Il numero uno di FCA Automobiles è intervenuto alla kermesse elvetica, chiarendo la sua posizione sulle nuove tecnologie e sull'offensiva di prodotto del gruppo italo-americano
Visibilmente disteso, anche se reduce da un viaggio aereo che lo ha portato in nottata dagli Usa direttamente a Ginevra, Sergio Marchionne si è concesso a telecamere, taccuini e microfoni, dopo le conferenze stampa dei marchi del gruppo al salone dell’automobile elvetico.
Lo spirito, però, pare non abbia risentito più di tanto del fuso orario. E dunque arriva la battuta fulminante con la quale il numero uno di FCA ha liquidato la corsa alle nuove tecnologie: “le abbiamo tutte, le tireremo fuori al momento opportuno. Non come gli altri, che annunciano e poi vendono dopo cinque anni. Sull’ibrido non riusciamo a sostenere i margini, per ora, perché ha parecchi costi. Così come la connettività. Una Panda ibrida e connessa costerebbe 25 mila euro, capite bene che non sarebbero “digeribili”… Comunque abbiamo appena proposto questa tecnologia sulla Pacifica, e nei prossimi tre-quattro anni la vedrete sulle Jeep”.
Dopo aver negato qualsiasi trattativa con PSA per un’eventuale partnership, c’è spazio per l’offensiva di prodotto appena cominciata: “preparatevi d’ora in poi ad una serie di nuovi lanci. Era doveroso, vista l’interruzione durante il biennio 2008-2010, per mostrare a tutti la completezza dei marchi. Non c’è motivo per essere pessimisti,anche se c’è ancora molto da fare“. A cominciare dal secondo modello da costruire a Mirafiori, oltre alla Maserati Levante di cui è appena iniziata la produzione, e su cosa produrre a Pomigliano.
Sulla sostituta della Punto, poi: “se la faremo? Bella domanda. Dipende dai costi, dalla necessità di entrare in quel segmento, e da tante altre cose. Litigo sempre con Altavilla (il numero uno di FCA in Europa, ndr) che mi chiede di allocare prodotti negli stabilimenti italiani”.
Quanto all’Alfa Romeo, Marchionne ha confermato che il ritardo con cui è arrivata la nuova Giulia è stato dovuto alla “immaturità tecnologica del prodotto. I tedeschi sono più avanti, non aveva senso sbrigarsi a lanciare un modello che avrebbe avuto problemi dopo 60 giorni. La qualità è importante”. Sulle sei novità originariamente previste per il Biscione, si è poi avuta la conferma che due di queste arriveranno dopo il 2018.
Le ultime battute Sergio Marchionne le ha riservate alla Formula Uno: “i test di Barcellona hanno dimostrato che la macchina c’è ed è competitiva, dunque speriamo di essere in prima fila già al primo gran premio della stagione in Australia. Tuttavia non mi fido della Mercedes, finora è stata troppo cauta facendo tanti giri di prova e cercando soprattutto l’affidabilità. Ma dopo le prime qualifiche ne sapremo di più. Un’idea? Vedere l’Alfa Romeo in F1, per storia e dna è quella la sua collocazione, magari aiutata dalla Ferrari coi motori. Ma ci vogliono tanti soldi: prima fatemene fare un po’ coi nuovi modelli e poi tra qualche anno vediamo…”