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Ten Talking Points: la luccicanza di Fiorentina e Napoli. Inter stravolta ma Mancini sembra intonso

Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che sa a memoria The Final Cut dei Pink Floyd (anzi di Roger Waters). Altre considerazioni.

Bentornati a Ten Talking Points, l’unica rubrica che sa a memoria The Final Cut dei Pink Floyd (anzi di Roger Waters). Altre considerazioni.
1. Fiorentina-Napoli è stata una delle partite più belle del campionato, forse la più bella. Borja Valero signoreggia e possiede la luccicanza, roba che in confronto i Jedi sono tanti piccoli Gasparri. Primo tempo viola, secondo napoletano. Pareggio giusto, anche se serve poco a entrambi. Un peccato che, probabilmente, una delle due (Fiorentina) non andrà in Champions League. Lode al Mirabile Paulo Sousa e a Che Gue Sarri. Per dirla con il lisergico Emanuele Dotto di Tutto il calcio minuto per minuto: “Uno spot per il calcio”.
2. A dire il vero, io la partita non l’ho vista perché ieri avevo la prima romana de Il sogno di un’Italia al Vittoria (sì, mi autopromuovo: l’ho imparato da Friedman). Quelle di prima non sono parole mie, ma del mio amico Nardella. Sempre lui, nella sua disamina mai parziale, mi ha anche detto che Tatarusanu gli ha ricordato Jascin, Vecino Dino Sani e Kalinic Cruyff. Ora, io a Nardy voglio bene, però l’ho trovato un po’ troppo enfatico. Magari sbaglio io.
3. La Juventus brinda al pareggio altrui e va in fuga. Pressoché impossibile fermarla. E’ la più solida, la più forte, la più sicura di sé. Non prende gol neanche a pagarli (nuovo record personale per Ed Warner Buffon) e merita la posizione che ha. Dopo sette minuti, con l’Inter doveva essere già 2-0 e probabilmente gli sarebbe stato pure stretto. Chiudete tutto.
4. Fatico a ricordare una squadra (di vertice) così brutta e priva di idee – nonché di grazia – come l’Inter di Mancini. E pensare che nel girone d’andata una squadra così era prima e c’era chi reputava giusto quel primato, perché “in fondo anche il Milan di Capello vinceva sempre 1-0”: roba da matti. A Mancini hanno comprato tutti i giocatori che voleva, ma li sta bruciando tutti con sadismo raro. L’ultimo della lista è Eder. Il centrocampo ha meno idee di Giovanardi, l’allenatore neanche si è presentato a fine partita (“Era senza voce”, cit) e la sua Inter domenica faceva catenaccio anche sotto di un gol. Tremendo.
5. Posso mostrarvi in anteprima il cartello 714 di Nando Pagnoncelli a DiMartedì. “A cosa pensava D’Ambrosio quando ha fatto quel colpo di testa?”. “Voleva librarsi in volo come gli aironi della tundra, 24%”. “Che cazzo dici, gli aironi mica stanno nella tundra, 7%”. “Era uno schema di Mancini, 37%”. “Me ne frega un po’ meno di niente, 25%”. Infine: “A me il colpo di testa è piaciuto molto, mi ha ricordato per lirismo l’ultimo singolo di Lorenzo Fragola 7%”.
6. La Roma tocca sei vittorie consecutive e torna terza. E’ destinata a non scendere più. Segnalo una volta di più l’idea straordinaria di Galliani di vendere il Faraone. Daje.
7. Mihajlovic non ha inventato nulla, ma sta traendo il massimo da una squadra con evidenti limiti. Ha registrato la difesa, recuperato giocatori che parevano perduti (Abate, Zapate, Honda, Montolivo) e il gruppo è con lui: emblematico l’abbraccio di Abbiati in panchina. L’infortunio – ancora in auto: come guidi, ragazzo? – di Niang frustra però ogni speranza (già insensata) di agguantare il terzo posto. Sarà per la prossima stagione, sempre che Berlusconi non lo cacci per preferirgli il primo bischero che passa.
8. Domenica il calcio inglese ha regalato letizia a profusione. Io però sono rimasto colpito da due cose. La simulazione di Van Gaal, che è franato davanti al quarto uomo con grazia di gnu colpito a morte. E poi l’eleganza di Paolo Di Canio, che ha commentato Manchester United-Arsenal con sobrietà consueta. Se avesse marciato su Roma nel ’22, Farinacci lo avrebbe allontanato per eccesso di foga.
9. C’è un’altra cosa che mi arrovella: l’enfasi costantemente inutile di Barbara Pedrotti. Perché parla di quote con un trasporto mistico al cui confronto Brosio a Medjugorje è agnostico? Mah.
10. A un certo punto, durante Juventus-Inter, hanno inquadrato Mancini in panchina. Diluviava ed erano tutti bagnati, spettinati, stravolti. Lui no: il cappuccetto, il cappottino, la postura da lord. Era praticamente intonso. Non so perché, ma mi è venuto subito in mente il Dandi di Romanzo Criminale, quando è l’unico ad avere l’ombrello mentre tutti guardano il cadavere del Libanese sotto la pioggia battente.
A lunedì prossimo.