Il porporato ha negato di essere stato a conoscenza degli abusi di Gerald Ridsdale, da lui spostato di parrocchia in parrocchia. Il sacerdote, attualmente in carcere, è stato condannato per 138 reati commessi ai danni di 53 vittime. Il cardinale ha dichiarato di avere il "pieno appoggio di Papa Francesco"
“La pedofilia di un prete? Storia triste ma non di grande interesse per me”. Ha risposto così il cardinale australiano George Pell al secondo interrogatorio della Commissione del suo Paese che indaga sugli abusi sessuali commessi dal clero. Il porporato ha negato di essere stato a conoscenza della pedofilia di padre Gerald Ridsdale, da lui spostato di parrocchia in parrocchia. Il sacerdote, attualmente in carcere, è stato condannato per 138 reati commessi ai danni di 53 vittime. Pell condivise l’alloggio con lui quando erano giovani preti e lo accompagnò anche alla prima udienza del processo a suo carico nel 1993.
Ai giornalisti il cardinale ha dichiarato di avere “il pieno appoggio di Papa Francesco” che, il giorno dopo la prima delle quattro audizioni via webcam con la Commissione australiana che indaga sugli abusi, lo ha ricevuto in udienza privata. Ma i giudici che stanno interrogando Pell sono convinti che il cardinale fosse a conoscenza della pedofilia del suo clero e che abbia insabbiato per anni gli abusi e lo hanno ribadito diverse volte durante l’interrogatorio. La legale della Commissione riunita a Ballarat, Gail Furness, ha incalzato il porporato sottolineando che “dato che i sacerdoti sono esseri umani come tutti certamente avranno parlato tra di loro circa le ragioni vere dei trasferimenti”. Ma Pell ha ribattuto che “gli esseri umani in diverse categorie hanno approcci molto diversi a tali questioni. Noi lavoriamo nell’ambito della morale cristiana e la discussione dei difetti degli altri non è ben vista”.
Alla domanda se accettava responsabilità per i trasferimenti del padre Ridsdale da una parrocchia all’altra e per non averlo invece rimosso e denunciato alla polizia, Pell ha risposto di no. I commissari hanno anche voluto approfondire il ruolo del cardinale accanto a monsignor Ronald Mulkearns, suo predecessore a capo della diocesi di Melbourne. Il suo incarico iniziato nel 1977 gli consentiva di aiutare il vescovo in varie questioni concernenti le nomine e gli spostamenti di sacerdoti da una parrocchia all’altra. Per questa ragione, dopo aver rivolto al porporato domande su padre Ridsdale, la dottoressa Furness si è concentrata proprio sul periodo in cui Pell, da sacerdote, lavorò nell’ufficio del vescovo. In quel periodo molti preti furono trasferiti all’improvviso, a volte quasi di nascosto, perché probabilmente avevano abusato di bambini. Ma Pell ha sempre sostenuto che allora nessuno ipotizzò mai che quei sacerdoti “fossero pedofili e che venissero allontanati per questo motivo”.
Il capo della Commissione, Peter McClellan, ha contestato al cardinale che tutti i consultori del vescovo sapevano che padre Ridsdale fosse pedofilo e che abusasse dei bambini: “È possibile che nessuna di queste persone abbia condiviso con lei ciò che si raccontava sul conto di Ridsdale?”. “Queste informazioni – ha risposto Pell – non vennero affrontate nelle riunioni dei consultori del vescovo”. Il cardinale ha anche sostenuto di essere stato ingannato da monsignor Mulkearns. In realtà, ha affermato Pell, “potevano esserci altre ragioni per spostare un sacerdote: irrequietezza, scarsa propensione ai rapporti umani, disguidi con colleghi. Per quanto riguarda padre Ridsdale nessuno – ha giurato il cardinale – esplicitò le ragioni, ma era chiaro che ci dovevano essere dei motivi di fondo”.