Per qualcuno il telefono non piange mai. E non stiamo parlando dei clienti Tim che, ancora una volta nell’arco di pochi mesi, subiranno un aumento sulla bolletta del telefono di casa a causa delle continue modifiche unilaterali del proprio contratto. A partire dal primo aprile 2016, infatti, il prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell’offerta Voce e della linea Isdn, vale a dire coloro che hanno la vecchia linea telefonica di base e non hanno aderito alle offerte tutto incluso, raddoppierà da 10 a 20 centesimi al minuto e sarà reintrodotto per ogni chiamata uno scatto alla risposta di 20 centesimi.
Una pessima sorpresa, insomma, che per Federconsumatori – che si è subito scagliata contro Tim – ha un chiaro scopo: “Con il nuovo aumento si vogliono obbligare i clienti a passare al contratto Tutto Voce che ha sì chiamate illimitate, ma è ben più dispendioso per i consumatori che dovranno pagare così un costo fisso mensile di 29 euro contro gli attuali 19 euro”. Numeri alla mano, se non si sfruttano le chiamate illimitate verso fissi e mobili, il gioco non vale la candela: se prima, per ogni bimestre, si spendevano 38 euro da sommare al costo delle singole chiamate, con la nuova offerta, facendo meno di un’ora e mezza al mese di telefonate, si spenderanno 58 euro.
Meglio, quindi, fare un passo indietro e ricordare che nel maggio 2015 – con la fusione di Telecom e Tim in un unico brand – sono stati disattivati i vecchi piani tariffari e oltre 12 milioni di clienti della telefonia fissa sono stati fatti migrare automaticamente verso una nuova tariffa base più complessa e più costosa, in cui è scomparso l’odiato canone di 18,54 euro ed è spuntato un pacchetto “tutto compreso” che di fatto ha penalizzato soprattutto gli anziani e quanti fanno pochissimo traffico. Un’operazione anomala che alla fine è riuscita ad attirare l’attenzione anche dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) che, con una diffida, ricordò a Telecom che non poteva violare gli obblighi di “servizio universale” a cui l’ex monopolista è tenuta anche se per l’azienda risulta antieconomico. Telecom, tuttavia, spiegò che i clienti potevano anche passare all’offerta Voce con chiamate a fissi e cellulari nazionali a 10 centesimi al minuto, con tariffazione a scatti anticipati a 60 secondi e con sconto del 50% oltre le 3 ore al mese per 19 euro mensili. Proprio la tariffa che tra un mese subirà il doppio rincaro.
Una mossa, a questo punto poco velata, da parte di Tim di obbligare, più che convincere, circa tre milioni di utenti che ancora usano la linea fissa a consumo a convertirsi a una delle nuove tariffe illimitate, rendendo assolutamente sconveniente quella vecchia. E poco cambia, come ricorda Tim, che sarà anche mantenuto su quest’ultima lo sconto del 50% oltre le 3 ore di conversazione al mese, per le chiamate verso i telefoni fissi nazionali e che non subirà alcuna variazione l’attuale modalità di tariffazione a scatti anticipati da 60 secondi. La stangata è evidente e, infatti, non riguarda i clienti che hanno già attivato un’offerta integrata, ovvero comprensiva di linea telefonica, chiamate e/o navigazione Internet in un unico abbonamento (come ad esempio Tutto,Tutto Voce, TIM Smart, TIM Smart Fibra, Internet Senza Limiti) oppure un’offerta aggiuntiva con prezzi specifici verso alcune tipologie di chiamate (come ad esempio SuperChiamaMobile o Alice Tutto Incluso, etc.). Inoltre, ad aggravare la situazione dei clienti Tim, è intervenuto recentemente anche l’aumento del costo per la spedizione della fattura a casa, se non si è scelta la strada della domiciliazione bancaria.
Cosa può fare il cliente che non accettasse le nuove condizioni? Telecom in una nota spiega che, in base al Codice delle Comunicazioni Elettroniche, si ha la possibilità di recedere dal proprio contratto entro e non oltre il 31 marzo 2016, anche passando ad altro operatore. Tutto senza costi di disattivazione.
Usi & Consumi
Tim, da aprile torna lo scatto alla risposta e raddoppiano i costi delle chiamate fisse
Tra un mese il prezzo delle chiamate a consumo verso telefoni fissi e cellulari dell’offerta Voce e della linea Isdn aumenterà da 10 a 20 cent al minuto e sarà anche previsto uno scatto alla risposta di 20 centesimi. "Tim obbliga i clienti a passare al contratto Tutto Voce", denunciano le associazioni dei consumatori
Per qualcuno il telefono non piange mai. E non stiamo parlando dei clienti Tim che, ancora una volta nell’arco di pochi mesi, subiranno un aumento sulla bolletta del telefono di casa a causa delle continue modifiche unilaterali del proprio contratto. A partire dal primo aprile 2016, infatti, il prezzo delle chiamate a consumo verso i telefoni fissi e i cellulari nazionali dell’offerta Voce e della linea Isdn, vale a dire coloro che hanno la vecchia linea telefonica di base e non hanno aderito alle offerte tutto incluso, raddoppierà da 10 a 20 centesimi al minuto e sarà reintrodotto per ogni chiamata uno scatto alla risposta di 20 centesimi.
Una pessima sorpresa, insomma, che per Federconsumatori – che si è subito scagliata contro Tim – ha un chiaro scopo: “Con il nuovo aumento si vogliono obbligare i clienti a passare al contratto Tutto Voce che ha sì chiamate illimitate, ma è ben più dispendioso per i consumatori che dovranno pagare così un costo fisso mensile di 29 euro contro gli attuali 19 euro”. Numeri alla mano, se non si sfruttano le chiamate illimitate verso fissi e mobili, il gioco non vale la candela: se prima, per ogni bimestre, si spendevano 38 euro da sommare al costo delle singole chiamate, con la nuova offerta, facendo meno di un’ora e mezza al mese di telefonate, si spenderanno 58 euro.
Meglio, quindi, fare un passo indietro e ricordare che nel maggio 2015 – con la fusione di Telecom e Tim in un unico brand – sono stati disattivati i vecchi piani tariffari e oltre 12 milioni di clienti della telefonia fissa sono stati fatti migrare automaticamente verso una nuova tariffa base più complessa e più costosa, in cui è scomparso l’odiato canone di 18,54 euro ed è spuntato un pacchetto “tutto compreso” che di fatto ha penalizzato soprattutto gli anziani e quanti fanno pochissimo traffico. Un’operazione anomala che alla fine è riuscita ad attirare l’attenzione anche dell’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) che, con una diffida, ricordò a Telecom che non poteva violare gli obblighi di “servizio universale” a cui l’ex monopolista è tenuta anche se per l’azienda risulta antieconomico. Telecom, tuttavia, spiegò che i clienti potevano anche passare all’offerta Voce con chiamate a fissi e cellulari nazionali a 10 centesimi al minuto, con tariffazione a scatti anticipati a 60 secondi e con sconto del 50% oltre le 3 ore al mese per 19 euro mensili. Proprio la tariffa che tra un mese subirà il doppio rincaro.
Una mossa, a questo punto poco velata, da parte di Tim di obbligare, più che convincere, circa tre milioni di utenti che ancora usano la linea fissa a consumo a convertirsi a una delle nuove tariffe illimitate, rendendo assolutamente sconveniente quella vecchia. E poco cambia, come ricorda Tim, che sarà anche mantenuto su quest’ultima lo sconto del 50% oltre le 3 ore di conversazione al mese, per le chiamate verso i telefoni fissi nazionali e che non subirà alcuna variazione l’attuale modalità di tariffazione a scatti anticipati da 60 secondi. La stangata è evidente e, infatti, non riguarda i clienti che hanno già attivato un’offerta integrata, ovvero comprensiva di linea telefonica, chiamate e/o navigazione Internet in un unico abbonamento (come ad esempio Tutto,Tutto Voce, TIM Smart, TIM Smart Fibra, Internet Senza Limiti) oppure un’offerta aggiuntiva con prezzi specifici verso alcune tipologie di chiamate (come ad esempio SuperChiamaMobile o Alice Tutto Incluso, etc.). Inoltre, ad aggravare la situazione dei clienti Tim, è intervenuto recentemente anche l’aumento del costo per la spedizione della fattura a casa, se non si è scelta la strada della domiciliazione bancaria.
Cosa può fare il cliente che non accettasse le nuove condizioni? Telecom in una nota spiega che, in base al Codice delle Comunicazioni Elettroniche, si ha la possibilità di recedere dal proprio contratto entro e non oltre il 31 marzo 2016, anche passando ad altro operatore. Tutto senza costi di disattivazione.
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Bruxelles, 18 mar. - (Adnkronos) - Gli amministratori delegati della Value of Beauty Alliance si sono riuniti oggi a Bruxelles per continuare un dialogo costruttivo con le istituzioni dell'UE sull'impatto delle politiche e dei regolamenti dell'UE sugli obiettivi globali di competitività e sostenibilità del settore. I Ceo - si legge in una nota - hanno sottolineato l'impegno di lunga data del settore per un futuro sostenibile e hanno chiesto un processo decisionale collaborativo che riconosca le caratteristiche uniche, le sfide e i contributi significativi del settore all'economia dell'UE.
L'Alliance ha anche presentato un nuovo rapporto redatto da Oxford Economics, che sottolinea il significativo impatto socio-economico della filiera della bellezza e della cura della persona. La filiera della bellezza e della cura della persona contribuisce per 180 miliardi di euro al PIL dell'UE, pari a 496 milioni di euro generati ogni giorno, e sostiene quasi 3,2 milioni di posti di lavoro. Le aziende produttrici di prodotti di bellezza e cura della persona dell'UE inoltre esportano beni per un valore di 26 miliardi di euro a clienti al di fuori dell'UE rendendo l'UE-27 il più grande esportatore di prodotti di bellezza e cura della persona al mondo. L'industria della bellezza e della persona dell'UE continua a crescere e a essere leader nella concorrenza globale, con 5 delle 7 maggiori aziende di bellezza con sede nell'UE, ma questo successo non è scontato.
I Ceo hanno invitato le istituzioni dell'UE a impegnarsi in un dialogo costruttivo per discutere l'impatto delle politiche e della legislazione dell'UE, al fine di garantire che la catena del valore della bellezza e della cura della persona possa mantenere la sua posizione di leader sulla scena globale.
Ad esempio, l'Alleanza invita l'UE a rivedere urgentemente la legislazione recentemente adottata sul trattamento delle acque reflue urbane per garantire che tutti i settori che contribuiscono ai microinquinanti nelle acque siano ritenuti responsabili, in linea con il principio "chi inquina paga". Ciò non solo guiderà lo sviluppo di prodotti più sostenibili in tutti i settori industriali, ma garantirà anche che ciò non imponga un onere di costo sproporzionato a uno dei pochi settori leader a livello mondiale in Europa. L'Alleanza ritiene che l'imminente processo Omnibus rappresenti un'opportunità ideale per correggere questo squilibrio e promuovere condizioni di parità per tutte le industrie che contribuiscono all'inquinamento delle acque.
Guardando al futuro, gli amministratori delegati hanno anche esortato l'UE a dare priorità ai seguenti settori chiave: Revisioni del regolamento REACH e del regolamento sui prodotti cosmetici: concentrarsi sulla sicurezza dei consumatori e sulla protezione dell'ambiente sulla base di una solida valutazione del rischio e dell'uso reale degli ingredienti, mantenendo elevati standard scientifici; Accordi commerciali: dare priorità all'accesso al mercato, ridurre le barriere normative e sostenere l'esportazione di prodotti europei di alta qualità. Rafforzare i controlli doganali e applicare rigorosamente i requisiti ambientali e di sostenibilità per i prodotti importati, sia online che offline, per garantire condizioni di parità. - Transizione verso la bioeconomia: attuare politiche che sostengano la produzione sostenibile di ingredienti, affrontare il "green premium" per le tecnologie sostenibili e garantire un approvvigionamento affidabile a lungo termine di materie prime sostenibili. - Sviluppo della forza lavoro: collaborare con l'industria per sviluppare programmi di formazione mirati e strumenti di investimento per migliorare le competenze della forza lavoro e soddisfare le esigenze in evoluzione del settore.
La Value of Beauty Alliance continua a lavorare a stretto contatto con le istituzioni dell'UE per sviluppare politiche che promuovano l'innovazione, creino posti di lavoro e garantiscano la continua competitività globale dell'industria europea della bellezza e della cura della persona. Questo approccio collaborativo sarà essenziale per garantire il continuo contributo dell'industria all'economia europea e a un futuro sostenibile.
(Adnkronos) - Terremoto oggi martedì 18 marzo a Potenza. Registrata alle 10.01, la potente scossa di magnitudo 4.2, si è verificata - secondo i dati dell'Ingv - a sei chilometri dal Comune di Vaglio Basilicata e a una profondità di 14 chilometri. La scossa è stata avvertita anche in Puglia.
A seguito dell’evento sismico, la Protezione civile si è messa in contatto con le strutture locali del Servizio nazionale della Protezione civile. Dalle prime verifiche effettuate, in seguito all’evento non risulterebbero danni a persone o cose.
Dopo la scossa, sono state sospese le attività scolastiche nel capoluogo dove è stata avvertita in modo molto forte. Gli studenti sono usciti dalle scuole per precauzione, poi è stata disposta la sospensione delle attività didattiche in tutti gli istituti di ogni ordine e grado per oggi, a eccezione dell'università, con ordinanza del sindaco Vincenzo Telesca.
Verifiche sono in corso in scuole e ospedali a Potenza e nei Comuni della provincia, limitrofi all'area epicentrale della scossa. Al momento non risultano problemi. "Nessuna criticità riscontrata'', ha fatto sapere il presidente della provincia di Potenza, Christian Giordano. Inoltre la direzione dell'azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza ha dato mandato all'unità operativa della gestione tecnico-patrimoniale di effettuare ''una scrupolosa procedura di verifica delle cinque strutture ospedaliere afferenti all'azienda''. L'attività ospedaliera e amministrativa prosegue regolarmente, senza alcuna interruzione, e viene garantita la piena operatività dei servizi sanitari e amministrativi per pazienti, operatori e cittadini.
Per i controlli agli edifici pubblici a Potenza e nei Comuni della provincia è stato intanto rinforzato con dieci unità il dispositivo di soccorso dei vigili del fuoco. Cinque squadre dei vigili del fuoco sono operative per verifiche sugli edifici di interesse pubblico. Una ricognizione dall'alto è stata effettuata dall'elicottero Drago VF67 del reparto volo di Pontecagnano (Salerno) nell'area tra Potenza e Vaglio Basilicata, Comune in cui è stato rilevato l'epicentro dall'Ingv. La situazione è monitorata anche dalla sala operativa della protezione civile regionale. Non si registrano problemi, stando a quanto finora accertato.
La circolazione ferroviaria è stata bloccata temporaneamente e in via precauzionale tra Tito e Potenza. I treni Intercity e regionali possono registrare ritardi e subire cancellazioni o limitazioni di percorso. A Potenza è stato attivato il centro operativo comunale, contattabile ai numeri 0971415832 e 3669394022.
Milano, 18 mar. (Adnkronos) - Condanna ridotta in appello per il trapper Shiva. La Corte d'Appello di Milano ha accolto la proposta di concordato raggiunta dalla procura generale e dalla difesa del cantante, nome d'arte Andrea Arrigoni, di una pena a 4 anni e 7 mesi per aver sparato e ferito l'11 luglio 2023 due presunti aggressori all'interno del cortile degli uffici della casa discografica a Settimo Milanese.
In primo grado, lo scorso 10 luglio, i giudici del tribunale di Milano avevano condannato il trapper a sei anni, sei mesi e 20 giorni per il reato di tentato omicidio, porto abusivo di arma da fuoco ed esplosioni pericolose per la sparatoria avvenuta in via Cusago, a Settimo Milanese, nel corso della quale due giovani milanesi erano stati gambizzati. Il 24enne si era difeso con lunghe dichiarazioni spontanee, oggi invece 'festeggia' con una storia Instagram con la scritta 'free' (libero, ndr). La riduzione della condanna gli consente di concentrarsi solo sulla musica.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sia un po' più sovranista, perché mi pare che lei stia cercando il bacio della pantofola con Trump: è andata più volte a incontrare Trump in occasioni non ufficiali, ma ancora non l'hanno invitata alla Casa Bianca come hanno fatto con Macron e Starmer, spero che accada presto. Ma sia sovranista, anziché inseguire Trump riprenda la lezione di Alcide De Gasperi del 1951 sulla difesa comune europea. Lei ha un grande statista che non appartiene alla sua storia politica ma noi lo apprezziamo; si chiama Alcide De Gasperi, quando dice non può essere soltanto una questione di armi ma di giustizia sociale, di libertà. Questo è il modello a cui deve guardare l'Italia non inseguire Trump come sta facendo lei". Lo ha affermato Matteo Renzi, intervenendo in Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del prossimo Consiglio europeo.
"Confindustria, la sua base, quelli che hanno votato per lei, sono terrorizzati dai dazi, non dia retta a Salvini e a Lollobrigida, lei -ha aggiunto l'ex premier- non può rispondere li mette Trump, dazi vostri. Sono dazi amari, una cosa un po' diversa".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Una risoluzione che dimostra che se il Pd discute sa fare la sintesi. Spendere di più per la difesa europea in linea con libro bianco che ottiene il via libera e impegno a non aumentare i bilanci nazionali senza condizionalità che spingano verso la difesa comune”. Lo scrive Simona Malpezzi, senatrice del Pd, sui social.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni oggi ha parlato di tutto tranne che del ruolo che l’Europa deve avere. Ha però parlato molto di Trump, a cui si è affidata per la soluzione della guerra in Ucraina. In pratica, sulle grandi questioni internazionali, Meloni scarica l’Europa e, politicamente, consegna l’Italia totalmente nelle mani degli Usa, omettendo tra l’altro che le proposte da lei avanzate sono state tutte puntualmente ignorate dal presidente americano. Altro che sovranismo, autorevolezza e ruolo ritrovato dell’Italia”. Lo afferma il segretario di +Europa, Riccardo Magi.
“L’Europa che vuole Meloni è una Europa vassalla di Trump e di Musk, che non costruisce una propria difesa, che accetta passivamente i dazi e che osserva immobile che Russia e Usa si spartiscano l’Ucraina. In questo scenario, Meloni non disegna nè immagina un ruolo dell’Europa, sperando che la zatterina Italia non affondi nell’Atlantico. Tutto l’opposto di quello che chiediamo noi: Europa federale fino agli Stati Uniti d’Europa, esercito comune, politica estera comune, e più integrazione europea. In due parole: più Europa”, conclude Magi.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Nel valzer di poltrone Rai, che inizierà giovedì con una prima tornata di nomine, entrerà presto anche Roberto Genovesi, in procinto di assumere l'incarico di direttore di Rai Kids. A quanto apprende l'Adnkronos, lo scrittore e docente, attuale direttore di Rai Libri (la casa editrice della Rai), prenderà presto la guida di Rai Kids, quando Luca Milano (67 anni il 31 marzo) andrà in pensione. La nomina di Genovesi dunque dovrebbe riguardare una delle prossime sedute del Cda ma non quella di giovedì prossimo.
In pensione, a maggio, dovrebbe andare, a quanto si apprende, anche Marco Varvello, corrispondente Rai da Londra. E al suo posto andrà con ogni probabilità Nicoletta Manzione che lascerà la sede di Parigi, per la quale sarebbe in pole position Gennaro Sangiuliano.
Al momento non è stato ancora deciso chi a Rai Libri prenderà il posto di Genovesi, che ricopre il ruolo da luglio 2023: il nome verrà infatti scelto, successivamente, dal Cda di RaiCom. E l'incarico potrebbe anche essere affidato momentaneamente ad interim ad un dirigente di RaiCom.