nuovi equilibri della televisione.

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