Nuova vittoria nella corsa Democratica alla Casa Bianca per l'ex segretario di stato: 73,5% dei voti. Decisivo il supporto dell'elettorato afroamericano. Il prossimo primo marzo si vota in 11 stati
Hillary Clinton batte con una vittoria schiacciante Bernie Sanders in South Carolina che la lancia verso il Supertuesday il prossimo primo marzo, quando si vota in 11 stati americani. La Clinton ha conquistato il 73,5% dei voti, che le valgono 39 delegati a fronte dei 14 di Sanders che si è aggiudicato il 26% delle preferenze. Una vittoria conquistata grazie alla pioggia di voti degli elettori afroamericani. Hillary fa meglio di Barack Obama nel 2008: allora Obama aveva attirato il 78% dei voti degli afroamericani, ricorda l’Ansa. Hillary lo supera ampiamente, conquistando l’84%.
Una vittoria che aumenta la pressione su Sanders, costretto ora a vincere dove può e a ogni costo, cercando di fermare la marcia della Clinton, che punta invece al ko del senatore al Supertuesday e alla conquista delle nomination in tempi rapidi.
Il senatore del Vermont si congratula con l’ex segretario di stato, ma avverte: “La campagna è agli inizi. La nostra rivoluzione politica sta crescendo stato per stato”. Guarda al risultato del South Carolina anche Donald Trump, il candidato repubblicano alla Casa Bianca. “Probabilmente sarà una sfida fra me e Hillary” alle elezioni generali, dice il tycoon.
Per l’ex segretario di stato, la vittoria fra gli afroamericani è un risultato importante. Finora non era infatti chiaro se la candidata fosse riuscita a far breccia nel ‘popolo di Obama‘, che avrebbe potuto rivelarsi il suo tallone d’Achille. Hillary invece non solo ha vinto, ma ha stravinto. E ora guarda con maggiore ottimismo al voto negli altri stati del sud, dove gli afroamericani rappresentano la maggioranza dei democratici.
“Da oggi la campagna si sposta a livello nazionale”, afferma la candidata, salendo sul palco e ringraziando in South Carolina i suoi sostenitori. Hillary Clinton è da sola: non c’è il marito con lei, l’ex presidente è in viaggio verso la Florida. Non c’è la figlia Chelsea, che festeggia il suo compleanno prima di tornare in campagna a fianco della mamma.
“Altro che costruire muri, dobbiamo abbattere le barriere, abbatterle tutte”, dice Clinton in un indiretto riferimento al muro che Donald Trump vuole costruire al confine con il Messico. “Non dobbiamo far tornare l’America grande, l’America già lo è. Quello che dobbiamo fare è unirla“, aggiunge, riferendosi allo slogan del tycoon repubblicano “Make America Great Again” (Rendiamo l’America di nuovo grande). “Avete inviato un messaggio – dice agli elettori del South Carolina – in America, quando siamo uniti, non ci sono barriere troppo grandi, barriere che non possono essere abbattute. Ci batteremo per ogni voto. Non diamo nulla e nessuno per scontato”.
Hillary Clinton ripercorre quindi quelle che a suo avviso sono le battaglie più importanti da combattere. Dire no all’aumento indiscriminato dei farmaci, uno dei suoi cavalli di battaglia dopo lo scandalo del farmaco salvavita aumentato in un giorno del 1.500%. Assicurare all’America e agli americani un aumento dei salari. Difendere l’economia dagli eccessi di Wall Street, con riforme stringenti e perseguendo se necessario anche gli amministratori delegati. Riformare il sistema di giustizia.