Provincia di Napoli. La nuova Quarto del Pd si materializza nella vicinissima Casavatore. Maggio-giugno 2015, elezioni amministrative. A Casavatore il candidato sindaco Pd Salvatore Silvestri è affiancato dal vicesegretario dem Lorenzo Guerini durante un’iniziativa pubblica, viene fotografato sotto un gazebo con la deputata dem Valeria Valente, candidata alle primarie Pd di Napoli del 6 marzo. La compagna di Silvestri lavora a Roma come assistente parlamentare della Valente. Più o meno gli stessi giorni in cui a Quarto i leader del Direttorio grillino Roberto Fico e Luigi Di Maio accompagnano la candidata sindaca M5s Rosa Capuozzo in tour elettorale col candidato consigliere Giovanni De Robbio.
Il 22 dicembre un decreto di perquisizione della Dda di Napoli, pm Henry John Woodcock rende noto che l’elezione di De Robbio, accusato anche di tentata estorsione alla sindaca di Quarto, fu viziata da un patto elettorale con una famiglia di imprenditori delle pompe funebri vicina al clan Polverino. Spuntano intercettazioni compromettenti, il Pd chiede la testa della sindaca ed anima proteste di piazza: le troupe televisive stazioneranno a Quarto per giorni. Travolta dalle pressioni, la Capuozzo si dimette, ma in extremis ci ripensa ed è tuttora in carica.
L’altro ieri invece un avviso conclusa indagine firmato dai pm antimafia Maurizio De Marco e Vincenza Marra rivela che a Casavatore Silvestri, sconfitto dall’Udc Lorenza Orefice, fu sostenuto da un’ala degli Amato-Pagano, il clan dei Scissionisti. Un altro pezzo del clan scelse la Orefice e minacciò gli elettori dei quartieri vecchi. Però Maurizio Minichini, sottoposto alla misura di sorveglianza speciale per due anni e mezzo a partire dal novembre 2013 perché associato al gruppo camorristico Ferone, e definito dai carabinieri “pluripregiudicato per associazione di tipo mafioso”, secondo le indagini “stazionava nel comitato elettorale di Silvestri e si è adoperato per recuperare voti per lui e per il fratello Ciro Minichini nel quartiere dove dimorava”.
Per questo Minichini è picchiato a sangue da tre sostenitori della Orefice, tra i quali un parente del boss Ferone, due giorni prima del ballottaggio. In modo che la cittadinanza comprendesse il messaggio ed infatti la Orefice, indietro al primo turno di sei punti, prevarrà col 56%. Lo scrivono i sostituti procuratori nell’avviso che sintetizza una informativa dei carabinieri. Sono state depositate numerose intercettazioni, tra le quali due conversazioni del 3 luglio e del 16 luglio 2015 tra Silvestri e Minichini. Discutono degli equilibri del Pd locale, del fatto che Silvestri debba essere il capogruppo. “I due, oltre a commentare il risultato elettorale, intrattengono una conversazione circa l’istituzione di una nuova sede del Pd a Casavatore – si legge nell’informativa – è chiaro il fatto che Minichini è parte della fazione politica riconducibile a Silvestri del Pd”.
Minichini: Ha detto il primo a fare il capo gruppo deve essere il presidente.
Silvestri: Ah, quando tu gli hai detto che dobbiamo formare il partito che cosa ha detto?
M: Questa è la cosa, perchè non si fa neanche più l’inaugurazione giovedì è.
S: Giovedì?
M: Giovedì prossimo, non si fa l’inaugurazione che dovevano fare del partito, ricordi?
Inaugurazione che poi non andrà benissimo, pare. I due si lamentano della mancanza di riguardo.
M: Quelle che dovevano venire non sono potute venire, la taglietta…
S: Tartaglione?
M: Tartaglione e quell’altro…
S: Carpentieri, se vedi che i segretari del provinciale e del regionale non possono venire, tu che fai? La rinvii o no?
Però c’era Mario Casillo, il capogruppo Pd in Campania. Silvestri lo chiama “il prete”. Ieri la Tartaglione ha preso le distanze da Casavatore: “Quadro inquietante. Silvestri si autosospenda, altrimenti saranno gli organismi di partito a provvedere in tempi rapidi”.
Da Il Fatto Quotidiano del 2 marzo 2016