Il leader del Carroccio ribadisce la necessità di organizzare primarie di tutto il centrodestra per la scelta del nome giusto in grado di vincere le elezioni amministrative nella Capitale. Poi aggiunge: "Se si facesse avanti Giorgia Meloni il candidato sarebbe lei, per me non ci sarebbe nessun problema
“Il candidato di tutto il centrodestra a Roma non si chiama Guido Bertolaso. Almeno, non è il mio”. Non lascia spazio a interpretazioni alternative Matteo Salvini, che a Corriere Tv Live ha sottolineato ancora una volta che non appoggerà l’ex capo della Protezione civile come candidato unico del centrodestra, in barba all’accordo raggiunto (e cestinato) qualche settimana fa con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Non solo. Il segretario federale della Lega Nord ha detto anche altro: vuole le primarie e, nel caso non si facessero, allora il nome giusto per lui sarebbe quello di Giorgia Meloni. “Se si facesse avanti il candidato sarebbe lei, per me non ci sarebbe nessun problema” ha detto il leader del Carroccio, che però non ha abbandonato l’idea delle primarie aperte a tutto il centrodestra.
“Un passaggio popolare con le primarie farebbe bene a tutti, anche a Bertolaso” ha ribadito Salvini. “Se le primarie le vince lui chapeau, io mi fermo e appoggio Bertolaso” ha assicurato il numero uno della Lega, sottolineando come nei prossimi giorni parlerà della questione amministrative con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. “Se dobbiamo vincere, cosa che io vorrei fare, dobbiamo avere una chance di vincere in partenza e se passiamo da cinque candidati a uno è un conto” ha aggiunto Salvini. Che ha una posizione molto chiara in merito all’ipotesi di sostenere Alfio Marchini, vincitore delle primarie romane ai gazebo della Lega: “Vorrei capirne i programmi, non solo suoi ma di tutti gli altri, perché abbiamo parlato troppo di nomi e troppo poco di programmi. Le primarie a questo servirebbero, capire che vuole fare ciascuno per Roma“. Per il leader leghista i tempi ci sarebbero ancora, “in venti giorni, da qui a Pasqua, fai e disfai quel che vuoi. Prendiamo il modello del Pd – ha aggiunto – lo facciamo meglio così non vengono taroccate, e lo facciamo. Se invece si trova un accordo sono l’uomo più felice del mondo, della Meloni sarei contentissimo come candidato sindaco, altrimenti primarie”.
Guido Bertolaso, dal canto suo, non è rimasto ad aspettare l’ennesima presa di posizione di Matteo Salvini. Ed è tornato proprio sulle primarie leghiste a Roma. “Mi pare, alla luce dei fatti, sulla base di tutto quello che era stato detto, che le consultazioni in questi gazebo le ho stravinte io” ha detto il candidato berlusconiano al Comune di Roma. “Chi ha votato per me non era taroccato, mentre invece sicuramente sono andate le truppe cammellate di altri candidati a votare diverse volte” ha aggiunto, sottolineando il comportamento dei suoi avversari. “Non solo Irene Pivetti, che è stata presente in vari banchetti, ma ho visto anche le fotografie di Marchini e di Storace, che si aggiravano belli felici e contenti in mezzo a quei banchetti” ha accusato, per poi sostenere che “evidentemente c’era il desiderio di far vedere che qualcuno non era desiderato, mentre invece poi i numeri stanno lì a dire con chiarezza che anche chi si riconosce nella Lega qui a Roma sa chi deve scegliere per far rinascere questa città”.