L'agitazione prevista per il 2 marzo sarà nazionale e riguarderà i lavoratori di tutto il gruppo editoriale: Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, il Corriere Adriatico. I sindacati: "Già 4 lavoratori licenziati e 77 appaltati con altro contratto. Caltagirone sta provando a destrutturare un intero settore"
Lavoratori poligrafici del gruppo Caltagirone Editore in sciopero per contestare lo spacchettamento e le cessioni di ramo di azienda effettuate dal gruppo. Ad annunciarlo in una nota è Roberto Di Francesco, il segretario nazionale della Uilcom, in cui si spiegano le ragioni del primo dei tre giorni di agitazione, previsto per il 2 marzo, che riguarderà tutte le testate del gruppo cioè Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino, il Corriere Adriatico. “Questa situazione – rileva il sindacalista – ha comportato il licenziamento di 3 dipendenti a Napoli, 1 a Venezia e ben 77 appaltati con altro contratto. Caltagirone sta provando a destrutturare un intero settore ed un contratto nazionale oltre che delegittimare il ruolo della Fieg”. I lavoratori, unitamente alle sigle sindacali di categoria (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil), richiedono anche l’apertura di un confronto nazionale di Gruppo delle aziende editrici dei quotidiani in sede Fieg, come previsto dal vigente contratto, il ritiro dei licenziamenti ed il ritiro delle cessioni di ramo d’azienda. “Francesco Gaetano Caltagirone e Azzurra Caltagirone (vice presidente della Fieg) – si legge nella nota sindacale – destrutturano il contratto dei lavoratori poligrafici, dopo avere intascato gli ultimi provvedimenti previsti dalla Legge di Stabilità per il settore dell’Editoria”.