Un quinto degli impiegati è in malattia da quando è partito il piano previsto dalla legge. Il sindaco: “Non mi risulta un collegamento tra il proliferare di certificati medici e lo spostamento del personale. Ma ho mandato visite fiscali”. E inanto Anonymous prende d'assalto il sito dell'ente
La giunta cittadina ha ordinato una maxi rotazione degli incarichi negli uffici comunali, ma ecco che un quinto dei dipendenti ha subito inviato regolare certificato medico per mettersi in malattia. Succede al comune di Enna, dove dal 15 gennaio scorso 46 dipendenti su 290 (quasi il 20 percento) hanno chiesto e ottenuto di assentarsi dal lavoro per motivi salute. Solo l’ultima piccola polemica nel capoluogo più alto d’Italia, storico feudo dell’ex ras del Pd Mirello Crisafulli, cancellato dalle liste delle politiche del 2013 perché considerato “impresentabile” dal collegio dei garanti dem. È qui, infatti, che il sindaco Maurizio Dipietro, eletto a sorpresa lo scorso anno da un’eterogenea coalizione anti – Crisafulli (il candidato sconfitto era infatti lo stesso Mirello) si trova ad affrontare un problema più unico che raro: i dipendenti del comune sembrano essere stati decimati da una vera e propria epidemia. Un virus collettivo che si è casualmente scatenato dopo che la giunta guidata da Dipietro aveva ordinato la rotazione di tutto il personale del comune, come prescritto dalla legge anticorruzione.
“Per la verità – spiega Dipietro – la giunta dà l’indirizzo politico poi sono i dirigenti del comune che devono provvedere ai trasferimenti: a Enna qualcuno era in servizio nello stesso settore da un ventennio”. Solo che nei giorni successivi al maxi spostamento, gli uffici comunali di Enna sono stati evidentemente colti da un vero e proprio contagio collettivo che ha colpito praticamente un dipendente ogni cinque. Si tratta soltanto di una coincidenza? O è una forma di protesta sibillina contro le scelte operate dall’amministrazione? Il primo cittadino è cauto: “Non mi risulta – dice – un collegamento tra il proliferare di certificati medici e lo spostamento del personale”. Gli uffici comunali di Enna, dunque, sono stati davvero colpiti da una terribile malattia collettiva, capace di mettere ko per un mese 46 dipendenti su 290? E se la risposta è affermativa, quale è il terribile virus che si annida tra i corridoi del municipio ennese? “Questo onestamente non lo so – continua sempre il sindaco – però ho già inviato le visite fiscali ai domicili dei lavoratori che si sono messi in malattia”.
E quindi in che condizioni versano i dipendenti municipali? “Non lo sappiamo ancora – afferma Dipietro – stanno verificando soltanto da ieri”. Per capire se gli uffici comunali di Enna sono stati davvero colpiti da una terribile epidemia, in grado di mettere ko un quinto dei dipendenti, bisognerà dunque attendere ancora qualche giorno. E mentre il sindaco aspetta di capire quale sia l’entità della malattia che ha colpito i suoi dipendenti, un virus – questa volta di tipo informatico – ha colpito il sito web del suo comune. Tutta colpa di Anonymous, il collettivo di hacker che sabato si è inserito nel portale del comune di Enna mettendo online il suo manifesto e oscurando gli altri contenuti presenti normalmente sul sito web. Nel frattempo, in città non si placano le polemiche per l’inchiesta della procura di Roma sul ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sul suo vice, Filippo Bubbico, sul suo segretario particolare Ugo Malagnino e sullo stesso Crisafulli, accusati di abuso d’ufficio per il trasferimento a tappe forzate dell’ex prefetto di Enna Fernando Guida. “Per commettere un abuso d’ufficio, ci vuole un ufficio”, si è difeso con ironia Crisafulli, che infatti da qualche tempo non ricopre più alcun incarico pubblico.